di Ettore Bonalberti
Seguo con interesse il dibattito aperto sulle prossime elezioni comunali veneziane e, in particolare, i contributi offerti dagli amici Ugo Bergamo, con il suo movimento “ Venezia è tua” e Paolo Bonafè, con “Azione Venezia” e considero quanto mai proficui i contributi di programma che, entrambi gli amici, stanno proponendo per la nostra città e, onestamente, non rilevo distinzioni significative.
Ho molto apprezzato nel documento di programma di “Venezia è tua”, la riproposizione della vecchia proposta dei DC e popolari veneziani della free zone a Marghera e il contributo degli amici di World Lab di economia solidaristica da realizzarsi attraverso gli APAM "Atenei Parrocchiali di Arti e Mestieri (APAM).
Nei giorni scorsi ho appreso che Paolo Bonafè intende candidarsi anche alle regionali, a sostegno della lista di sinistra che candida Giovanni Manildo alla presidenza della giunta regionale. Se, dunque, Paolo Bonafè, come scrive, si candida alle regionali nella lista di sinistra di Manildo, perché restare diviso da Ugo Bergamo che, per le comunali veneziane, propone una lista insieme al sen PD, Martella ? Considerate le convergenze programmatiche compatibili e la scelta di campo politica omogenea di un centro aperto alla sinistra, perché restare divisi nelle elezioni comunali veneziane? Sono scelte coerenti con la tradizione DC, di un partito di centro che guarda a sinistra.
Confesso che, alle precedenti elezioni comunali, ho sostenuto convintamente la lista Brugnaro, per la presenza in essa di amici dell’area ex DC, Boraso e Venturini, ma di essere stato profondamente amareggiato e deluso da quanto accaduto nell’esercizio del potere in Comune, assai lontano da quei principi di “ disciplina e onore” indicati dalla Costituzione.
Se si escludono alcuni assessori meritevoli per il loro impegno (cito per tutti, Zuin , Venturini e la Zaccariotto), credo che il consenso dei veneziani per l’attuale giunta comunale sia definitivamente compromesso e si punti a un’alternativa.
Da parte mia ritengo sarebbe utile e opportuno ripartire dal centro, unendo, innanzi tutto, le componenti di area cattolico democratica, liberale e cristiano sociale e con esse quelle di cultura liberale, repubblicana e socialista, in grado di offrire un’alternativa a quella maggioranza di elettrici ed elettori da tropo tempo renitenti al voto.
Ecco perché ritengo sarebbe necessaria una seria convergenza al centro delle due liste di Ugo Bergamo e Paolo Bonafè, con un candidato Sindaco condiviso, magari da scegliersi attraverso elezioni primarie tra i comitati civico popolari aderenti alle due formazioni. Sarebbe un ottimo banco di prova anche per gli amici di Forza Italia, ai quali ci unisce la comune appartenenza ai valori e ai principi dei Popolari europei e, insieme ai quali, potremmo dar vita all’offerta di un centro politico nuovo, ampio e plurale, alternativo alla destra leghista-meloniana e distinto e distante dalla sinistra, come nella migliore tradizione dei democratici cristiani e dei socialisti, socialdemocratici, repubblicani e liberali veneti e veneziani. Partirebbe da Venezia un modello esemplare per il resto del Paese. Perché non ci proviamo?



























