DEMOCRAZIA CRISTIANA

REGIONE VENETO

 

Viviamo in un periodo di straordinari cambiamenti della società che si riverberano sull’intero sistema dei partiti; partiti che a loro volta hanno determinato una trasformazione dell’agone politico in una chiave di stampo sempre più leaderistico.

È necessario coltivare il terreno per il ritorno dei partiti, che non devono inseguire la società assecondandone le pulsioni profonde e quindi incapaci di sviluppare una coerente e lungimirante visione d’insieme. I partiti devono tornare al loro ruolo di guida, re-innervandosi nel tessuto sociale. Più che mai occorre quindi ricreare le basi di una solida società politica, dove i partiti politici – di stampo costituzionale - rimettano in connessione società civile ed istituzioni.

La grande metamorfosi dei partiti avvenne sul finire degli anni Ottanta, spalancando le porte a spinte liberiste sempre più accentuate e radicali che travolsero il mitterrandismo francese, il socialismo internazionale e i partiti democristiani.

La rappresentanza politica odierna è appaltata a partiti politici personali, insensibili a qualsiasi visione dell’uomo e della società e quindi incapaci di raccogliere l’eredità dei grandi movimenti popolari del secolo scorso. Senza i partiti non è tuttavia possibile guidare la nostra società dentro ed attraverso le grandi sfide che ci attendono.

La deriva in atto dei “partiti personali” umilia la democrazia e sollecita solo gli umori dei leader, favorendo spinte non arginabili dei vari potentati estranei al perseguimento del bene comune.

Diversamente la nobiltà partitica fa bilanciare la mobilitazione popolare, la rappresentanza e l’ideologia, creando le premesse per il governo dell’orizzonte futuro, altrimenti demandato a pulsioni sovraniste e populiste.

In questo frangente elettorale la DC vicentina guarda con attenzione allo schieramento del centro – luogo scelto dall’attuale terzo polo – riconosciuto come distinto da chi ossessivamente appare concentrato solo sui temi dei diritti civili e distante da chi è ambiguo sull’Europa e sull’atlantismo.