Fino alla metà degli anni ’70 del secolo scorso si diceva che la Costituzione italiana avrebbe potuto essere considerata valida in qualsiasi stato del mondo. Anzi avrebbe potuto persino essere la Costituzione che regolava i rapporti tra gli stati di tutto il mondo e, in futuro, la Costituzione degli Stati Uniti del Mondo. E ciò perché garantiva a tutti i cittadini il massimo di partecipazione democratica razionalmente pensabile mediante gli articoli 48, 49, 51. In sintesi: il “voto uguale” e l’uguale diritto dei cittadini a partecipare all’attività dei partiti.

Negli ultimi 30anni a seguito dell’approvazione di sistemi elettorali “maggioritari” sono stati aboliti i “partiti” come previsti dall’articolo 49 della Costituzione (i partiti-associazione). Dal 1993 i partiti sono stati sostituiti da “poli” e da “movimenti” sotto la guida di leader.

Gli attuali membri Parlamento italiano, eletti con leggi elettorali incostituzionali, sono tutti contro il Parlamento e contro la Costituzione. Infatti hanno ridotto drasticamente il numero dei seggi parlamentari e si preparano a cambiare ancora la Costituzione trasformando la democrazia italiana da “parlamentare” in “presidenziale” (probabilmente con una sola Camera).

I pilastri centrali della democrazia dettata dalla nostra Carta: i partiti e il Parlamento sono stati demoliti.

Il tradimento della Costituzione è stato consentito dal fatto che il 90 per cento degli italiani non ha mai voluto leggere e studiare la Costituzione mentre la grande stampa e la cultura accademica da oltre 40 anni continua a dire che la Costituzione Italiana è obsoleta.

I democratici sinceri (se ancora ci sono) chiedono oggi un sistema elettorale proporzionale puro: senza premi di maggioranza e senza sbarramenti. Questo sistema, dopo la drastica riduzione dei seggi del Parlamento diventa l’ultima trincea della democrazia.

Si dia a ogni partito il numero di seggi che gli spetta in proporzione ai voti ricevuti.

Non c’è altro modo per rispettare il diritto dei cittadini di eleggere e di essere eletti con “voto uguale” come stabilito dagli articoli sopra citati.

Democrazia, secondo la nostra Costituzione, è “voto uguale” altrimenti non è democrazia.

Non si dimentichi che l’art. 54 dispone che “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi”.

 

Giorgio Pizzol