Ad Abano Terme il professor Federico Talami se lo ricordano ancora in sella alla bicicletta, sempre inappuntabile in giacca e cravatta. Non era un formalista o un dandy: per lui l’abbigliamento era una forma di rispetto nei confronti degli altri. Nelle riunioni consiliari pretendeva da sé stesso, e lo avrebbe voluto anche dagli altri, un atteggiamento simile a quello che si aveva un tempo per recarsi in chiesa, tanto che soffriva quando vedeva alcuni consiglieri con un atteggiamento poco rigoroso. 

Figura luminosa di cattolico sociale, non era per la mediazione a tutti i costi. Assunse anzi posizioni molto nette, come quando nel 1971 impegnò l’amministrazione comunale a fianco dei lavoratori termo-alberghieri in sciopero, cosa che gli provocò forti resistenze anche all’interno del  partito.

Il suo antifascismo gli veniva dal padre, su questo era intransigente. Al tempo stesso però era anticomunista, per contrastare gli esiti totalitari di quell’ideologia. Tuttavia riconosceva un comune sentire con le forze della sinistra per il riscatto delle masse popolari e quindi si adoperò per raggiungere equilibri più avanzati, prima nei confronti dei socialisti e poi dei comunisti, al fine di allargare l’area democratica e il coinvolgimento dei cittadini nel governo della cosa pubblica. In questo si ritrovava pienamente nel disegno di Aldo Moro, figura a cui era molto legato. 

Il professor Federico Talami fu eletto per la prima volta sindaco di Abano Terme nel 1960. La prima grande opera messa in cantiere in questa tornata amministrativa fu l’allargamento del viale delle Terme, cui seguirono la circonvallazione nord e la Piazza Mercato. Poi venne deliberata la costruzione delle scuole Pascoli e Busonera.

Dal punto di vista politico la scelta più importante fu l’adozione del piano regolatore generale. Nel 1964 fece aderire il Comune alla campagna nazionale antipoliomelitica con il vaccino Sabin, per i bambini da tre mesi a sei anni.

Nel 1965, eletto sindaco per la seconda volta, diede impulso a un grande piano di edilizia popolare per dare case dignitose ai meno abbienti. Nel 1970 inaugurò la Biblioteca civica (ora a lui intitolata), una delle sue realizzazioni cui rimase più legato. Lo sviluppo della città fu aiutato dall’asfaltatura di strade e piazze, dall’estensione dell’acquedotto e della rete fognaria, dall’acquisto dello stadio di Monteortone.

Sindaco per la terza volta, nel 1972 accettò la donazione da parte della signora Isabella Bassi Rathgeb di una trentina di quadri, prevalentemente di pittori bresciani e bergamaschi. Questo atto fu il seme da cui tanti anni dopo germogliò il Museo civico. Sempre in quella tornata amministrativa venne costruita la scuola elementare Giovanni XXIII e furono ampliate le scuole esistenti. Proseguì inoltre l’acquisizione di aree per l’edilizia economico-popolare e venne costruita la seconda palestra cittadina.

Dopo una breve parentesi il professor Talami nel 1977 fu eletto sindaco di Abano Terme per la quarta ed ultima volta. Nel 1979 venne acquistata Villa Zasio, poi intitolata a Roberto Bassi Rathgeb, per ospitare il Museo. In quegli anni fu dato ulteriore impulso all’edilizia popolare. Come amministratore egli si propose di dare a tutti gli aponensi una casa dignitosa, cultura ed istruzione in scuole confortevoli, senza trascurare viabilità, attività sociali e pratica sportiva. 

Concludo questo breve ricordo con i libri che scrisse negli ultimi anni. Se andiamo a rileggere quei volumi, possiamo vedere in numerosi passaggi l’intento chiarificatore tipico dell’insegnante: in effetti il suo lettore ideale era il giovane di Abano, che deve riappropriarsi della storia della propria comunità per riscoprire le proprie radici e poter così progettare, in modo consapevole, il proprio futuro.

 

Ruggero Morghen