Sempre più spesso i cattolici italiani si trovano a vivere conflitti interiori tra alcune scelte politiche e le sottolineature di alcuni principi morali. Il dibattito nel prossimo Congresso della DC è chiamato ad approfondire le questioni. Una di queste riguarda il possibile conflitto tra principio della fratellanza universale e la tutela delle solidarietà comunitarie. L’ultimo esempio viene dal rilievo che l’Unione Europea ha mosso all’Italia per aver posto come condizione dell’accesso al “reddito di cittadinanza” un periodo minimo di residenza in Italia da parte di immigrati da altri paesi dell’Unione.

Il collega Ambrosini in un editoriale di Avvenire condanna ogni diversità di trattamento tra italiani e altri immigrati, in nome di una solidarietà universale doverosa. Il principio del periodo minimo di residenza e/o di cittadinanza viene di norma applicato anche per altri diritti, in relazione ad es. all’accesso all’edilizia pubblica, al diritto di voto politico, all’accesso a determinate professioni, come quella militare.

E’ impedito a un cristiano che voglia essere coerente con i suoi principi riconoscere l’opportunità di diversi livelli di solidarietà a seconda della “prossimità” sociale, della condivisione di una medesima appartenenza sociale, di comunità politica, di comunità culturale? Come è ritenuto normale un livello di solidarietà elevato tra i membri di una famiglia o tra i membri di un gruppo di parentela o di amicizia, perché non sarebbe normale una maggiore solidarietà tra i membri di una medesima comunità politica (da quella comunale a quella contientale) rispetto a chi non vi fa parte? Il problema semmai sta nella portata delle differenze di solidarietà, non nel fatto che possano esistere. Come allora comporre con ciò il principio della fratellanza universale?

Un’altra questione da approfondire è quella che il mondo cattolico, anche in questo caso espresso con insistenza dal giornale Avvenire, prospetta in merito all’aggressione armata russa nei confronti dell’Ucraina. Il principio evangelico del “porgere l’altra guancia” se qualcuno ti colpisce porta a considerare poco coerente il difendersi da un’aggressione con le armi.

Escludendo la difesa con armi di distruzione di massa, come le bombe nucleari, perché con effetti  non proporzionati al bene da difendere, è impedito a un cristiano che voglia essere coerente con i principi evangelici usare la violenza armata per difendersi? Certamente deve operare per la pace, ma questo deve comportare di non aiutare con armi chi è aggredito? I partigiani cattolici che usarono la violenza per contrastare l’occupazione nazista durante la II guerra mondiale furono incoerenti?

E si potrebbero approfondire anche altre questioni, come ad esempio quella del diritto di emigrare ovunque uno desideri, a prescindere dalle ragioni.

Un partito politico ha un compito specifico, quello di trovare soluzioni razionali tenendo conto delle complessità. La tentazione di prendere una frase evangelica e farne criterio di azione politica esprime una concezione integralista, una scorciatoia che può sembrare migliore di quella più faticosa dell’elaborazione del pensiero sociale, cui sono chiamate istituzioni culturali, associazioni e anche i partiti.

Così è accaduto all’inizio dell’era moderna con la giustificazione del prestito con interesse, superando il principio della gratuità del prestito. Così è accaduto con la giustificazione del profitto e della libera concorrenza superando le regole medievali delle corporazioni. Così è accaduto nel XIX e XX secolo giustificando il metodo democratico, superando il principio di autorità, che decide secondo verità e per il bene di tutti.

La Democrazia Cristiana non è chiamata a posizioni integraliste, ma a sviluppare posizioni  fondate su conoscenze razionali frutto delle scienze e della riflessione dei vari soggetti sociali che fanno riferimento al cristianesimo, all’umanesimo cristiano. Basti pensare all’approccio di Jacques Maritain in “Umanesimo integrale”. Perché non dedicare una parte del Congresso anche a questo?

 

Renzo Gubert

Presidente del Consiglio Nazionale DC