
IL POPOLO
Fondato nel 1923 da Giuseppe Donati

Nous n'irons pas au but un à un, mais par deux
Nous connaissant par deux nous nous connaîtrons tous
Nous nous aimerons tous et nos enfants riront
De la légende noire où pleure un solitaire.
Paul Eluard Le temps déborde (1946)
Rudyard Kipling (1865-1936) ha scritto, tra molte opere famosissime, una raccolta di brevi componimenti intitolata “Epitaffi di guerra”. Lo scrittore immagina di trovarsi, durante la Prima guerra mondiale, in un cimitero di guerra di soldati inglesi e di leggere l'epitaffio, scritto sulle singole lapidi, che riferisce il motivo della morte di ciascun caduto. Nel testo qui in esame egli legge quello posto sopra una tomba di un gruppo di caduti sepolti insieme.
Questa poesia veniva imparata a memoria durante la scuola elementare e media negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Il suo contenuto è facilmente comprensibile. L’impulso ad aggredirsi e a uccidersi è nel cuore degli uomini, anche fratelli, fin dalla prima infanzia. Ma nel cuore degli uomini c’è anche l’impulso ad abbracciarsi e a proteggersi reciprocamente dalla morte che aspetta tutti alla fine della vita. Troppo facile dire, con Giovanni Pascoli, che il primo impulso va represso e il secondo va coltivato?
Il 15 novembre la Chiesa celebra la memoria liturgica di Sant’Alberto Magno. Ho ritrovato tra le mie carte questi appunti inesperti e del tutto discutibili, improvvisati “naturaliter” nel 1959, dopo aver riflettuto sul motto in epigrafe di questo gigante del pensiero filosofico e religioso. Oso riproporli. Naturaliter de naturalibus è uno di quei discorsi che con pochissime parole dicono davvero tante cose (multa paucis). Gli insegnamenti che si possono trarre da questo discorso di Alberto di Colonia sono qualificanti. Alberto di Colonia, meriterebbe di essere chiamato “magno” (grande) solo per il fatto che egli abbia offerto l’insegnamento oggetto della presente riflessione. Infatti chiunque decida di riflettere soltanto sul senso della frase in esame, comprende che il conflitto fra ragione e fede non solo è evitabile ma, a ben guardare, non ha nessun motivo di esistere.
Internet è uno strumento di comunicazione trasversale, consente agli utenti di connettersi fra loro indipendentemente dal luogo geografico, dalla lingua, dalla religione, dalle tradizioni. Ciò abolisce i confini nazionali che in passato limitavano la comunicazione fra gli utenti. È la globalizzazione, Internet resta un terreno anarchico ma allo stesso tempo molto democratico...
Internet consente di connettere milioni di persone in tutto il mondo, valicando i confini degli stati. La fusione del cinema e della rete è stata un successo, ma sono ancora profondi i problemi legati ad essi. Per capire come funzionano le piattaforme distributive online è necessario spiegare come funziona la distribuzione tradizionale. La distribuzione rappresenta la seconda delle tre fasi della filiera cinematografica (produzione, distribuzione, esercizio) e interviene al termine della post-produzione del film, ovvero nel momento in cui si ha a disposizione la copia negativa interamente mixata.
Nei primi anni, il cinema non avendo un luogo di fruizione collettiva si poteva vedere nei contesti più disparati quali sale teatrali, mezzi ambulanti, Luna park o Drive-in ed aveva una funzione ludico/didattica. Era il cinema delle attrazioni. Con l’avvento dell’ Home video tutto è cambiato. A metà anni ‘70 JVC (acronimo di Japan Victor Company) inizia a diffondere il Video Home System comunemente detto VHS dando l’opportunità a milioni di spettatori ed utenti in tutto il mondo di vedere film direttamente a casa dal televisore. Avendo il cinema innumerevoli contesti di fruizione, da questo momento in poi la presenza degli spettatori in sala non sarà più la stessa.
Ci troviamo ad affrontare “tempi bui”, come il Petrarca definì l’Oscurantismo dell’alto Medioevo. I mezzi di comunicazione di massa, la politica, e le istituzioni confluiscono nell’unico pensiero eterodiretto. L’uomo moderno, smarrito e diseducato dall’indottrinamento mediatico, è costretto con stoicità a “resistere” e ricercare una propria integrità morale da solo.
Si è riunito venerdì 19 giugno 2020, presso lo studio dell'on. Cesa, in Roma, il Direttivo della Federazione dei Democratici Cristiani. Erano presenti: il presidente on. Giuseppe Gargani, Mario Tassone, Lorenzo Cesa, Antonio Giannone e Alberto Alessi. In remoto tramite skype, hanno partecipato all’incontro Ettore Bonalberti, Filiberto Palumbo e altri autorevoli esponenti aderenti alla Federazione. Renato Grassi era impegnato in importanti riunioni a Palermo e Messina. In prospettiva la convocazione di una grande Assemblea Generale. Due le ipotesi relative alla scelta del simbolo unitario.
Sono molti i commenti ricevuti alla notizia dell’avvenuto battesimo della Federazione popolare dei DC. Tra questi, particolarmente gradita e rilevante, è stata la lettera ricevuta dall’amico Sergio Bindi che concorse largamente a dare pratica attuazione alla sentenza della Cassazione, secondo cui la DC “non è mai stata giuridicamente sciolta”.