IL SEGRETARIO POLITICO NAZIONALE

 

 

L'odierna riunione  ha come finalità di  predisporre  gli adempimenti e le proposte programmatiche in preparazione del Congresso nazionale del Partito e di effettuare una riflessione  sulle recenti elezioni in Lombardia e nel Lazio.

Il primo aspetto lo affronteremo al secondo punto dell'odg. mentre sulle vicende elettorali sarà opportuno ascoltare i segretari regionali interessati.
Al di là dei risultati,comunque l'occasione elettorale,nonostante i tempi ristretti e le difficoltà operative  e stata una ottima opportunità per rilanciare una presenza del Partito sui territori interessati e per acquisire nuove adesioni e coinvolgere nuova classe dirigente.

Un riferimento se pur sintetico allo scenario politico naz.le è comunque necessario per precisare i temi che al momento caratterizzano di più il confronto politico ed evidenziano le criticità dell'azione governativa.
Innanzitutto  la situazione economica e finanziaria del Paese alla luce della congiuntura internazionale caratterizzata dalla perdurante inflazione e dalle conseguenze della guerra in Ucraina,che creano una particolare attenzione per la tenuta dei conti pubblici.

La decisione del Governo di bloccare i fondi del bonus edilizio ha creato una situazione allarmante sia sullo specifico settore produttivo che sui livelli occupazionali.
E'stata motivata dal possibile aggravamento dei conti pubblici e dalla possibilità che la crescita del deficit potrebbe privare il governo di qualunque margine di bilancio per ulteriori iniziative.

Il primo Marzo, l'Istat pubblicherà i dati di  contabilità naz.le e saranno fissati i dati di crescita e debito pubblico per l'anno in corso, tenendo conto che viene ripristinato il patto di stabilità e  in conseguenza il limite al disavanzo.
L'Eurostat  richiederà trasparenza sui fondi pubblici e il Governo dovrà quindi fronteggiare una complessa situazione rispetto alle recenti previsioni di crescita del Paese.

Un altro problema  emergente per il Governo viene dalla proposta del sen. Calderoli relativa all'autonomia differenziata, che così come formulata appare come un semplice disegno di ulteriore sostegno finanziario alle regioni più forti che rischia di penalizzare in particolare il Sud.
In sostanza il tema in discussione riguarda prevalentemente  scuola e sanità che senza un adeguato intervento sui Led, livelli essenziali delle prestazioni, rischiano di riportare alla spesa storica e non ai costi standard, penalizzando in conseguenza le regioni meridionali.

E' necessario evitare che la redistribuzione delle competenze tra Stato e Regioni determini squilibri tra i livelli di servizi da garantire a tutti i cittadini,.
Bisogna prima mettere a disposizione le risorse necessarie per diminuire i divari tra Nord, Centro e Sud.
A tal proposito è necessario far riferimento all'art. 119  della Costituzione sul cosiddetto federalismo fiscale, prevedendo un fondo di peregrinazione per le regioni più svantaggiate.

L'altra proposta di riforma  inserita nel programma di governo riguarda l'introduzione del sistema presidenziale nell'ordinamento istituzionale italiano.
Al di là della complessità dellle procedure da seguire, è evidente che si va a intaccare il principio fondante dll'Istituzione repubblicana che è basata sulla democrazia rappresentativa e sulla centralità del Parlamento,  se pur minata da un accentuato accentramento decisionale della miriade di autorità' indipendenti che pur vigilate dal Governo si muovono in un sistema di labili controlli democratici.

La democrazia parlamentare si rafforza ed acquista autorevolezza ed autonomia se la rappresentanza politica  è effettivamente scelta dai cittadini, per questo ribadiamo il nostro impegno per il ripristino del sistema elettorale con le preferenze.
Dobbiamo fare. I conti con lo scenario politico scaturito dalle ultime elezioni, con un tasso di astensionismo intorno al  50% e con un numero di cittadini sempre crescente che si disinteressano del voto ritenendo il sistema politico incapace di risolvere i problemi del Paese.

Il  problema sta in gran parte in una legge elettorale che priva i cittadini di scegliere i loro rappresentanti e favorisce coalizioni e alleanze fittizie fatte non per governare, ma per vincere.

Una nuova legge elettorale proporzionale, imponendo un rapporto immediato e diretto tra partiti e popolo restituirebbe ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti facendo maturare una coscienza identitaria in grado di favorire  la costruzione di stabili comunità politiche e non di  effimere leadership o di comitati elettorali che determinano quell'alternarsi  di risultati elettorali.

