di Ruggero Morghen



Inguaribile ottimista, Vito Bertè è uno che, se vede un bicchiere riempito a metà, dice senz’altro che è mezzo pieno, non mezzo vuoto. Anche così, forse, si spiega l’analisi che il segretario politico della DC trentina offre a proposito della recente tornata amministrativa, che ha visto il rinnovo di 154 consessi civici nella provincia.

A Trento capoluogo la lista con candidato sindaco Geat è riuscita ad ottenere il 5% dei consensi e due seggi. “Sembra realistico pensare – osserva Bertè - che per tale risultato il contributo del Centro Popolare sia stato decisivo, se si considera che Generazione Trento ha ottenuto solo 180 voti più della lista di Demarchi e che la lista Federazione DC nel 2020 aveva ottenuto 346 voti”.

Anche a Riva del Garda il segretario vede qualche motivo di soddisfazione, nonostante il risultato non certo brillante del proprio candidato. Silvia Betta infatti, appoggiata dal Centro Popolare, è riuscita comunque a portare in consiglio comunale cinque consiglieri, ben saldi all’opposizione rispetto alla coalizione vincente guidata da Alessio Zanoni, nuovo sindaco della città gardesana. 

La direzione provinciale concorda con quest’analisi e, dunque, ritiene opportuno mantenere vivi i contatti avviati con la Betta in fase elettorale, anche col concorso di figure storiche della DC locale quali Mario Daves e Giuseppe Sansoni, particolarmente attento quest’ultimo al problema della casa, che si presenta drammatico nella “Busa”. Per quanto riguarda gli altri Comuni, si segnala l’elezione a sindaco di Daniele Gubert a Imer e di Matteo Degaudenz a Telve. A Borgo Valsugana, invece, l’apparentamento tra Galvan e Dalledonne non ha avuto l’esito sperato.

Fin qui la DC trentina, mentre le ACLI provinciali rilevano un certo fermento nel mondo cattolico sui temi della partecipazione politica, nel tentativo non facile di attivare la partecipazione politica e sociale dal basso per “rigenerare comunità e tenere insieme coesione e innovazione”. Le ACLI esprimono l’auspicio che nei nostri municipî, piccoli o grandi che siano, rinasca il senso del bene comune e confermano che il voto, comunque espresso, è stata “un’occasione per ridare speranza e dignità alla gente”, nonché “uno spazio per riconnettere i cittadini con la politica”.