IL POPOLO

Economia

Piacerebbe che, nel programma che Giorgia Meloni esporrà alle Camere appena sarà incaricata per formare il nuovo governo, assumesse questo impegno, ossia quello della riproposizione di una legge voluta dal suo mentore di formazione giovanile, il Duce che, sollecitato dal fidato Alberto Beneduce, volle quella legge bancaria che la DC, con Guido Carli, difese sino al 1992. Senza quella riforma che, vista la grande maggioranza parlamentare potrebbe essere varata facilmente con una legge ordinaria, ogni altro progetto per dare risposte alla crisi economica e sociale italiana risulterà una velleitaria indicazione propagandistica.
La cultura come occasione di dialogo tra etica e spiritualità, nella direzione di una nuova filosofia dello sviluppo. E nel contesto di una società precipitata nell’abisso del vuoto. «Non viviamo più con un’unica cultura. La speranza è che ci sia interculturalità. Condividiamo tutti lo stesso concetto di natura umana? Condividiamo tutti lo stesso concetto di verità?». Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della cultura, è intervenuto alla cerimonia inaugurale del Festival dell’economia di Trento. E ha posto subito un interrogativo sostanziale, soprattutto se letto in questa fase di disordine.
Non credo che la terra sia piatta. Sono convinto che gli Americani siano andati sulla Luna. Non sono né vegano né anoressico (anzi!). Sono convinto che la pandemia sia un problema molto serio e non riesco a capire i no-vac. Ciò detto, mi considero nella media delle persone di buon senso. Però... C’è un nuovo mondo attorno a noi. Non mi piace, ma ne avverto la stretta soffocante da anni. Gli Stati non sono più i garanti delle libertà costituzionali e dei relativi diritti sui quali sono stati costruiti. Nuovi poteri non controllati da alcuno emergono, ben più forti degli Stati stessi, da cui siamo tutti condizionati. Apriamo gli occhi per vedere cosa accade.
Reduci da un anno fra i più travagliati della nostra storia, abbiamo la consapevolezza, seppur tra mille difficoltà, di avercela fatta, di essere ancora in piedi. Nel nuovo anno che è appena iniziato sarà importante esserci, consapevoli di avere ancora occasioni per far sentire la nostra voce. L’opinione pubblica, seppur brancolando, sta lentamente emergendo dal profondo letargo in cui era stata immersa per decenni. Un grande osservatore della natura umana, lo scrittore americano Mark Twain, una volta disse: “È più facile ingannare le persone che convincerle che sono state ingannate”.
Oggi siamo di fronte ad una sorta di nuovo paradigma economico. Possiamo riassumere gli ultimi quarant’anni di politiche economiche occidentali come espressione della visione neoliberista: una teoria che ha come obiettivo la massimizzazione del benessere complessivo rispettando due condizioni di base, cioè la libera azione del mercato e il minimo intervento possibile da parte dello stato. Serve una matura coesistenza tra stato, mercato e corpi intermedi per generale il vero sviluppo, quello che sta alla base della visione dei democratici cristiani.
Scrive Ettore Bonalberti: alcuni giorni fa, un iscritto DC mi ha inviato un articolo come indicato in oggetto, evidenziando l’opportunità di un’indicazione da parte della DC e della Federazione Popolare DC in materia di politica economico finanziaria. A suo tempo avevo inviato a tutti gli amici della DC e della Federazione Popolare DC una bozza di programma, alla vigilia del seminario Camaldoli 2021. Riassumo le principali indicazioni nella nota che vi allego. L’apertura di un proficuo dibattito su questi temi sarebbe oltremodo utile e opportuno.
A Roma, al convegno della Federazione Popolare DC di Sabato 19 Giugno, si è avviato il confronto sui temi economico sociali, che continuerà nei prossimi incontri territoriali (Nord-Centro e Sud) con i mondi vitali, espressione degli interessi e dei valori dei ceti medi produttivi e delle classi popolari. Alla vigilia del convegno avevo inviato agli amici del Consiglio nazionale della DC e ai soci della Federazione Popolare DC, un mio ampio contributo programmatico, per la verità, sin qui senza alcun riscontro.
Si è costituito il “Consorzio per l'Italia” associazione di categoria che rappresenta le aziende che operano nel comparto degli ascensori con l'obiettivo di evidenziare il settore e migliorare ed ampliare i servizi erogati all'utente finale. Molte eccellenze italiane che operano nel settore hanno aderito a questo progetto. In tal modo si è voluto dare voce non solo alle oltre 1500 imprese che lavorano nel settore, ma garantire la sicurezza di quei 43.000.000 di italiani che giornalmente utilizzano questo mezzo di trasporto.