IL POPOLO

Economia

L’uomo che agisce – sia il ministro dell’economia, sia l’operaio, sia l’imprenditore – nel violare la morale viola anche le leggi economiche pur facendo atti singoli utili che presentano il carattere di utilità.Per don Luigi Sturzo “la missione del cattolico in ogni attività umana, politica, economica, scientifica, artistica, tecnica, è tutta impregnata di ideali superiori, perché in tutto ci si riflette il divino. Se questo senso del divino manca, tutto si deturpa; la politica diviene mezzo di arricchimento, l’economia arriva al furto e alla truffa, la scienza si applica ai forni di Dachau, la filosofia al materialismo e al marxismo, l’arte decade nel meretricio.
Parleremo di alcune dispute economiche. Anzitutto colgo l'occasione per portare a conoscenza dei lettori come un caro amico di famiglia il grande poeta ed economista Ezra Pound abbia avuto 14 pagine dedicate in un tomo economico del Keynes. Le sue idee economiche e la storia che si porta dietro non sono affatto come si vuol fare credere connotate politicamente.
Cari amici e miei 25 lettori, per dirla con il grande scrittore italiano. Si inaugura con questo primo articolo di introduzione una solida collaborazione con IL POPOLO ove tratteremo principalmente di economia in generale e di economia comportamentale di cui sono cultore. Tutti gli articoli saranno brevi, sia per non tediare il lettore sia per dar modo di metabolizzare lo scritto. Inevitabilmente slitteremo in qualche passaggio politico, ma non partitico. Nel prossimo vero e proprio articolo di economia tratteremo della tragica realtà economica italiana e di quali rimedi utilizzare.
Piacerebbe che, nel programma che Giorgia Meloni esporrà alle Camere appena sarà incaricata per formare il nuovo governo, assumesse questo impegno, ossia quello della riproposizione di una legge voluta dal suo mentore di formazione giovanile, il Duce che, sollecitato dal fidato Alberto Beneduce, volle quella legge bancaria che la DC, con Guido Carli, difese sino al 1992. Senza quella riforma che, vista la grande maggioranza parlamentare potrebbe essere varata facilmente con una legge ordinaria, ogni altro progetto per dare risposte alla crisi economica e sociale italiana risulterà una velleitaria indicazione propagandistica.
La cultura come occasione di dialogo tra etica e spiritualità, nella direzione di una nuova filosofia dello sviluppo. E nel contesto di una società precipitata nell’abisso del vuoto. «Non viviamo più con un’unica cultura. La speranza è che ci sia interculturalità. Condividiamo tutti lo stesso concetto di natura umana? Condividiamo tutti lo stesso concetto di verità?». Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della cultura, è intervenuto alla cerimonia inaugurale del Festival dell’economia di Trento. E ha posto subito un interrogativo sostanziale, soprattutto se letto in questa fase di disordine.
Non credo che la terra sia piatta. Sono convinto che gli Americani siano andati sulla Luna. Non sono né vegano né anoressico (anzi!). Sono convinto che la pandemia sia un problema molto serio e non riesco a capire i no-vac. Ciò detto, mi considero nella media delle persone di buon senso. Però... C’è un nuovo mondo attorno a noi. Non mi piace, ma ne avverto la stretta soffocante da anni. Gli Stati non sono più i garanti delle libertà costituzionali e dei relativi diritti sui quali sono stati costruiti. Nuovi poteri non controllati da alcuno emergono, ben più forti degli Stati stessi, da cui siamo tutti condizionati. Apriamo gli occhi per vedere cosa accade.
Reduci da un anno fra i più travagliati della nostra storia, abbiamo la consapevolezza, seppur tra mille difficoltà, di avercela fatta, di essere ancora in piedi. Nel nuovo anno che è appena iniziato sarà importante esserci, consapevoli di avere ancora occasioni per far sentire la nostra voce. L’opinione pubblica, seppur brancolando, sta lentamente emergendo dal profondo letargo in cui era stata immersa per decenni. Un grande osservatore della natura umana, lo scrittore americano Mark Twain, una volta disse: “È più facile ingannare le persone che convincerle che sono state ingannate”.
Oggi siamo di fronte ad una sorta di nuovo paradigma economico. Possiamo riassumere gli ultimi quarant’anni di politiche economiche occidentali come espressione della visione neoliberista: una teoria che ha come obiettivo la massimizzazione del benessere complessivo rispettando due condizioni di base, cioè la libera azione del mercato e il minimo intervento possibile da parte dello stato. Serve una matura coesistenza tra stato, mercato e corpi intermedi per generale il vero sviluppo, quello che sta alla base della visione dei democratici cristiani.
Scrive Ettore Bonalberti: alcuni giorni fa, un iscritto DC mi ha inviato un articolo come indicato in oggetto, evidenziando l’opportunità di un’indicazione da parte della DC e della Federazione Popolare DC in materia di politica economico finanziaria. A suo tempo avevo inviato a tutti gli amici della DC e della Federazione Popolare DC una bozza di programma, alla vigilia del seminario Camaldoli 2021. Riassumo le principali indicazioni nella nota che vi allego. L’apertura di un proficuo dibattito su questi temi sarebbe oltremodo utile e opportuno.
A Roma, al convegno della Federazione Popolare DC di Sabato 19 Giugno, si è avviato il confronto sui temi economico sociali, che continuerà nei prossimi incontri territoriali (Nord-Centro e Sud) con i mondi vitali, espressione degli interessi e dei valori dei ceti medi produttivi e delle classi popolari. Alla vigilia del convegno avevo inviato agli amici del Consiglio nazionale della DC e ai soci della Federazione Popolare DC, un mio ampio contributo programmatico, per la verità, sin qui senza alcun riscontro.