“Studiosa di problemi religiosi e sociali, documentati in opere che, pur tra le lacrime, precorsero tempi prospettive ed idee più tardi trionfanti”, Antonietta Giacomelli (1857-1949) fu una “paladina del bene”, secondo la definizione che ne dà A.A. Michieli in un volume del 1954 edito dall’Accademia roveretana degli Agiati. Livio Fiorio, che di quel sodalizio fu presidente, la presenta invece come una singolare figura di donna e un’instancabile indagatrice di fatti e fenomeni di vasta portata sociale. Antonietta scrisse molto. Antonio Stoppani fu il suo primo estimatore, mentre Benedetto Croce ne apprezzò “l’evidenza delle descrizioni, il commosso sentimento, i vivi ricordi patrî, il profondo cristianesimo e il cuore aperto alle voci della vita”. Padre Semeria giudicò il suo Lungo la via, con otto edizioni, “l’opera più rappresentativa della psicologia cristiana moderna di una donna italiana”. Come del resto Sulla breccia, essa è un diario romanzato di carattere sociale-educativo.