di Ruggero Morghen
“LLa devozione mariana – afferma Ettore Gotti Tedeschi, già presidente dell’Istituto per le opere di religione – in questo momento è una riabilitazione formidabile della Madre di Cristo, declassata fino a poco tempo fa come discepola”. Ecco, appunto, i segni mariani, i segni della presenza di Maria nel Riminese. Una devozione avviata dai Francescani, la “legenda” di Covignano relativa alla Madonna delle Grazie, le immagini di Maria nelle chiese, nelle cappelle rurali, nelle case, lungo le strade. La Madonna dall’acqua, venerata in cattedrale, e quella della Scala.Ne ha parlato al santuario della Madonna della Misericordia, in via Santa Chiara, don Gabriele Gozzi (“De Maria numquam satis”), vice direttore dell’Istituto di scienze religiose intitolato ad Alberto Marvelli (“Maria è il modello della forma primitiva, originaria della Chiesa”), mentre la biblista Rosanna Virgili si è soffermata sul “segno di Cana”, rappresentando la maternità di Maria come “luogo evolutivo dell’umano”.
Nell’occasione la Biblioteca diocesana “E. Biancheri”, con sede a Rimini in via Covignano, segnalava alcune pubblicazioni sul legame tra Rimini e la figura della Madonna. Tra esse, del 1851, “Del prodigioso movimento degli occhi nella Sacra Immagine di Maria Santissima del titolo di Madre della Misericordia cominciato in Rimini nel giorno 11 maggio 1850 e durato in seguito per molti mesi”. Il volume contiene la “relazione estratta dall’autentico processo appositamente compilato dalla ecclesiastica curia della stessa città”.
Da segnalare anche, a conclusione del convegno intitolato “Maria e Rimini: un legame indissolubile”, uno spettacolo musicale con i “Divivaluce”: “Segni di speranza – questo era il titolo -: Maria e le donne sulla sua scia”. Ad applaudirli anche don Giuseppe Pandolfo, dei missionari del Preziosissimo Sangue, rettore del santuario “Mater misericordiae”.
Nella parrocchia di Maria ausiliatrice intanto, uno dei diciotto luoghi giubilari della diocesi di Rimini (inserito peraltro nella zona pastorale Flaminia), e presso l’oratorio salesiano “Alberto Marvelli” di via Parisano, ecco “Salesiani in festa!”, ossia “Una famiglia che si ritrova, un’amicizia che si rinnova”. “Una chiesa giubilare – commenta don Roberto Smeriglio – per la sua posizione viva e dinamica, nel cuore pulsante della città, in mezzo a giovani, famiglie e turisti”. E chiesa giubilare per la sua storia salesiana. Non mancavano nell’occasione della festa - “festa di carisma salesiano vivo nel presente”, dedicata a Maria ausiliatrice - due espressioni dello sport in ambito salesiano, la banda giovanile della città di Rimini, performance di acro-figures e un po’ di burraco solidale per gli “amici del Panda”.