“Io ho quel che ho donato”
Gli Archivi del Vittoriale ospitano – con riferimento al Pozzi, sansepolcrista e legionario fiumano - una lettera autografa di d’Annunzio ad Antonietta Treves. La missiva, sempre su carta recante il motto “Io ho quel che ho donato”. Il poeta aveva letto per la prima volta il motto inciso sulla pietra del camino di una casa nobiliare. In realtà il motto è la traduzione del verso di Rabirio “Hoc habeo quodcumque dedi”, ripreso da Seneca nel De beneficiis (VI, 3, 1) e diffuso nel XV secolo, spesso abbinato alla cornucopia quale simbolo di abbondanza.