A conclusione del convegno “L’Europa abbraccia l’Africa 2023” è stato lanciato un appello alla Commissione  Europea e al Governo Italiano per valorizzare ed implementare i finanziamenti a quelle  buone pratiche di microprogetti e microimprese, gestiti da missionari, ONG e PMI,   sperimentati con grande successo negli  anni  a favore delle popolazioni rurali in Africa.

L’appello letto da Giuseppe Rotunno, presidente del Comitato per la Civiltà dell’Amore e sottoscritto da Andrea Stocchiero, rappresentante del FOCSIV-Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontariato, da Emmanuele Di Leo, Presidente della Steadfast NGO e del Coordinamento Dillo sui tetti,  da Prisca Ojok Auma Presidente di La mia Africa Italia,  da Stefano Bani, presidente del Forum Cultura Pace e Vita di Roma e da Pietro D’Amore di  Cuore Digitale, è il seguente:

L’Europa abbraccia l’Africa, non è uno slogan, ma una determinazione e una postura da recuperare tra i due Continenti che si affacciano sul Mediterraneo.

Due continenti in crisi: il primo in crisi di identità, pur essendo l’Economia più forte al mondo, nonché la Patria dei Welfare e dei Diritti Umani, fondata sulle radici ebraico-cristiane. Il secondo in crisi di crescita non solo con la sua popolazione, ma nella consapevolezza di essere il Continente più ricco del mondo in materie prime, necessarie agli altri Continenti, in primis l’Europa. Due Continenti che si sono incontrati lungo la Storia, in ultimo nella stagione colonialista, e che ora, riconoscendo il loro passato, possono aiutarsi a costruire un nuovo vicinato e un comune futuro di sviluppo sostenibile e integrale. 

A ciò potrà servire il Piano Global Gateway della UE dal ‘22 al ’27 di 300 Miliardi di euro, varato in parte significativa per l’Africa dove la maggior parte della popolazione vive ancora nei Villaggi dei loro avi e non ancora nelle nuove esplosive megalopoli. Considerevolmente anche ai Villaggi  va rivolta l’attenzione della UE con tale Piano, per favorire lo sviluppo sostenibile e integrale di tali comunità solidali per favorire così la stabilità dei loro Paesi e la salvaguardia ambientale dei loro territori, in un Continente vasto più di dieci volte la UE.

Perciò proponiamo che almeno i modesti fondi del Global Gateway espressamente riservati all’Africa, 3,5 Miliardi su 300 Miliardi di euro, per la sostenibilità delle popolazioni 

siano investiti in microprogetti, microimprese, microcredito nei Villaggi e nelle miriadi comunità solidali che fanno la maggior parte della popolazione africana, con la creazione di un apposito sportello per tali programmi.

Questo chiediamo dall’Italia alla Commissione Europea perché è realmente possibile, come è stato dimostrato con Programmi finanziati dal Trust Fund e anche da noi in Etiopia, dove con 1.253.000 di euro si è data la formazione ad una agricoltura più moderna ad una popolazione di 500.000 contadini, avviando il loro futuro ad uno sviluppo sostenibile nella propria terra. Con soli 3,5 miliardi di euro cosi facendo si aiuterebbe una popolazione contadina di 750.000.000 nei loro Villaggi di comunità solidali, senza sradicarli con l’emigrazione forzata. Con più fondi, nei 300 miliardi del Piano UE, destinando almeno i 18 Miliardi di euro previsti per le sovvenzioni a fondo perduto a Microimprese e Microprogetti in Africa si darebbe uno sviluppo più duraturo e sostenibile a quelle popolazioni.

Questa la proposta che nasce dall’esperienza di successo di Missionari, ONG e Piccole Imprese in Africa, che vogliamo condividere con il nostro Governo, alla ricerca della soluzione del dramma dell’emigrazione forzata, insieme alla nostra Europa”.

Questo appello è il frutto di molteplici esperienze che negli anni hanno visto impegnate le ONG protagoniste del convegno, durante il quale hanno illustrato risultati e testimonianze sulle loro attività nel continente africano, e hanno espresso le loro proposte per utilizzare al meglio i fondi messi a disposizione dalla Commissione Europea.

