1. DE GASPERI, LA FORMAZIONE MITTELEUROPEA E I RAPPORTI CON LA CHIESA TRENTINA

Alcide De Gasperi nasce a Pieve Tesino in Provincia di Trento il 3 aprile 1881 da Amedeo De Gasperi originario di Sardagna (TN) e Maria Morandini originaria di Predazzo (TN). Il padre era allora maresciallomaggiore con ruolo di capoposto nella Gendarmeria locale e la famiglia si componeva di ulteriori 2 fratelli e 1 sorella: Luigi Mario che seguirà il percorso sacerdotale morendo però giovanissimo all’età di 23 anni, Marcella la terzogenita e Augusto che riceverà la medaglia d’oro al valor militare per il suo ruolo nella battaglia di Gorlice. La famiglia De Gasperi si spostò per seguire il lavoro del padre a Civezzano nel 1894.

All’epoca il Trentino era una realtà territoriale dell’Impero Austro-Ungarico amministrato da Innsbruck infatti fin dal Medioevo la storia del Trentino è stata legata a quella del Tirolo e le vallate facevano parte del Principato Vescovile di Trento, che per otto secoli godette di un'autonomia speciale all'interno del Sacro Romano Impero Tedesco. Nella prima metà del XIX secolo, terminato il periodo napoleonico, il Trentino divenne parte della contea austriaca del Tirolo.

La formazione di De Gasperi sarà fin da subito legata al mondo ecclesiastico e religioso, partendo dal suo primo insegnante, il sacerdote Merler che lo seguirà durante la permanenza a Civezzano. Prosegue gli studi a Trento nel collegio vescovile, e completa gli ultimi due anni liceali nell’Imperial Regio ginnasio superiore, conseguendo la maturità classica nel 1900. In quell'autunno si iscrive al corso di filosofia dell'Università viennese e si laurea nel 1905 con una tesi su Carlo Gozzi drammaturgo e scrittore italiano.

Il cattolicesimo di De Gasperi prendeva ispirazione e forza nel tessuto sociale Trentino dell’epoca e da quel fermento sociale che stava maturando negli ambienti ecclesiastici e ne diventa attivo promotore in un contesto in cui la Chiesa stava acquisendo un ruolo centrale anche nella promozione sociale delle comunità. Un contesto fertile per un uomo di fede che con una spiccata sensibilità politica ispirata da una profonda spiritualità, tendeva comunque a concretizzare le proprie azioni a favore dei più deboli.

Il percorso universitario di Vienna segnerà una tappa fondamentale per De Gasperi. Il contesto in cui vive questa esperienza formativa è multietnico e ricco di spunti di riflessione in una società completamente diversa da quella in cui era cresciuto fino a quel momento. Il respiro internazionale di Vienna, le sfide innescate dall'industrializzazione e l’attivismo politico nei vari ambienti socio culturali, saranno uno straordinario e fertile campo di studio per De Gasperi. “Vienna è in quel momento una città cosmopolita, centro della raf inata cultura della Mitteleuropa, un autentico melting pot in cui si mescolano polacchi, ungheresi, cechi, sloveni, croati, rumeni, ruteni, slovacchi, italiani, crocevia di culture e di lingue, capitale spirituale di uno straordinario incontro di etnie diverse, in cui gli echi dei nazionalismi vengono stemperati dall’abitudine alla frequentazione, al confronto, e da una notevole propensione alla sovranazionalità.”

Anche nel contesto universitario De Gasperi si prodiga per essere un punto di riferimento nella riflessione collettiva e attraverso il suo ruolo di Presidente dell’AUCT (Associazione Universitaria dei Cattolici Trentini) allaccia rapporti e collaborazioni con il mondo Mitteleuropeo cattolico di Vienna diventando un esponente di riferimento e di collegamento anche con il mondo cristiano sociale italiano. Va ricordata la presenza importante e carismatica di Karl Lueger, in quel periodo borgomastro di Vienna e guida del movimento cristiano-sociale austriaco.

Quindi una sua prima forte esperienza di contatti e relazioni nelle quali De Gasperi non si limita ad essere osservatore, ma acuto tessitore di rapporti che travalicano i confini nazionali. Un primo importante momento di confronto lo ebbe a Roma durante i festeggiamenti per il papato di Leone XIII in cui portò all’udienza papale i saluti dell’AUCT, ma soprattutto ebbe modo di conoscere e farsi apprezzare dagli esponenti politici e clericali italiani dell’epoca.

