
IL POPOLO
Fondato nel 1923 da Giuseppe Donati

Tutti insieme democristianamente: rimpatriata di ex D.C. a Palazzo Roberti per Mario Segni e il suo libro sulla “fake news” del piano di colpo di Stato del 1964 in Italia. Per l’occasione sono copiosamente riuniti i pezzi da 90, da 60 e da 30 della Democrazia Cristiana locale del tempo che fu, nella gloriosa era della Balena Bianca che più bianca non si può. Il quadro politico e sociale dell’Italia di quel 1964, come spiega sempre il relatore, era quello di un Paese in crisi “con le prime tensioni dopo il boom economico” e “con un periodo di instabilità del sistema italiano prima del referendum sulla scala mobile”.
L’astensione è stata ovunque ampia e diffusa. Più forte nei centri città, a Milano e a Bologna, e assai più consistente nelle periferie, come a Roma. L’astensionismo lo paga soprattutto il M5S che, non solo perde i suoi sindaci, ma è decisivo solo in accoppiata col PD a sinistra. Dalle urne delle amministrative emergono due netti vincitori: il PD di Letta e Fratelli d’Italia della Meloni che si annunciano come i poli di riferimento essenziali a sinistra e a destra della politica italiana. Netta la sconfitta di Salvini e della sua idea del partito leghista che, invece, nel Nord Est fa il pieno di voti nei comuni delle regioni guidate da Zaia e da Fedriga.
Ho sollecitato l’apertura del confronto all’interno della DC e della Federazione Popolare DC partendo dalla convinzione che per superare l’attuale frammentazione, prima della scelta delle alleanze, sia necessario trovare la condivisione sui contenuti di un programma in grado di rispondere alle attese del “terzo stato produttivo” e della “povera gente”; di coloro ,cioè, che sono i riferimenti naturali di un partito e/o di una federazione di partiti ispirati dai valori del popolarismo e della dottrina sociale cristiana. Ho inviato nei giorni scorsi ripresentando, come priorità, le scelte in materia di politica economica e finanziaria, indispensabili per contrastare il dominio dei poteri finanziari ....
Romano Prodi ha dichiarato alla trasmissione dell’Annunziata: “ Con Letta ci siamo sentiti parecchie volte. Il principale consiglio che gli ho dato è che ci vuole una proposta sul lavoro, sul tipo di crescita, sull'organizzazione della società post pandemia". Più modestamente, nelle settimane scorse agli amici della DC e della Federazione Popolare DC, avevo proposto alcune idee per un progetto strategico di riforma per l’Italia. Un progetto che che si riassume in questi punti ....
C’è un grande fermento al centro, alla ricerca di un punto di equilibrio che, dopo la fine della DC, manca nella politica italiana… Diversi tentativi sono stati compiuti, sin qui senza successo, cercando di rispettare statuti e regolamenti delle diverse realtà dei partiti e associative dell’area. Allo stato degli atti, sarebbe molto più opportuno, utile ed efficace organizzare un’Assemblea Nazionale aperta a tutti coloro che, firmando un apposito documento, si riconoscono nei valori, nella storia e nei programmi della DC e nel decalogo etico sturziano. Superando tutte le oligarchie, i centri di potere e i giochi delle tessere che si sono sin qui riproposti e con un regolamento semplice che consenta l’emergere di una nuova classe dirigente. Ritengo, infatti, che ci siano ancora molti democratici cristiani e popolari in Italia, i quali attendono solo di essere chiamati da protagonisti a decidere come riprendere il cammino.
Leggere la nota di Giorgio Merlo su “ il domani d’Italia” del 19 Luglio titolata: “Adesso serve un nuovo “preambolo”. Contro i populismi”, mi fa tornare alla mente quella mattina del Febbraio 1980 a Roma, attorno all’altare della chiesetta sconsacrata dell’ex Convento della Minerva, sul quale Carlo Donat Cattin scrisse di pugno con la sua stilografica quello che passerà alla storia politica italiana, come “il preambolo Donat Cattin”. Eravamo presenti: Sandro Fontana, Emerenzio Barbieri, Luciano Faraguti, Pino Leccisi, e il sottoscritto.....
Gabriele Cantelli osserva che cattolici sono incapaci di riconoscere nell'ostentato populismo sovranismo “targato Salvini prima della conversione europeista” l'alibi per quella scelta di campo a sinistra perseguita dalla sinistra cattolica presente nella D.C fin dai tempi della guida dossettiana,divenuta in questi ultimi anni l' orentamento prevalente del Magistero della Chiesa cattolica per una traduzione classista della attenzione alle povertà ai primi posti nella gerarchica dei valori evangelici.
La cronaca della prima tappa della Federazione dei Democratici Cristiani a Roma promossa con l’intento di ricomporre l’area cattolico democratica e cristiano sociale sembra di peccare di roseo ottimismo. Scrivo come spettatore da remoto di un incontro che non mi ha convinto. La mia riflessione fonda su un principio: erano presenti soggetti, i quali, nessuno di loro, aveva una idea univoca della “ricomposizione” dell’area cattolica.
Prima tappa importante del progetto di ricomposizione politica dell’area cattolico democratica e cristiano sociale quella vissuta ieri a Roma. Dopo molto tempo si sono incontrati i rappresentanti dei diversi partiti dell’area DC con gli amici di Insieme e Rete Bianca, uniti attorno alle indicazioni del “manifesto Zamagni”. Promosso dalla Federazione Popolare dei DC, il tema del convegno era stimolante: la nuova visione del Centro politico, una nuova …… Camaldoli.
Il rimescolamento del sistema politico generato dalla grande coalizione che sostiene Draghi sembra non avere confini nelle tattiche e nelle prospettive di lungo periodo. Mentre Salvini continua con il suo solito stile guascone a recitare due parti in commedia, nella duplice linea di partito di lotta e di governo: tutto nel segno di forte ambiguità, nell’un versante e nell’altro, non volendo correre il rischio di farsi mettere all’angolo dalla ibrida alleanza di governo.