Gli articoli 48 e 51 della Costituzione rispettivamente recitano:

  • “Sono elettori tutti cittadini, il voto è personale ed eguale, libero e segreto”;
  • “Tutti i cittadini possono accedere alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza”

Queste norme dispongono precisamente:

  1. che il voto di ciascun elettore deve avere lo stesso valore, lo stesso peso,
  2. che il voto deve poter essere espresso secondo la libera scelta di ciascuno;
  3. che il risultato del voto deve rispettare le scelte di tutti gli elettori;
  4. che a tutti i cittadini è consentito di essere candidati alle elezioni in condizioni di pari opportunità di essere eletti.

Date le norme della Costituzione sopra citate vi è un solo sistema elettorale che le può rispettare integralmente: il proporzionale puro (senza sbarramenti e senza premi di maggioranza).

Una legge proporzionale pura funziona in questo modo.

Si presentano alle elezioni un certo numero liste di partiti: A, B, C, ecc. La lista A ottiene il 40% dei voti avrà il 40% dei seggi; la lista B ottiene il 20% dei voti avrà il 20% dei seggi; la lista C ottiene il 3% dei voti avrà il 3% dei seggi; E così via.

Con questo sistema ogni elettore ottiene che il suo voto sia “uguale” a quello degli altri “in entrata” ossia quando vota, e anche “in uscita” ossia nel risultato delle assegnazioni dei seggi.

Quindi ogni elettore sarà rappresentato nei seggi del Parlamento in proporzione esatta al numero di voti ottenuti dalla lista per cui egli ha votato. Se la lista per la quale ha votato, da sola o in accordo con altre, andrà a costituire la maggioranza che darà vita al Governo sarà rappresentato nella maggioranza, diversamente sarà comunque rappresentato un una delle liste che hanno ottenuto i seggi in Parlamento come minoranze.

Qualsiasi altro sistema eletto va giudicato come incostituzionale.

Vediamo come funzionano altri sistemi.

Caso del sistema maggioritario “all’inglese”. In ogni collegio elettorale solo il candidato della lista che ottiene il maggior numero di voti ottiene il seggio. Il voto degli elettori che hanno votato per i candidati delle altre liste va al macero. Dunque per loro il principio di “uguaglianza” del voto viene clamorosamente violato. All’esito delle elezioni con questo sistema solo una “minoranza” di elettori è rappresentata in Parlamento.

Caso del sistema proporzionale con “premio di maggioranza”. La lista (o il gruppo di liste) che ottiene una maggioranza relativa di una certa percentuale (mettiamo 40%) prende comunque il 51% o 55% dei seggi. In questo caso gli elettori che hanno votato per le altre liste hanno “regalato” il loro voto alla lista vincente.

Caso del proporzionale con sbarramento. Le liste che non ottengono la percentuale di voti fissata come sbarramento non ottengono nessun seggio. Gli elettori di queste liste hanno “regalato” il loro voto alle altre.

Conclusione: la nostra è una Costituzione democratica “pura” ed esige una legge proporzionale “pura”.

A rafforzare la conclusione sopra esposta aggiungeremo che l’articolo 49 della Costituzione dice: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.” Il senso dell’articolo è intuitivo. Lo riassumeremo così. Ogni partito ha diritto di essere rappresentato in parlamento in proporzione esatta dei voti che riesce ad ottenere dagli elettori.

In questo momento, con un Parlamento di soli 600 membri, una legge proporzionale pura è indispensabile per conservare la democrazia rappresentativa come prevista dagli articoli della Costituzione sopra citati.

 

Giorgio Pizzol

* già Senatore della Repubblica, X Legislatura