
IL POPOLO
Fondato nel 1923 da Giuseppe Donati

La cultura come occasione di dialogo tra etica e spiritualità, nella direzione di una nuova filosofia dello sviluppo. E nel contesto di una società precipitata nell’abisso del vuoto. «Non viviamo più con un’unica cultura. La speranza è che ci sia interculturalità. Condividiamo tutti lo stesso concetto di natura umana? Condividiamo tutti lo stesso concetto di verità?». Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della cultura, è intervenuto alla cerimonia inaugurale del Festival dell’economia di Trento. E ha posto subito un interrogativo sostanziale, soprattutto se letto in questa fase di disordine.
Non credo che la terra sia piatta. Sono convinto che gli Americani siano andati sulla Luna. Non sono né vegano né anoressico (anzi!). Sono convinto che la pandemia sia un problema molto serio e non riesco a capire i no-vac. Ciò detto, mi considero nella media delle persone di buon senso. Però... C’è un nuovo mondo attorno a noi. Non mi piace, ma ne avverto la stretta soffocante da anni. Gli Stati non sono più i garanti delle libertà costituzionali e dei relativi diritti sui quali sono stati costruiti. Nuovi poteri non controllati da alcuno emergono, ben più forti degli Stati stessi, da cui siamo tutti condizionati. Apriamo gli occhi per vedere cosa accade.
Reduci da un anno fra i più travagliati della nostra storia, abbiamo la consapevolezza, seppur tra mille difficoltà, di avercela fatta, di essere ancora in piedi. Nel nuovo anno che è appena iniziato sarà importante esserci, consapevoli di avere ancora occasioni per far sentire la nostra voce. L’opinione pubblica, seppur brancolando, sta lentamente emergendo dal profondo letargo in cui era stata immersa per decenni. Un grande osservatore della natura umana, lo scrittore americano Mark Twain, una volta disse: “È più facile ingannare le persone che convincerle che sono state ingannate”.
Oggi siamo di fronte ad una sorta di nuovo paradigma economico. Possiamo riassumere gli ultimi quarant’anni di politiche economiche occidentali come espressione della visione neoliberista: una teoria che ha come obiettivo la massimizzazione del benessere complessivo rispettando due condizioni di base, cioè la libera azione del mercato e il minimo intervento possibile da parte dello stato. Serve una matura coesistenza tra stato, mercato e corpi intermedi per generale il vero sviluppo, quello che sta alla base della visione dei democratici cristiani.
Scrive Ettore Bonalberti: alcuni giorni fa, un iscritto DC mi ha inviato un articolo come indicato in oggetto, evidenziando l’opportunità di un’indicazione da parte della DC e della Federazione Popolare DC in materia di politica economico finanziaria. A suo tempo avevo inviato a tutti gli amici della DC e della Federazione Popolare DC una bozza di programma, alla vigilia del seminario Camaldoli 2021. Riassumo le principali indicazioni nella nota che vi allego. L’apertura di un proficuo dibattito su questi temi sarebbe oltremodo utile e opportuno.
A Roma, al convegno della Federazione Popolare DC di Sabato 19 Giugno, si è avviato il confronto sui temi economico sociali, che continuerà nei prossimi incontri territoriali (Nord-Centro e Sud) con i mondi vitali, espressione degli interessi e dei valori dei ceti medi produttivi e delle classi popolari. Alla vigilia del convegno avevo inviato agli amici del Consiglio nazionale della DC e ai soci della Federazione Popolare DC, un mio ampio contributo programmatico, per la verità, sin qui senza alcun riscontro.
Si è costituito il “Consorzio per l'Italia” associazione di categoria che rappresenta le aziende che operano nel comparto degli ascensori con l'obiettivo di evidenziare il settore e migliorare ed ampliare i servizi erogati all'utente finale. Molte eccellenze italiane che operano nel settore hanno aderito a questo progetto. In tal modo si è voluto dare voce non solo alle oltre 1500 imprese che lavorano nel settore, ma garantire la sicurezza di quei 43.000.000 di italiani che giornalmente utilizzano questo mezzo di trasporto.
La situazione di Gaza è raccapricciante. La notizia della morte sotto i bombardamenti di 9 fratellini, uno solo si è salvato, figli una pediatra toglie il respiro. E’ la rappresentazione della tragedia di un popolo che muore sotto le bombe e per fame nella sostanziale inerzia del mondo cosiddetto libero e civile. In una fase dove si moltiplicano gli scontri fratricidi non si conosce dove stia la civiltà. Il progresso,lo sviluppo economico non sono sinonimi di libertà e civiltà soprattutto quando prevalgono intollerabili egoismi. Più c’è benessere e più si alzano barriere alla pietà. C’è ricchezza e una povertà umana.
A continuazione della conversazione tra Giorgio Pizzo e Grok, l’intelligenza artificiale di Elon Musk del 5 aprile 2025, il tema iniziale verte sulla proposta europea di investire 800 miliardi in armamenti. Questa cifra, emersa di recente nei dibattiti dell’UE, riflette una volontà di rafforzare la “sovranità strategica” europea, soprattutto dopo che Trump ha ribadito il disimpegno americano dalla NATO e l’intenzione di ridurre il ruolo di “poliziotto globale”. L’idea di fondo è che l’Europa debba essere in grado di difendersi da sola, non solo dalla Russia, ma anche da altre potenziali minacce (Cina, instabilità in Medio Oriente, ecc.).
La politica dei dazi annunciata dagli Stati Uniti, con un dazio base del 10% su tutte le importazioni e tariffe più alte per paesi specifici (come il 20% per l’UE e il 34% per la Cina), può essere interpretata come una sorta di dichiarazione di guerra commerciale globale. L’approccio di Trump, che lui stesso ha definito “Liberation Day” per l’industria americana, sembra voler ridisegnare le regole del commercio internazionale, privilegiando gli interessi statunitensi a scapito di una cooperazione multilaterale.