Il 20 luglio del 2008 era un sabato mattina.

Ore 10,30, attendo mia moglie, nel giorno del nostro matrimonio, in Campidoglio a Roma, dal lato previsto per l'arrivo delle vetture.

Sono con Mariapia Garavaglia - che celebrerà il rito civile - e con due dei miei testimoni, ovvero Clemente Mastella e Lorenzo Cesa.

Gli altri tre, cioè Agazio Loiero, Angelo Sanza e il mio migliore amico, Vincenzo Ferrari, li ho persi di vista in quel momento, ma tanto avendoli incrociati prima, so che sono arrivati e che li troverò nella Sala Rossa, al cui interno avverrà la cerimonia.

Previdente e "prudenziano" (anche e soprattutto emozionato, visto l'affetto che prova, da sempre, per me e da me ricambiato), il Presidente, attende noi, "i promessi sposi (in questo caso non manzoniani), sulla porta di ingresso, in compagnia di mio zio Vincenzo (...e pochi, tranne mio padre, sanno quanto mi manca, dopo che io e lui, nei suoi ultimi anni, avevamo costruito un rapporto non tra zio e nipote, bensì tra nonno e nipote), entrambi con l'aria sorniona, in quanto simili caratterialmente.

Arriva l'auto con mia moglie, puntuale - cosa strana per una sposa, ma è anche "tedesca", in parte, quindi precisa - però dal lato della piazza e quindi, mentre noi confabulavano di elezioni appena svolte e leggi elettorali da riformare (che sentimentali argomenti prematrimoniali...), Arnaldo fa con la mano il gesto (dolce e paterno) del richiamo all'ordine e di indirizzarmi, immediatamente, verso di lui.

“Ma invece di stare lì con quelli, non fare il frescone! Non vedi che tua moglie è arrivata?”, mi dice, immediatamente, con lo sguardo comprensivo e anche abituato, tipico di colui al quale il mio carattere (dell'epoca) esuberante e impulsivo, lo rendeva rassegnato elle mie giovanili bizzarrie, le quali, certamente, lo avevano, nel passato, incuriosito e per le quali, forse, mi ha apprezzato e allevato politicamente e che il sottoscritto ha "ripagato" con fedeltà, gratitudine e coerenza.

Replico, a quel momento: “Scusami, noi aspettavamo dal lato giusto. Come potevo sapere che lei sarebbe arrivata dal lato chiuso al traffico?”.

Lui di rimando: “Le mogli si attendono sempre e soprattutto nel giorno del matrimonio, sulla porta di ingresso!”.

Ancora una volta perle di saggezza!

D'altronde, la saggezza, la pazienza, il buon senno, la capacità di mediazione, la sua moralità, i suoi modi garbati, sinceramente affettuosi, lo stile elegante, alla stregua di un Lord Inglese, mi hanno sempre portato ad emularlo e magari, solo adesso con l'età ad assomigliargli, senza perdere la mia identità, senza che io possa paragonarmi a lui e senza scimmiottare in modo caricaturale, il suo modo di essere che non si confonde con il mio, anche per scelta imposta dalla razionalità alla quale mi attengo e all'ovvio senso di misura.

È sempre stato così, uno statista stile, appassionato allo sport - qualsiasi sport, regate incluse- che il sottoscritto abborrisce, in virtù delle ascendenze andreottiane, derivatemi da mio nonno, parlamentare del Divo Giulio.

Io, invece, devotamente, coerentemente, orgogliosamente, eternamente, Forlaniano (con Tassone che a tutt'oggi cerca di "pungermi" pure su questo...ma chi se ne frega!), poiché anche la riconoscenza ti rende uomo, principalmente se non la perdi quando la china prende una brutta piega e la "stagione bella" svanisce (per ingiusti e discutibili motivi, accompagnati da modalità oscure), in quanto hai il ricordo di chi ti ha messo sul proscenio, lui solo contro tutti e ti ha dato le ali, trasformandoti da baco in farfalla.

Chissà se l'eterno ex giovane Pier (Casini) la pensa così come me?

Non me ne preoccupo, io rispondo della mia persona, forte della coerente coscienza, con stile e garbo, insegnati anche da Arnaldo, che oggi festeggia il suo compleanno.

A proposito, la cosa più importante: tanti auguri Presidente!

Vincenzo Speziali