IL POPOLO

Editoriali

L’edizione 2025 del Meeting di Rimini si conclude con il solito calore dei partecipanti, giovani e non. Gli applausi sono stati copiosi, come sempre. L’attenzione dei commentatori e dei giornalisti si è rivolta alla intensità e lunghezza degli applausi e non ai contenuti degli Interventi. Si possono esprimere tesi interessantissime, ma se il relatore che li declina non è un big non riscalda i cuori e l’intensità degli applausi è quella standard. Le standing ovation sono state preventive come è accaduto alla Meloni acclamata al solo annuncio dell’intervento. E’ possibile che nessuno a Rimini abbia avuto un sussulto, una reazione quando la Presidente del Consiglio ha ripreso a parlare dei disegni del premierato e dell’autonomia differenziata? Due progetti inaccettabili da parte di chi ha amore della Libertà.
Le guerre continuano con il carico di immani tragedie. Summit internazionali ai massimi livelli non son serviti nemmeno a sospendere l’ecatombe di innocenti e di giovani generazioni in armi. Ucraina, Gaza sono divenute il simbolo di vicende infami che pensavamo passate. Le regole,il diritto internazionale, i principi fondamentali alla difesa della vita, a cui si informano gran parte delle Costituzioni moderne e i manifesti alla base degli organismi internazionali, sono echi lontani coperti dal fragore delle bombe e dalla disperazione.
La sceneggiata è finita. Un buffone e un criminale si sono dati la mano e hanno deciso di fare affari. Dopo Anchorage sono i due protagonisti del momento. L’uno legittima l’altro e tutti e due mettono in scena l’amico ritrovato. Il mondo tace e nessuno vomita. La conclusione di questo famoso incontro è che Putin ha vinto e Trump ha perso. Un po’ come ai tempi di Biden, quando chi vinceva negli incontri televisivi era Trump e Biden perdeva colpi. Ha confermato la vacuità del negoziatore americano. Putin scendeva dall’aereo e Trump gli batteva le mani, tutto contento, come un bambino davanti a un fuoco d’artificio.
Dopo la conclusione del vertice tra Trump e Putin in Alaska gran parte dei commenti hanno deciso che l’incontro è stato “vinto” da Putin. E’ prevalsa una valutazione agonistica pericolosamente riduttiva e diversiva. Le attese della vigilia si sono smarrite in un cerimoniale ricco di attenzioni riservate al nuovo zar; è l’aspetto rilevante del Summit che ha confermato gli ottimi rapporti tra i due capi di Stato.
Spesso date e avvenimenti del passato sono ricordate con superficialità. Si ricorda il giorno della nascita della nostra Repubblica senza interrogarsi sul perché la Costituzione repubblicana abbia subito e subisca pericolose trasformazioni illiberali. L’8 Agosto del 1959 moriva don Luigi Sturzo, il fondatore del Partito Popolare, l’artefice dell’impegno dei cattolici nella vita politica dopo il lungo periodo del “non expedit” seguito dopo la fine del potere temporale della Chiesa e la “breccia di Porta Pia” del 20 settembre 1870... Sturzo fu il protagonista coraggioso e illuminato. L’appello sturziano ai liberi e forti poneva l’Uomo al centro del divenire in cui valori di giustizia, di libertà e di uguaglianza andavano attualizzati nel solco della dottrina sociale cristiana della Chiesa.
La proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre il cancellierato e la proporzionale con le preferenze del Comitato referendario di Iniziativa Popolare pone una questione centrale di agibilità democratica. Le riforme dei sistemi elettorali sono state lo strumento non tanto occulto di un passaggio dalla pienezza della democrazia ad una fase decadente. Una crisi delle istituzioni non più rappresentative dei cittadini, ma espressione di oligarchie formatesi con sistemi elettorali illiberali, che hanno spazzato i Partiti politici e movimenti di massa.
Penso sia cosa utile riprendere gli insegnamenti di economia e di politica economica che mi sono stati trasmessi da insegnanti seri dell'ITC Tambosi (ricordo il prof. Videsott) e poi dell'Istituto Superiore di Scienze Sociali (ora Sociologia) di Trento quando ero studente. Il dazio era un normale strumento di politica economica che serviva a tutelare le attività economiche in un sistema dal rischio di loro impoverimento o eliminazione causa concorrenza esterna.... Ciò che fa male nell'attuale reazione degli USA alla globalizzazione è l'uso dei dazi come strumento di pressione politica, anche per smantellare gli embrioni di governo globale che l'ONU e altre agenzie ed enti avevano costruito per avere pace e sviluppo diffuso.
L’on.Gemelli con lucidità ha affrontato le problematicità dell’Unione Europea (https://www.ilpopolo.cloud/editoriali/1810-il-ppe-e-l-unione-europea-oggi.html). Come si può parlare seriamente di integrazione europea e di Stati Uniti di Europa se i trattati da Mastrict e Lisbona sono stati passaggi rilevanti per obiettivi economici,ma hanno messo una pietra tombale sui sogni di una Europa Unita ?
In queste ultime settimane sono accaduti eventi di significativo peso nelle relazioni internazionali. Infatti, se, da un lato, si sta consumando uno scontro commerciale duro ed inedito fra Usa ed UE sull’applicazione dei dazi reciproci, in una cornice che non si esaurisce all’aspetto delle importazioni ed esportazioni, ma investe anche normative europee di primaria importanza per i colossi americani del digitale come il “Digital Markets Act” ed il “Digital services Act”, dall’altro, nuovi accordi politico militari si sono firmati fra Regno Unito, Polonia, Francia e Germania, per creare un primo nocciolo di Difesa militare strutturata fra stati europei, al di fuori del Trattato sull’Unione Europea (TUE) ed al di fuori della Nato.
La certezza che si seguono alcune logiche avulse dall’obiettivo di fare il “bene comune”, ma solo per rispondere alle esigenze di mercato e, in questo caso, del mercato dei produttori di armi, prevalentemente statunitensi, non può essere smentita; questo non sappiamo dove possa portare la nostra Unione Europea, dal momento che, come terzo produttore del PIL mondiale, non riusciremo a contrastare l’accordo in fieri che potrebbe profilarsi a Pechino nella Festa nazionale dell’autunno tra Xi Jinping, Putin e Trump, che probabilmente sarà presente. Bisogna rifondare il PPE con una assemblea popolare partecipata da tutti i democratici cristiani e popolari d’Europa degli 84 partiti membri, provenienti da 43 Paesi, tra i quali Forza Italia, che prima, con Berlusconi, era riuscita a rappresentare il nostro Paese con posizioni significative.