Le loro testimonianze sono state precedute dalla introduzione di Giuseppe Rotunno, presidente del Comitato per la  Civiltà dell’Amore, che ha letto una lettera del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Antonio Tajani. Il Ministro ha ricordato come “Il Piano Mattei offrirà un contributo essenziale a un più vasto progetto europeo di rilancio delle relazioni con il continente. La strategia “Global Gateway” dell’Unione Europa prevede già rilevanti stanziamenti da qui al 2027 per investimenti e creazione di opportunità di impiego, con un forte coinvolgimento del settore privato”, e come  “il Governo Italiano lavora a Bruxelles per mantenere l’attenzione dell’Unione Europea sull’Africa e per rilanciare con slancio l’impegno europeo verso il continente nei numerosi settori di comune interesse”, e che con “la Presidenza italiana del G7, il prossimo anno, continueremo a porre l’Africa al centro dell’agenda globale, anche in connessione con il G20 e gli altri fora multilaterali, in cui sosteniamo un maggiore coinvolgimento del continente africano”. 

A seguire le  relazioni dell’Ambasciatore Pietro Sebastiani, già direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e Ambasciatore Italiano presso la Santa Sede, che ha delineato l’evoluzione  dei rapporti tra Europa e Africa alla luce dei grandi mutamenti geopolitici contemporanei,  e dal Prof Stefano Zamagni, economista di fama mondiale e Presidente di Economy of Francesco, che ha illustrato il tema della ripresa di un piano Europa/Africa per lo sviluppo sinergico dei continenti, e di Andrea Stocchiero, referente FOCSIV e Concord Italia, che ha illustrato l’esperienza di successo costituita dal Trust Fund for Africa.  

Da tutti gli interventi è emerso in modo inequivocabile che   L’Europa è ad una svolta, e come sia indispensabile  puntare alle radici dello sviluppo non più in modo isolato ma in sinergia e in cooperazione con l’Africa, un continente così vicino,  così vasto e così ricco di risorse umane,  che deve essere sempre più  il partner  principale per  costruire il  nostro futuro.

Per questo  servono vasti Piani come il Global Gateway varato dall’Unione Europea per gli anni 2021/2027, ma occorre che siano aumentati  ( e non solo l’1% del GG) i fondi destinati ad  interventi capillari di sviluppo sostenibile di quella  maggioranza della popolazione africana, che per l’80% vive di agricoltura e abita in zone rurali.

Con 24 euro a persona si potrebbe lanciare vasto un programma di formazione agricola migliorando concretamente le condizioni di vita di 750 milioni di persone del Sud del mondo, come dimostrato anche in Etiopia con il Progetto Employ”, come ha detto nella sua  Relazione  Marco D'Agostini, del Comitato per la Civiltà dell’Amore,   collaboratore di progetti in Africa e già segretario della Commissione Esteri del Senato, rilevando come  occorra  che “almeno il fondo di circa 3,5 miliardi destinato dal Global Gateway all'Africa possa essere utilizzato in microprogetti di formazione agricola, microimprese e fondi di rotazione rurali usando energia solare”.

Gli interventi   sono stati tutti convergenti  sull’evidenza dei massimi benefici dei capillari investimenti con micro progetti e microimprese  nei villaggi poveri dell’ Africa, anche  per consentire alle comunità e alle famiglie di sfuggire al destino della emigrazione.

Il prof. Stefano Zamagni ha indicato come sia indispensabile che gli investimenti con i microprogetti e le microimprese siano armoniosamente inseriti nel mercato, anche con la creazione di un  marchio commerciale quale “Made in Africa”.

Cleophas Dioma, rappresentate di imprenditori Africani in Italia, ha posto l’accento sulla necessità che “accanto ai microprogetti sorgano anche le imprese: occorre per questo saper osare di più”.

Mentre Andrea Stocchiero, Rappresentante FOCSIV E Concord,   ha posto l’accento su come  “la Sicurezza in Africa sia la Sicurezza in Europa, e come  per  coniugare Europa e Africa sia importante l’apertura alla  Società Civile nel Government del nuovo Piano Strategico UE Global Gateway, proprio perché  deve essere privilegiato lo sviluppo locale”. Prisca Ojok Auma, imprenditrice di “La mia Africa Italia” ritiene indispensabile ed urgente di “non rubare la vita agli africani ma aiutarli in progetti di agricoltura sostenibile”.

Per  Silvia Stilli, Presidente di AOI (Associazione di oltre 150 ONG Italiane), è necessario  “Portare l’Africa al centro dell’Europa già con lo 0,70 del PIL destinato alla Cooperazione proprio attraverso  tanti microprogetti e microimprese.

Per Emmanuele Di Leo di Steadfast e Ditelo sui tetti ( Coordinamento di circa 100 Associazioni che promuovono la Vita sempre) “Il mondo si può e si deve  cambiare da villaggio in villaggio come sperimentato in Africa e anche in Nigeria”