Carmelo, era un lucidissimo "giovanotto" di 94 anni, dallo sguardo fiero e dal portamento eretto, anzi paragonabile all'essere massiccio, come il Pollino, oppure l'Aspromonte.
Certo, negli ultimi anni di sofferenze ne ha avute e come ne ha avute, incominciando dalla morte tragica del figlio Toni -per il quale ha scritto una lettera straziante, seppur immaginaria, a sua madre, chiedendole metaforicamente <<mamma, hai visto Toni?>>, bellissima e struggente- fino al decesso nello scorso settembre 2021 di sua moglie Ida, inframezzato, il tutto, dalla scomparsa, nel 2018, del genero, marito della figlia Marika.
Eppure l'"Ayatollah" come veniva definito - rispettosamente da alcuni, con terrore da altri e a mo' di timorosa ironia dal resto del mondo- è stato presente (sempre presente) e di ciò ringrazio Dio.
Non che Carmelo, avesse ogni giorno un carattere facile, quando ancora di recente ti richiamava all'ordine, ma con il sottoscritto lo faceva -come lo ha fatto in passato- alla stregua della complicità che si ha con il discepolo prediletto, coerentemente a ciò che è stato quando la mia generazione era nella nidiata del Giovanile democristiano.
Galati ed io eravamo i preferiti, infatti soleva ripetere, tra il serio e il faceto, con la sua voce stentorea e roboante <<Attenti a quei due>>, forse perché sapeva che in noi trovava "praticità e aderenza" alla sua componente e sorrideva degli altri per i quali -di recente e in presenza di un ex parlamentare di lungo corso- mi ha confessato: <<Vicenzi` (anche lui, Vicenzi`...e non trattasi di un refuso scritto!), a me hanno incolpato di distruggere, senza riconoscermi che sapevo costruire, mentre a te, con il tuo sguardo angelico, con i modi da piccolo principe, oggi -e ne sono contento, perché sei il mio prosecutore- riconoscono di costruire, mentre non sanno chi quandu ti giranu...polverizzi a tutti. Avia ragiuna Sbardella quandu ti dissa si nu figghiu e bonadonna!>>.
Già, ricordava, pure questo aspetto, poiché Vittorione -che per inciso, non era lo squalo romano, descritto dalle cronache del basso impero, frutto della falsa rivoluzione di Tangentopoli- nell'incontrarmi a Piazza del Gesù, casualmente, mi bloccò ad angolo di un muro, con Carmelo presente, poiché nelle elezioni universitarie della Sapienza a Roma, io riuscii a creare la cordata favorevole ad un calabrese (il mio amico e compaesano di Bovalino, Francesco Zappia), a discapito del candidato suo e del figlio Pietro, per di più nella loro città.
Apriti cielo: brividi nell'Urbe!
L' "Ayatollah" intervenne in pronta difesa e mutuo soccorso, precisando -forte di una massima non certo "ragionerestica"- il suo pensiero ed implicito avallo (sebbene fosse amico personale di Sbardella): <<Vitto`, Vicenzino (...sempre così, senza la "n") è fatto in questa maniera, ora che è arrivato a Roma, vuole restarci e mette tenda. Stai tranquillo, ti rispetta, ma vuole essere considerato. Conviene a tutti, perché ha una costanza e poi (...meglio non aggiungere il resto e usitare un termine in voga ai documenti che le forze dell'ordine recapitano, solitamente, in ore molto antelucane del giorno appena agli albori e cioè OMISSIS)>>.
Grande Carmelo!
Tra l'altro, c'è da aggiungere, come lui sia stato tra i pochi (certamente nella DC) a fare tutta la carriera, partendo dagli enti …
Caro Carmelo, fai buon viaggio e saluta, da parte di tutti, Ida, ma principalmente Toni, a cui ogni tuo pensiero era rivolto -come hai scritto tu- ogni giorno, essendo il primo della mattina, l'ultimo della sera e nel mentre scorgevi un orizzonte, anzi l'orizzonte blu come i suoi occhi e anche i tuoi.
Ciao!
Vincenzo Speziali