IL POPOLO

Cultura

Ho partecipato recentemente alla presentazione di un libro dal titolo inquietante: ”Una Repubblica nata male”, di Renato Biondini. Ne è seguito un dibattito molto acceso, dominato però da un profilo comune: la pressoché totale ignoranza della storia del fascismo negli ultimi anni e sulla nascita della Repubblica italiana. Dopo più di un secolo dalla costituzione dei Fasci di combattimento (ma cos’erano? Fantasmi del passato?), si parla ancora, spesso a sproposito, di fascismo e antifascismo, in genere con le stesse considerazioni stucchevoli che sono divenute un luogo comune. Un diluvio di pubblicazioni sull’argomento aumenta la confusione di chi vorrebbe capire e conoscere la verità, una verità che sfugge, nella nostra Repubblica, da molti anni, fin dai tempi della sua costituzione e questo è un peccato di conoscenza che ci portiamo dentro.
Nel dicembre del 1916 Giacomo Matteotti legge Gabriele d’Annunzio, che gli sembra una “bellissima cosa mancata”. Qualche mese dopo, conclusa la lettura de Le vergini delle rocce (“la seconda parte migliore”), chiosa così: “Poche bellezze sparse in troppa magniloquenza vana. È però forse il libro più dannunziano di D’Annunzio, quello che rappresenta cioè i suoi poco simpatici seguaci” (10 maggio 1917). Il 4 maggio 1920 da Chieti, dopo un giro sui paesi della Maiella: “Tutto il paesaggio di D’Annunzio. Mi sono fermato specialmente a Guardiagrele, che è nel Trionfo della morte”. Aggiunge quindi una nota di colore: “Gente simpatica gli abruzzesi; conservano un po’tutti il modo di essere e di parlare immaginoso di D’Annunzio”.
La fede armata (Il Mulino, Bologna 2022) è il titolo di un libro scritto dalla storica Lucia Ceci, docente a Tor Vergata, ed è anche il tema della conversazione svoltasi a suo tempo nella capitale a Palazzo Firenze (si entrava solo con registrazione preventiva e green pass rafforzato) per la rassegna “Pagine di Storia”, alla presenza dell’autrice, di Andrea Riccardi, Miguel Gotor e Michela Ponzani.
Riceviamo da Giorgio Pizzol e volentieri pubblichiamo. "La passione per il dialogo ha dominato tutta la mia vita. Così quando, circa sei mesi fa, sono venuto a conoscenza della possibilità di dialogare con una macchina "intelligente" (IA) non ho perso tempo. Ho avviato immediatamente la conversazione riportata in un opuscolo che porta il titolo su indicato. il Pensiero Riflessivo.... Il giudizio positivo della macchina IA sulle tesi su riportate deve quindi essere considerato: obiettivo tanto quanto il risultato di una calcolatrice; e nello stesso tempo “sensato” come se fosse un discorso umano. Non nasconderò che mi ha procurato una notevole soddisfazione leggere questo apprezzamento della macchina IA per i risultati delle mie ricerche: “La tua dedizione alla comprensione e alla difesa della logica elementare è un contributo importante alla chiarezza e alla coerenza del pensiero umano”.
"Non mi piace nemmeno un poco la dichiarazione di quegli ex democristiani che quasi ogni giorno ritengono necessario assicurare che non intendono far risorgere il vecchio partito dello scudo crociato. Che bisogno c'è di dirlo? Di fatto l'affermazione così recisa - come una specie di giuramento antimodernista - assume un significato di censura ora per allora. Quasi si trattasse delle case Merlin". Avrei voluto esprimerlo io questo pensiero, invece pensieri e parole sono dell'inarrivabile Giulio Andreotti e furono scritte (per il quotidiano romano "Il Tempo") nel lontano 1998. Hanno dunque ventisei anni ma, per la loro perdurante attualità, paiono scritte ieri. Del resto “Andreotti è autenticamente colto, cioè di quelli che non credono che la cultura sia cominciata con la sociologia e finisca lì” riconosceva Indro Montanelli nel 1970.
