Internet è uno strumento di comunicazione trasversale, consente agli utenti di connettersi fra loro indipendentemente dal luogo geografico, dalla lingua, dalla religione, dalle tradizioni. Ciò abolisce i confini nazionali che in passato limitavano la comunicazione fra gli utenti.

È la globalizzazione, Internet resta un terreno anarchico ma allo stesso tempo molto democratico che non può essere controllato da nessuno.
È un universo immenso, parallelo al nostro. Una dimensione in cui chiunque può trovare di tutto, contrariamente alla scarsità del mondo reale. Economicamente i costi supportati nel mondo virtuale sono molto più bassi paragonati ai costi dell'economia reale, ma ciò che ci interessa sono i costi marginali: nella rete i costi sono quasi nulli.

A causa delle caratteristiche morfologiche del web è destinata a prendere il sopravvento una fruizione gratuita. I contenuti digitali costano meno e quindi perdono valore.

Ci sono due modelli di sfruttamento: il primo consiste nel finanziamento tramite pubblicità in cui gli inserzionisti pagano perché i consumatori possano fruire gratuitamente. Ciò consente ai produttori di recuperare i guadagni grazie agli inserzionisti nei casi in cui i consumatori non siano disposti a pagare per il consumo dei prodotti. Un esempio potrebbe essere tutti quei siti gratuiti che guadagnano tramite le pubblicità. Il secondo modello è il freemium, quando un sito è finanziato da pochi consumatori paganti (che magari hanno accesso a funzioni avanzate rispetto al pacchetto base) e una fetta degli utenti ha accesso comunque ad una fruizione di base gratuita.

Ma la distribuzione digitale deve fare i conti soprattutto con quella che viene definita “Gift Economy” (economia del dono).

Internet è una fonte infinita di risorse dove non c’è un copyright. La Gift Economy nella rete, tralasciando l’etica sul diritto d’autore, può essere un vantaggio per la società: diffonde cultura e informazione libera in un contenitore pressochè infinito.
È certo che, non si può pensare che tutto possa sempre essere scambiato e condiviso in assoluta libertà di fruizione ed in forma gratuita. È necessario trovare un equilibrio fra libero scambio e logiche di mercato, cosa che nella distribuzione audiovisiva in rete non è stata ottimizzata. La Gift Economy può assumere tre forme diverse nell’infinito mondo di internet. La prima tratta le piattaforme users generated dove gli utenti possono esporre i propri contenuti come Youtube.
La seconda tratta i progetti dove diversi utenti lavorano in comune, i software open source come il sistema operativo Linux.

La terza forma riguarda i siti che consento la condivisione di contenuti e risorse tra gli utenti (il peer to peer) ha consentito la condivisione globale di file espandendo globalmente la pirateria. Dobbiamo distinguere il file sharing dalla pirateria. Infatti, il file sharing è la condivisione dei file: ogni utente che baratta un file per un altro equipollente.

Mentre in un sistema client-server esiste una gerarchia che va dal server fornitore al cliente, il peer to peer avviene tra pari e sono gli stessi utenti a fornire ad altri utenti le risorse. Anche all’epoca della diffusione del VHS e più tardi del VCR c’era una tipologia di fruizione illegale, perché una videocassetta fruibile solo in un contesto domestico veniva riprodotta anche in altri contesti vietati.

Con l’avvento del mondo digitale si è raggiunto un livello d’illegalità dal valore enorme in materia di perdite economiche da parte di produzioni e distribuzioni. La digitalizzazione ha reso possibile la condivisione di risorse fra utenti in maniera globale, infrangendo ogni forma di copyright. Risulta rilevante esporre alcuni pro e contro oggettivi rispetto al file sharing.

I contro possono essere l’ignota provenienza del file scaricato, dietro il quale purtroppo sempre più spesso si nascondono virus.

Il sistema del file sharing risulta decisamente sbilanciato in quanto la maggior parte degli utenti scarica i contenuti invece di condividerli. Il problema principale è il danno economico verso le produzioni. Se gli utenti hanno la possibilità di scaricare gratuitamente film e contenuti audiovisivi che gli interessano, i produttori e distributori non avranno un guadagno e di conseguenza non riusciranno a coprire totalmente i costi totali. Questo renderà poco conveniente investire in prodotti cinematografici.

Per risolvere questo effetto collaterale della “Gift Economy” ecco il preponderante avvento delle piattaforme digitali di tipo “SVOD” acronimo di subscription video on demand, cioè piattaforme di contenuti audiovisivi-cinematografici in cui il consumatore ha la possibilità di fruire di un intera Library di film, documentari, Tv show e serie Tv in alta qualità previo sottoscrizione di una tassa fissa mensile o annuale rinnovabile o meno a seconda della volontà dello stesso.


Andrea Marras