Su invito delle Autorità civili ed ecclesiastiche locali, dal 2 al 4 dicembre il Santo Padre Francesco sarà per la prima volta a Cipro dove visiterà la città di Nicosia. Da lì si sposterà in Grecia, dove rimarrà dal 4 al 6 dicembre. 

In un videomessaggio pubblicato prima del suo prossimo viaggio apostolico a Cipro e in Grecia, papa Francesco saluta tutti gli abitanti di queste "terre magnifiche" e lancia un forte appello per l'integrazione degli immigrati, affinché il Mediterraneo cessino di essere "un grande cimitero".

“Un pellegrinaggio alle sorgenti”: così papa Francesco definisce il suo prossimo viaggio apostolico internazionale che, dal 2 al 6 dicembre, lo porterà a Cipro e in Grecia. Le sue parole risuonano in un videomessaggio rivolto agli abitanti di entrambi i Paesi, "a tutti - sottolinea il Pontefice - non solo ai cattolici". A loro il Papa comunica “la gioia” di visitare queste “terre magnifiche, benedette dalla storia, dalla cultura e dal Vangelo” , sulle orme di “grandi missionari”, come “gli apostoli Paolo e Barnaba”.

Il cammino sinodale e l'incoraggiamento dei cattolici

La prima fonte da cui il Pontefice potrà dissetarsi è quella della fraternità, "così preziosa" soprattutto nel contesto del cammino sinodale:

C'è una "grazia sinodale", una fraternità apostolica che desidero tanto e con grande rispetto: è l'attesa della visita alle loro Beatitudini Crisostomo e Geronimo, Capi delle Chiese ortodosse locali. Come fratello nella fede, avrò la grazia di essere ricevuto da voi e di incontrarvi nel nome del Signore della pace.

E l'abbraccio fraterno sarà anche con «i fratelli e le sorelle cattolici» che, in quelle terre, rappresentano «piccoli greggi» amati dal Signore: ad essi il Papa porterà «con affetto il respiro di tutta la Chiesa cattolica».

 

Porti aperti e accoglienza di migranti, rifugiati e sfollati

La seconda fonte indicata dal Pontefice, invece, è "l'antica fonte d'Europa": Cipro, infatti, rappresenta "un ramo della Terra Santa nel continente", mentre "la Grecia è la patria della cultura classica". L'Europa, quindi, sottolinea Francesco, «non può fare a meno del Mediterraneo, mare che ha visto la diffusione del Vangelo» e lo sviluppo di grandi civiltà: “Il mare nostrum, che collega tante terre, ci invita a navigare insieme, a non dividerci, ognuno per la sua strada, soprattutto in questo periodo in cui la lotta alla pandemia continua a richiedere molto impegno e alla crisi climatica sta incombendo su di noi. Il mare, che accoglie tanti popoli, con i suoi porti aperti ci ricorda che le fonti della convivenza sono nell'accoglienza”

 

Non sfruttare chi fugge dalla guerra e dalla povertà

Da qui il forte appello del Papa a non dimenticare i migranti, i profughi: “Penso a coloro che, in questi anni e ancora oggi, fuggono da guerre e povertà, che sbarcano sulle coste del continente e altrove, e non trovano ospitalità, ma ostilità e vengono addirittura sfruttati. Sono i nostri fratelli e sorelle. Quanti hanno perso la vita in mare! Oggi il Mare Nostrum, il Mediterraneo, è un grande cimitero”.

 

Teofilo