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Domenica 22 ottobre u.s. papa Francesco ha avuto un colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sui conflitti nel mondo e “sulla necessità di trovare vie di pace ”. Il colloquio, secondo un comunicato vaticano, è durato circa 20 minuti e " ha avuto come argomento le situazioni di conflitto nel mondo e la necessità di trovare vie di pace". Papa Francesco ha più volte espresso la sua profonda preoccupazione per due conflitti attuali, l’invasione russa dell’Ucraina e quella scatenata nella Striscia di Gaza tra le milizie islamiste palestinesi di Hamas e Israele.
La fede non è più – riconosceva Benedetto XVI undici anni fa – un ovvio presupposto del viver comune (figurarsi oggi!). Nel motu proprio dal bellissimo titolo “La porta della fede” (Porta fidei), uno degli ultimi atti del suo pontificato, papa Ratzinger sottolineava l’esigenza di riscoprire proprio il cammino della fede, leggendo i testi del Concilio in maniera appropriata all’interno della Tradizione della Chiesa e cimentandosi nella nuova evangelizzazione, grazie anche ad un rinnovato impegno missionario.
Il rappresentante del Papa "sta per venire ancora una volta" a Mosca. "Siamo tutti pronti a incontrarlo, tutti pronti a parlare", ha detto il ministro degli Esteri di Putin dopo aver appreso dell'incontro di Zuppi con Pechino. A giugno il cardinale non ha potuto incontrare né il ministro degli Esteri né il presidente russo. Cosa è successo in queste ore? È una scommessa coraggiosa, ma appare chiaro che qualcosa deve essere cambiato da parte russa per accettare, ora, una mediazione che in passato aveva dichiarato inutile.
La Santa Sede in un breve comunicato, sottolinea che entrambe le parti hanno concordato sulla “necessità di unire le forze” per “favorire il dialogo e trovare vie che conducano alla pace”. L'incontro del cardinale Matteo Maria Zuppi, avvenuto presso la sede del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica popolare cinese, “si è svolto in un clima aperto e cordiale” ed è stato interamente dedicato “alla guerra in Ucraina e alle sue drammatiche conseguenze”.
Dopo tre giorni in giro per la Mongolia, Papa Francesco ha concluso il suo 43° viaggio apostolico diventando il primo Pontefice a mettere piede su questa terra. In un Paese a maggioranza buddista e musulmana, il Santo Padre ha avuto incontri con le autorità civili e religiose del Paese con l'obiettivo di rafforzare e promuovere la piccola ma vigorosa comunità cattolica, frutto di decenni di lavoro missionario. Verso le 5:00 ora di Roma, il Papa Francesco ha iniziato il suo viaggio di ritorno a Roma dall'aeroporto Genghis Khan di Ulan Bator.
Nel corso del suo 43° Viaggio Apostolico, Papa Francesco esaudirà il desiderio di San Giovanni Paolo II , che aveva programmato di visitare il Paese nel 2003 in occasione del decennale dell'arrivo dei primi missionari in Mongolia, ma l'aggravarsi delle sue condizioni della salute glielo ha impedito. Nel corso del suo pontificato, la bussola di Papa Francesco ha tracciato la rotta verso sei Paesi che finora non avevano ricevuto la visita di nessun pontefice: Birmania nel 2017, Emirati Arabi Uniti e Macedonia del Nord nel 2019, Iraq nel 2021, Bahrein nel 2022 e Sudan del Sud nel 2023.
Le Chiese ortodosse e cattoliche possono unire le forze per servire la causa della pace e della giustizia. Lo ha detto oggi il Patriarca ortodosso russo Kirill durante l'incontro con l'inviato di Papa Francesco, il cardinale Matteo Zuppi. per la pace in Ucraina. Secondo Kirill, che ha accolto con favore la visita di Zuppi e ha sottolineato il suo "importante servizio al suo popolo", "è importante che tutte le forze del mondo si uniscano per prevenire un grande conflitto armato ".
Nel comunicato dell’assemblea estiva dell’Episcopato Austriaco si legge un forte attacco alla comunità europea, accusata di essere “troppo indecisa e priva di empatia di fronte alla questione globale dei rifugiati”. I presuli hanno sottolineato che “dal 2014 almeno 20.000 persone sono morte nel Mediterraneo mentre fuggivano”. Poi hanno messo in guardia: “esiste il pericolo molto concreto che i centri di accoglienza previsti alle frontiere esterne dell’UE non soddisfino i requisiti dei diritti umani”. Come ha ricordato il Papa nel recente messaggio per la giornata del migrante e del rifugiato, i vescovi austriaci hanno ribadito che “è fondamentale l’impegno della comunità internazionale nella lotta alle cause della fuga”.
La nostra grande famiglia si stringe con sentimenti di vicinanza e affetto attorno a Papa Francesco che proprio in queste ore è sottoposto a intervento chirurgico presso il Policlinico Gemelli in Roma. Uniti ad amici e conoscenti innalziamo le nostre preghiere al Signore per la sua pronta guarigione, e invitiamo tutti gli uomini e le donne di buona volontà di tutto il mondo a intercedere presso l'Altissimo, affinché il Papa possa continuare il suo ministero pastorale nella Chiesa.
Il 3 giugno sono trascorsi 60 anni dalla santa morte di Papa Giovanni XXIII in Vaticano. È il giorno del suo natale in paradiso. Il suo pontificato è stato lungo poco meno di un lustro; tornò alla casa del Padre alle ore 19:49 del 3 giugno 1963, mentre in Piazza san Pietro il Cardinale Vicario di Roma concludeva la Santa Messa. Fu canonizzato da Papa Francesco il 27 aprile 2014 assieme a Giovanni Paolo II. A dichiararlo beato era stato proprio Papa Wojtyla, il 3 settembre 2000.