Figura di riferimento per De Gasperi in quegli anni fu certamente quella di Monsignor Celestino Endrici che divenne Vescovo di Trento nel 1904. All’inizio del secolo la crisi economica si faceva sentire in modo forte nelle famiglie trentine ed era palese la difficoltà amministrativa dei Comuni nella gestione dei territori di confine con uno sbilanciamento dell’impero a favore delle popolazioni tedesche rispetto quelle italiane. Queste condizioni furono da stimolo per alcuni prelati, tra cui Endrici, nell’attivarsi direttamente per la salvaguardia delle comunità locali. Nacquero quindi movimenti cooperativistici e associazioni che si dimostrarono estremamente attivi anche sul piano politico seguendo le indicazioni dell’enciclica Rerum Novarum del 1891 di Leone XIII, che auspicava un ruolo attivo della Chiesa nella difesa delle famiglie e del mondo operaio.

Endrici si spese molto su questi temi e impegnato nell’opera di promozione dell’attivismo politico cattolico, riconobbe nelle qualità umane e di impostazione culturale di Alcide De Gasperi un possibile artefice di questo percorso nato anche a difesa dei principi cristiani dal liberalismo e dal socialismo marxista. Nel 1905 Endrici affida a De Gasperi la direzione de “La voce Cattolica” che diverrà a breve “Il Trentino”, un ruolo di responsabilità prima affidato solo a sacerdoti. Un cambio di passo fondamentale in un contesto in cui il giornalismo aveva una chiara connotazione politica e di formazione e quindi con il preciso intento di avviare un percorso a guida laica, ma in un contesto di estrema fiducia in De Gasperi e di come avrebbe guidato questo processo.

Scrive De Gasperi a Monsignor Endrici il 12 gennaio 1905: “Le nostre società operaie sono in decadenza, il nostro movimento è in una stasi pericolosa, la larga partecipazione alla vita pubblica, per poi dominarla è appena agli inizi. Ma nella gioventù accademica vive imperitura la memoria del vecchio Leone, e l'ideale fattoci brillare nelle sue encicliche, non si spegnerà. Chiusa la carriera universitaria, ricomincerà il lavoro, e  rà una gloria per noi il sapere che il Vescovo benedice la nostra opera. Mi segno di Vostra Altezza Reverendissima. Devotissimo figlio”.

Dopo l’elezione nel 1909 nel Consiglio Municipale di Trento, nel 1911 De Gasperi viene eletto in qualità di deputato trentino al Parlamento di Vienna. La sua provenienza da una terra di confine dell’Impero come il Trentino all’interno della minoranza di lingua italiana, lo avevano convinto dell’importanza del ruolo dell’autonomia come uno strumento di tutela dei popoli nei confronti dell’accentramento statale e come utile difesa al rafforzamento dei nazionalismi, che tanto lo preoccupavano e che si dimostrarono effettivamente la rovina della pacifica convivenza.

Il suo lavoro a Vienna fu quindi incentrato anche su queste tematiche improntate ad un lavoro in cui i valori cristiano sociali e la convinta difesa del principio che le autonomie dei popoli vanno protette ma anche guidate e coordinate in un assetto sovranazionale.

Anche il parlamento di Vienna sarà un luogo di grande formazione per De Gasperi, sede istituzionale dell’Impero Asburgico nel quale da sempre si tentava una mediazione tra i nazionalismi e l’idea più alta di una moderna e pacifica convivenza tra i popoli.

Nel 1907 la Camera bassa austriaca, di cui De Gasperi faceva parte, si componeva di dieci nazionalità e ogni deputato aveva il diritto di parola nella propria lingua nella convinzione statutaria di uguaglianza dei popoli: articolo 19 – Tutte le tribù dello Stato hanno uguali diritti e ciascuna tribù ha il diritto inviolabile di preservare e coltivare la propria nazionalità e lingua. Lo Stato riconosce la parità di diritti di tutte le lingue comuni nelle scuole, negli uf ici e nella vita pubblica. Nei paesi in cui vivono più tribù,

le istituzioni educative pubbliche dovrebbero essere organizzate in modo tale che ciascuna di queste tribù riceva le risorse necessarie per l’istruzione nella propria lingua senza essere costretta a imparare una  seconda lingua nazionale.

Per De Gasperi fu quindi un intenso e approfondito percorso di formazione culturale e sociale quello che visse prima in Trentino e poi a Vienna, e che costituì la struttura dei valori morali, sociali, religiosi e politici che negli anni successivi gli permisero di divenire un punto di riferimento nazionale ed internazionale.

 

Enico Galvan*

 

* Enrico Galvan

dottore in Scienze Politiche e Sociali

Nato a Trento nel 1975. Vive a Borgo Valsugana la  moglie Mara e il figlio Massimo. Dal 2005 al 2009 consigliere nel Consiglio Comunale di Borgo Valsugana nonché Presidente della commissione Culturale e Sociale. Dal 2009 al 2015 Assessore alla Cultura, Commercio, Turismo, Centro storico e Viabilità con l’incarico di portavoce del Sistema Culturale Valsugana Orientale. Dal 2015 al 2019 ha svolto il ruolo di Vicesindaco con varie competenze importanti. Dal 2019 Sindaco di Borgo Valsugana.