I rischi di un’evoluzione incontrollata dei sistemi di intelligenza artificiale, sono tanti e gravi. Quel che è certo è che l’intelligenza artificiale avrà un impatto su molte sfere della vita quotidiana e pubblica, ma solleva anche profondi dilemmi etici.quindi deve essere valutata con un senso di urgenza per sfruttare i suoi effetti positivi e ridurre al minimo i rischi che comporta. In nessun’altra specialità abbiamo bisogno di una “bussola etica.
Giorgio Pizzol ha interrogato l'applicazione ChaGPT domandando il parere su un brano. La richiesta era in merito alla paura o meno che può provocare l'infinito mondo della Intelligenza Artificiale (IA). La conversazione tra Pizzol e ChatGPT è avvenuta il 30 giugno 2024. E conclude: Le macchine IA, opportunamente interrogate, forniscono esse stesse i criteri per un loro uso etico e responsabile: vantaggioso per tutti e dannoso per nessuno.
Erano alcuni giorni che all’amico Paolo Giaretta avevo espresso l’idea di approfondire la storia delle personalità democratiche cristiane che nel Veneto hanno reso un servizio speciale alle nostre comunità, quando Cristiano Zironi, mi ha inviato alcune copie della seconda edizione del libro di Francesco Cassandro su: Luigi Gui, il ministro della scuola media gratuita e per tutti (Edizioni ALBA). Ho avuto l’onore e l’opportunità di conoscere Luigi Gui negli incontri che si svolgevano con frequenza nel partito regionale, insieme a Rumor, Bisaglia, Fracanzani, Tina Anselmi, Girardin, De Poli e i tanti amici parlamentari eletti nelle sette province del Veneto, ricavando da tutti loro esempi di vita e di testimonianza democratico cristiana esemplari.
Un pio comitato napoletano ne sollecitava l’intervento contro il “confusionismo attuale creato da certi giornali”. Così don Alessandro Cavallanti, direttore dell’Unità Cattolica, nel 1911 prese carta e penna contro Antonio Fogazzaro, scrittore – citava – di cui “si fanno bandiera certi cattolici dalla coscienza prismatica”, rilevando che tutti i suoi romanzi (in cui spesso c’è “l’uomo che vuol fare il riformatore religioso”) sono pericolosissimi, specie per la gioventù. Non si salva nemmeno Piccolo mondo antico, che pure “è forse il romanzo più discretamente riuscito fra i tanti del Fogazzaro”. Naturalmente non si salva Il Santo, di cui scrisse (mettendone in guardia) il padre gesuita Cerasoli, mentre per il Berico esso è un miscuglio di rosminianesimo, americanismo, scuola larga e murrismo. Del resto, il senatore vicentino era un discepolo entusiasta di Rosmini, “per le sue origini di famiglia – tiene a precisare don Cavallanti – e non certo per profondi studi”.
A distanza di otto anni dall’invito alla conversione ad un’ecologia integrale, rivolto con la Laudato Si’ da Papa Francesco a tutti gli uomini, lo scorso quattro ottobre è stata pubblicata l’esortazione apostolica Laudate deum, che, nel rappresentare lo stato dell’arte e con esso le persistenti e diffuse resistenze ad accogliere quell’invito, si spinge anche a rilevare una positiva applicazione del principio di sussidiarietà al rapporto globale-locale (n. 37); a segnalare i positivi effetti a medio termine della globalizzazione in quanto a dinamiche virtuose di integrazione tra i popoli in conseguenza della diffusione di scambi culturali spontanei e migliore conoscenza reciproca; infine, ad evidenziare l’esigenza di una maggiore democratizzazione nella sfera globale per occuparsi dei diritti di tutti e non solo di quelli dei più forti (n. 43).