Guardando al confronto più squisitamente politico rileviamo che è in corso un dibattito  aperto dall'on. Pubblio Fiori che ha rilanciato "l'Idea popolare" e che ha visto  anche una approfondita analisi dell'avv. Rapisarda, sulla attualità del popolarismo sturziano, sulla capacità cioè di quella proposta politica di riproporre una serie di principi e di istanze originarie che generano un sistema di valori ancor oggi valido ed aperto alle profonde trasformazioni della società contemporanea e alle più ampie dimensioni comunitarie.

Certamente oggi la cultura personalistica derivante dall'ispirazione Cristiana deve confrontarsi con i tempi nuovi.
Il rapporto tra la persona e la comunità va visto in una dimensione più vasta che riscopra i valori fondanti che strutturalmente lo identificano in senso popolare e riformista per lottare come insegna Papa Francesco  contro le disuguaglianze.

Popolarismo è oggi operare per costruire una società più coesa, in grado di conciliare i valori della centralità della persona umana con un progetto di crescita delle equità, della sostenibilità e dell'innovazione.

Tutto questo può svilupparsi - a mio giudizio - con una autonoma iniziativa politica della D.C., supportata da una forte progettualità.
Questo deve esser oggetto delle nostre riflessioni in preparazione del Congresso.

Il dibattito aperto su questo tema ha sollevato da più parti l'auspicio per una aggregazione o per una convergenza unitaria, non tanto delle tradizionali componenti  del mondo cattolico, ma di un'area riferibile ai  "popolari di centro".

Le posizioni sono variegate, da una parte come ha fatto l'on. Castagnetti, viene rilanciata l'ipotesi di una ricomposizione al centro di un'area cattolico-democratica e cristiano sociale che, in una possibile scomposizione del PD, si collocherebbe comunque sul versante sinistro dello schieramento politico e parlamentare.

Un'ulteriore iniziativa è promossa dagli on.li Gargani, Pomicino, Sansa, Giuseppe De Mita e altri - tra cui il nostro Bonalberti - che hanno organizzato un convegno per il 25p.v. ipotizzando - sembra - la costituzione di un'area centrale non condizionata da derive radicaleggianti e populiste, ma orientata verso la confluenza con l'area renziana del "terzo polo".

A mio giudizio, in sostanza una chiara collocazione al centro, può trovare per la D.C. margini maggiori di autonomia identitaria nella collocazione e nella convergenza politica con forze di ispirazione liberal democratiche certamente più aperte rispetto alla nostra visione sui temi della famiglia e della centralità della persona umana.

Indubbiamente l'imminente prospettiva delle elezioni europee sta inoltre certamente accelerando scelte e strategie politiche ed elettorali dei vari partiti.

Per parte nostra abbiamo avuto una forte sollecitazione dall'Internazionale democristiana  per la ricomposizione politica  delle varie formazioni partitiche ispirate da una comune matrice e per una strategia unitaria in vista della competizione elettorale europea.
Abbiamo da tempo proposto e sperimentato liste elettorali unitarie e forme politiche federative senza però finora risultati significativi.

Apprezziamo l'iniziativa dell'Internazionale democristiana, e avendoci richiesto un contributo propositivo. abbiamo formulato una proposta che è stata recepita per un confronto fissato tra le varie formazioni partitiche per il 1° marzo p.v.

Per quanto ci riguarda valuteremo gli sviluppi della vicenda  per le eventuali opportune decisioni, ma come è previsto dall'odg. della riunione odierna proseguiamo con la preparazione del nostro Congresso Nazionale.

Siamo convinti che nell'attuale scenario politico e parlamentare ci sia la necessità di una forza politica cristianamente ispirata, moderna, riformista che  possa motivare la ripresa operativa della Democrazia Cristiana.

Dobbiamo guardare al futuro, e il prossimo Congresso dovrà essere l'occasione per un nuovo manifesto valoriale, che rielabori il nostro progetto politico rispetto all'attuale fase economica e sociale e per adeguare la forma partito non solo nei contenuti ma anche nelle modalità di raccordo con iscritti, militanti ed elettori che debbono essere coinvolti, soprattutto i giovani e le donne, con strumenti moderni di più ampia partecipazione.

Abbiamo un progetto ambizioso proiettato verso le elezioni europee del 2024 che va definito nei contenuti programmatici e sostanziato da un effettivo rinnovamento di classe dirigente.

E' questa la sfida propositiva ed operativa sulla quale misureremo la nostra capacità di tornare a essere protagonisti nello scenario politico e parlamentare italiano ed europeo.

 

 Renato Grassi

Segretario Politico Nazionale della DC