IL POPOLO

Cultura

La lingua italiana è soggetta, come ogni altra, a continue trasformazioni connesse ai mutamenti che intervengono all'interno della società e quindi al variare dei costumi e dei modelli di comportamento. I fattori di cambiamento di una lingua sono molteplici, tra di essi due appaiono di particolare rilievo soprattutto in questi ultimi decenni.
Se non ho capito male, ci dà questo consiglio:“Ora certo non stiamo gareggiando perché io voglio risultino vincenti le mie affermazioni e tu le tue, ma credo noi due dobbiamo lottare insieme in favore della pura verità” Platone (Filebo). Queste pensiero ci fa venire in mente l’insegnamento che leggiamo nell’enciclica “Pacem in terris” di Giovanni XXIII – di cui quest’anno ricorre il 60esimo anniversario della pubblicazione – nella ricerca della verità della fede e della morale valida nei rapporti umani nell’ordine temporale (cfr. https://www.ilpopolo.cloud/chiesa/1130-60-fa-la-pacem-in-terris-di-papa-giovanni-xxiii.html)
Giuda compie il tradimento di Cristo, atto necessario per volontà soprannaturale, alla salvezza dell’umanità intera e non può ottenere perdono. Inevitabile il paragone col tradimento di Pietro. Il quale non solo viene perdonato ma viene scelto da Gesù stesso per il compito più importante: quello di Capo della Chiesa, il massimo rappresentante della comunità nella quale Cristo continua a vivere nel mondo.
Nel concetto di “una molteplicità di unità” o di “composizione” possiamo individuare la prima regola del pensare, una regola valida per tutti gli esseri pensanti, in tutti i tempi e in tutti i luoghi. Riteniamo pertanto la regola descrivibile con la formula A+B=C meriti di essere giudicata e denominata la Regola di tutte le regole del pensare o anche come la Logica prima, o come la Logica base di tutti i ragionamenti, o anche puramente e semplicemente come la Logica.
Di scrittura femminile/femminista europea in età medievale e moderna ha parlato ad Abano Terme Ruggero Soffiato. Cassandra Fedele (1465-1558). Figlia di Barbara Leoni (proprio come la nota amante e musa di d’Annunzio!), Cassandra canta versi improvvisati al banchetto del doge Agostino Barbarigo e pronuncia, nell’università di Padova, un’orazione in lode delle scienze. Pure santa Chiara d’Assisi (1193-1253), fondatrice dell'Ordine delle Clarisse, scriveva: ecco la Regola e la corrispondenza con Agnese di Boemia, di cui restano poche testimonianze. Chiara Augusta Lainati ne parla nella sua “piccola vita di santa Chiara” col proposito di renderla “quale essa è, viva ed attuale in pieno secolo XX, modello agli uomini di oggi, e non personaggio relegato sullo sfondo di uno scenario medioevale”.
Le considerazioni svolte nei precedenti capitoli ci consentono di sostenere che, ai nostri giorni, la contrapposizione fra le dottrine giusnaturalistiche e giuspositivistiche non ha più ragione di esistere. Osserviamo infatti che la storia delle comunità umane, sia pure con un percorso non del tutto concluso, ha condotto a questo risultato: il diritto naturale è stato recepito nel diritto positivo, ossia negli ordinamenti giuridici vigenti nella quasi totalità degli stati del nostro pianeta. Esporremo ora una concisa rassegna degli eventi storici che hanno portato all’esito di cui sopra a partire dal secolo XVIII.
La logica, come chiunque può constatare da sé, non ha bisogno di essere appresa ed è conosciuta da ogni soggetto pensante praticamente dalla nascita; in base ad essa ogni soggetto può comprendere ogni altro ed essere compreso da ogni altro. Facile per chiunque rilevare che i concetti di pari libertà e pari responsabilità, come illustrati nei precedenti capitoli, sono fondati sulla logica. Noteremo ancora che il principio “pari libertà e pari responsabilità” è tale da garantire nello stesso tempo libertà e uguaglianza per tutti i componenti la società.
Approfondendo i concetti in parola osserveremo che ognuno di essi presenta contemporaneamente un lato forte e un lato debole. Fra le due scuole di pensiero dal medioevo ai giorni nostri vi è sempre stata una rigida contrapposizione. I giusnaturalisti considerano irrinunciabile il riconoscimento del “primato” del diritto naturale sul diritto positivo; i giuspositivisti, ribadiscono che il diritto naturale “non esiste”.
In occasione del cinquantesimo di sacerdozio del vescovo di Trento monsignor Carlo de Ferrari, Flaminio Piccoli ne ricordò gli “anni di paternità spirituale, nel dolce segno della Grazia santificante”, alla quale – aggiunse - “ha chiamato con serena insistenza e con profonda consapevolezza il popolo cristiano”. Per l’Azione cattolica egli ebbe un’attenzione particolare, ma anche negli anni di Endrici (vescovo dal 1904 al 1940) era forte l’attività degli aderenti all’associazione. Nel 1945 essa contava nella diocesi di Trento 48.000 iscritti; nel 1957 essi giunsero a 63.000, un decimo dei battezzati e una donna su quattro.
Esaminando la storia delle dottrine per mezzo delle quali gli studiosi di filosofia, di politica e di dottrine giuridiche, hanno cercato di individuare i fondamenti del “diritto” (dell’insieme delle norme che devono regolare il vivere in società degli esseri umani) incontriamo due grandi correnti di pensiero che si pongono reciprocamente in antitesi: la corrente del diritto naturale o giusnaturalistica; la corrente del diritto positivo o giuspositivistica.