IL POPOLO

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Ci abbiamo provato, alla fine il risultato è da prefisso telefonico. Prendiamone atto, con una disaffezione aumentata del 17% rispetto alle ultime regionali, e l’astensione dell’elettorato al 44,7 % (11,7% in più rispetto al 2020) , un centro alternativo alla destra e alla sinistra nel Veneto, come probabilmente in Italia, non esiste più. Nonostante una legge proporzionale, seppur con uno sbarramento al 3%, anche stavolta è prevalso “il voto utile” che, nel Veneto, è suddiviso tra il 62-63% alla destra e il 27-29 % alla sinistra.
Ad Arco di Trento si torna a parlare dell’avvocato Scipio Sighele. Elena Bovo, autrice di “Pensiero della folla, pensiero dell’inconscio”, si propone infatti di ridare oggi a Sighele – a livello non solo italiano, ma internazionale – il posto che gli sarebbe stato rubato. A tal riguardo ricorda che in Francia Sighele, di cui lei particolarmente apprezza l’idea di un’imitazione anche orizzontale (quindi “senza la necessità di un capo”) nel fenomeno della folla, era fino a poco tempo fa un perfetto sconosciuto (“adesso un po’ meno”), essendo stato letteralmente plagiato da Gustave Le Bon.
Nei giorni scorsi è scomparso il mio carissimo amico Pasquale Cerrelli di Casabona, comune del crotonese. Ai più il Suo nome non dice nulla. Non aveva incarichi particolari era stato sempre un militante e dirigente sezionale della Democrazia Cristiana. Non si imponeva al grande pubblico con discorsi forbiti. Non aveva titoli accademici ma aveva una grande sensibilità. Pasquale Cerrelli era dotato di grande cultura umanistica, intensa capacità di cogliere le trasformazioni della società, di interpretarle e viverle con trasporto. Era un Uomo inserito in un contesto sociale impegnato ad affermare valori e a perseguire ideali.
Era di umili origini Caterina: il padre, contadino, aveva un torchio in paese. Il marito, conte Carlo Cervis, era un grande amico di d’Annunzio. “Con il naso schiacciato e non molto alto di statura – informa Massimiliano Colonetti -, il conte, che per un un periodo gestì (impresa sfortunata) il Casinò di Gardone, era un tipo particolare. Simpatico e stravagante, aveva fatto l’allevatore di maiali e il pugile. Quando lo salutavano, scendeva dalla sua bicicletta, si fermava a spiegare i segreti del suo sport preferito (la boxe) e mimava come colpire l'avversario”. Il conte Cervis è ricordato anche quale primo presidente della Fraglia della vela di Gardone.
Sono trent’anni che la DC è scomparsa dal consiglio regionale del Veneto, dopo oltre un ventennio di egemonia-dominio (1990-2015) alla guida del “ Veneto bianco”. Dopo i diversi falliti tentativi di ricomposizione del partito (2012-2025) finalmente è in atto un tentativo encomiabile col movimento-partito dei Popolari per il Veneto. Il movimento, promosso dagli amici Iles Braghetto e Luciano Finesso, è presieduto dal prof Silvio Scanagatta dell’Università di Padova, sostiene la candidatura di Fabio Gui a Presidente della giunta regionale del Veneto, sulla base di un programma (vedi allegato) ispirato dai valori del cattolicesimo democratico, liberale e cristiano sociale.
L’Università di Trento ha deciso di inaugurare l’anno accademico, alla presenza del presidente della Repubblica, con l’intitolazione della Biblioteca di ateneo ad Alcide De Gasperi. “È un’ottima iniziativa – è il commento di Lorenzo Dellai, già deputato e presidente della Provincia autonoma di Trento -, per la quale dobbiamo ringraziare il magnifico rettore Flavio Deflorian che l’ha ideata e il Senato accademico che l’ha approvata”. Cogliendo una valenza di straordinaria importanza nell’attuale fase storica, Dellai precisa che questa decisione è dell’Università che è “in Trento”, con uno specialissimo status giuridico di valenza territoriale, inedito nel nostro Paese, ma non è “di Trento” nel senso di una ristretta visione domestica.
Sono trent’anni che in consiglio regionale non sono eletti esponenti della nostra tradizione politico culturale democratico cristiana e popolare. Finalmente alle prossime elezioni regionali avremo la possibilità di inviare a Palazzo Ferro Fini qualche amico di area, grazie all’iniziativa assunta da I Popolari per il Veneto. Il movimento-partito ha avuto tra i protagonisti gli amici Iles Braghetto e Luciano Finesso ed è presieduto dal prof Silvio Scanagatta, docente dell’Università di Padova. L’impegno adesso è di far conoscere il programma e i candidati alle nostre amiche elettrici e ai nostri amici elettori per garantire alla lista di centro dei Popolari per il Veneto il consenso più ampio, tale da far ritornare finalmente in consiglio regionale rappresentanti della nostra cultura politica.
“Sacerdote”. Così, semplicemente, s’intitola il fresco volume che ricorda la figura di don Vito Libera, zio dell’ingegner Vito Bertè, attuale segretario politico della Dc trentina. Don Libera, classe 1923 come Giosi Guella ed Egidio Molinari, rimase per 37 anni a Riva del Garda essendone parroco dal 1971. Viene in mente don Bortolo Bellicini, che “fu lungo esempio di bontà e di semplicità a noi tutti”, come ne scrisse Gabriele d’Annunzio donando mille lire per i poveri alla parrocchia di Gardone Riviera. Il libro si deve alla penna di Claudio Molinari, già sindaco, assessore provinciale trentino e senatore della Repubblica ed è una pubblicazione autoprodotta, affidata come costume dell’autore alla tipografia Tonelli di Riva del Garda. Una nota di colore: nel testo ricorre spesso l’aggettivo “impegnativo”, che Molinari usa ripetutamente come faceva il compianto Attilio Mazza con la parola “intrigante”.
Seguo con interesse il dibattito aperto sulle prossime elezioni comunali veneziane e, in particolare, i contributi offerti dagli amici Ugo Bergamo, con il suo movimento “ Venezia è tua” e Paolo Bonafè, con “Azione Venezia” e considero quanto mai proficui i contributi di programma che, entrambi gli amici, stanno proponendo per la nostra città e, onestamente, non rilevo distinzioni significative. Ho molto apprezzato nel documento di programma di “Venezia è tua”, la riproposizione della vecchia proposta dei DC e popolari veneziani della free zone a Marghera e il contributo degli amici di World Lab di economia solidaristica da realizzarsi attraverso gli APAM "Atenei Parrocchiali di Arti e Mestieri (APAM).
Nei giorni scorsi si è svolta a Roma, alla Domus Australia, la commemorazione del marchese Luigi Coda Nunziante di San Ferdinando, nato a Napoli nel 1930 e morto a Colognole di Collesalvetti giusto dieci anni fa. L’amico conte Massimo Paltrinieri non lo ha mai sentito nominare, Roberto de Mattei sì e ricorda che Luigi Coda Nunziante apparteneva per nascita ed educazione alla classe dei soldati. Era entrato nel 1948 nell’Accademia navale di Livorno, uscendone nel novembre 1952 come guardiamarina. Fu quindi pilota militare di portaerei e per vari anni prestò servizio nei Gruppi Antisom di Catania e Napoli.