Quando riapre una testata giornalistica è sempre una festa. Quando a riaprire, è la testata storica del tuo partito, come il Popolo, è una gioia. Ringrazio tutti coloro che sono riusciti nell’impresa, ridando vita al nostro quotidiano fondato nel 1923 che, da cartaceo, assume adesso la nuova veste on line. Ho utilizzato le mie mailing list per annunciare a tutti gli amici DC che si è ridato fiato alla nostra voce e adesso attendiamo di aprire un fecondo dialogo tra tutti i soci che intendono concorrere a rendere viva la discussione tra di noi. Il giornale del partito, infatti, serve se, com’ è stato nella migliore tradizione democratico cristiana, non si riduce al ruolo di servizio esclusivo di questo o quella persona, fatta salva, ovviamente, la sua funzione preminente di organo ufficiale della segreteria nazionale e con essa, della direzione e del consiglio nazionale espressi dalla volontà degli iscritti all’ultimo congresso. Esso, invece, deve diventare la palestra del dibattito e del confronto politico libero e aperto tra tutti i soci. Spetta al direttore responsabile garantire il rispetto delle regole proprie di un partito democratico secondo quanto stabilito dall’art. 49 della Costituzione.
Credo che tra di noi sia univoca la volontà di riattivare politicamente la Democrazia cristiana, un partito mai giuridicamente sciolto, come ha definitivamente sancito la Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n.25999 del 23.12.2010, quella da cui è partita la lunga stagione (2012-2021) della diaspora democratico cristiana. Ho scritto di questa triste vicenda nel mio ultimo libro: DEMODISSEA: La democrazia cristiana nella stagione della diaspora –considerazioni sul periodo 1993-2020 (https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/562226/demodissea/) .
Ho raccolto cronologicamente gli avvenimenti, riportato integralmente i documenti ufficiali e i risultati dei consessi istituzionali democraticamente svoltisi, evidenziando l’azione permanente dei cosiddetti “sabotatori seriali”, quelli che, dal 2012 (anno di svolgimento del XIX Congresso nazionale del partito, poi annullato dai ricorsi in tribunale), hanno tentato in tutti i modi di ostacolare il progetto di ricomposizione politica della Democrazia Cristiana. Come nel 2012, su indicazione dell’amico On Publio Fiori, con Silvio Lega ci accingemmo a raccogliere le firme dei consiglieri nazionali DC per l’auto convocazione del consiglio e, quindi, del congresso, così con Renato Grassi e amici, dopo l’ondivaga e confusa gestione del partito di Gianni Fontana, abbiamo continuato nella nostra iniziativa sino al ri-celebrato Congresso dell’Ottobre 2018 che ci ha portato all’attuale segreteria di Renato Grassi. Sino al pronunciamento definitivo del tribunale di Roma sull’ennesimo ricorso dei soliti sabotatori, cui si sono aggiunti alcuni improvvisati interpreti dediti all’autoproclamazione tragicomica di legittima eredità, resta il fatto ineccepibile che:
- il congresso dell’Ottobre 2018 è tuttora valido;
- gli iscritti che rinnovarono la loro adesione alla DC nel 2012 sono a tutti gli effetti e per riconoscimento del giudice Romano, gli unici eredi legittimi della DC storica.
Queste sono le premesse in base alle quali, se esisteranno le condizioni da parte di tutti, si dovrà ripartire per tentare di por fine alla diaspora insensata e suicida.
Vigendo questa situazione, con la speranza che si possa definitivamente superare e risolvere, con Grassi, Alessi, Giannone e altri, sono stato tra quelli che più hanno spinto per concorrere all’avvio della Federazione Popolare DC. Essa oggi è guidata dall’amico Peppino Gargani e associa una cinquantina di partiti, associazioni, movimenti e gruppi. Rilevante la raggiunta intesa tra DC, UDC, NCDU, Rinascita Cristiana, premessa indispensabile per superare il contenzioso insolubile del simbolo dello scudo crociato. Simbolo che é di proprietà degli eredi legittimi (i soci del 2012) ma, di fatto, almeno sin qui, nella disponibilità elettorale dell’UDC. Pure importante l’azione portata avanti dal prof. Giannone con il Comitato tecnico scientifico della Fondazione DC (già Fondazione Fiorentino Sullo) dal quale stanno emergendo importanti contributi da tradurre politicamente sul piano istituzionale.
L’obiettivo che ci siamo posti unitariamente come Federazione Popolare è di concorrere alla costruzione di un soggetto politico nuovo di centro: laico, democratico, popolare, liberale, riformista, europeista, ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano, inserito a pieno titolo nel PPE da far tornare ai principi dei padri fondatori: Adenauer, De Gasperi, Monnet e Schuman. Un partito alternativo alla destra populista e sovranista e distinto e distante dalla sinistra senza identità. Prima tappa, sarà quella di ritrovarci tutti insieme in un’unica lista e con lo stesso simbolo alle prossime elezioni amministrative di Settembre-Ottobre. Sarà quello il banco di prova per l’unità elettorale alle prossime elezioni politiche per le quali sarà indispensabile che venga approvata una legge elettorale, che noi vorremmo alla tedesca, con sbarramento al 3-4 %, con preferenze e sfiducia costruttiva. Stavolta non saranno più tollerabili né tollerate le giravolta patite nel 2018.
Un partito quello ipotizzato che dovrà ricomporre la più ampia area cattolico democratica e cristiano sociale, ossia anche quella parte importante raccolta attorno al manifesto Zamagni costituita dagli amici di INSIEME, Rete Bianca, Costruire Insieme. Al riguardo ho indicato come prioritaria la celebrazione della nostra Camaldoli 2021, ossia un momento importante di riflessione e di analisi programmatica, per definire le risposte da dare da DC e da Popolari alle “attese della povera gente “. Le attese, cioè, del terzo stato produttivo e delle classi popolari prostrate dopo oltre un anno di crisi pandemica dalle drammatiche ricadute sanitarie ed economico sociali
Solo dopo aver raggiunto l’intesa sul piano programmatico, si potrà organizzare insieme un’assemblea costituente del soggetto politico nuovo nella quale, col programma si decideranno le alleanze e la nuova classe dirigente. Temi e proposte da approfondire e sulle quali decidere nel nostro annunciato prossimo congresso nazionale.
Ettore Bonalberti