Il Popolo in un articolo di Stelio Venceslai lamenta che nella preparazione delle prossime elezioni del Parlamento Europeo si dedichi quasi esclusivamente attenzione ai possibili candidati e assai poco a programmi per l’Unione Europea e più in generale per l’Europa. I democratici cristiani hanno certamente dato attenzione alle possibilità di una presenza della DC nella competizione elettorale europea, venute a cadere le possibilità di presentare una propria lista o con altri una lista di ispirazione democratico cristiana e popolare senza dover affrontare l’improba sfida organizzativa della raccolta di molte firme necessarie per la presentazione, ma gli obiettivi programmatici europei non sono da inventare, essendo la DC, che ha governato per decenni l’Italia, tra i fondatori dell’Unione Europea, a partire dall’impegno di Alcide Degasperi. Tuttavia la riattivata DC dovrebbe ricordarli.

La riduzione del costo di superamento delle distanze in atto da secoli ha reso più ampi gli spazi di organizzazione dei sistemi economici, politici, sociali e culturali capaci di perseguire in modo efficace il bene comune. Appena chiusa nel XIX secolo la fase della costruzione in Europa degli stati nazionali, il cui esito ha portato anche a conflitti armati, è iniziata quella di costruzione di sistemi politici continentali, accompagnata da inizi di organizzazione politica, economica, sociale e culturale a scala globale.

Per il pensiero sociale cristiano non à coerente con i valori dell’umanesimo cristiano trascurare quella parte di bene comune che pertiene a ciascun livello di organizzazione sistemica. Non è congrua un’impostazione che si limiti a curare il solo il bene di sistemi locali e regionali come anche dei soli sistemi nazionali. Serve dotare i sistemi continentali di istituzioni e capacità operative e serve farlo anche per il sistema globale.

Il primo obiettivo a scala europea è quindi quello di una costruzione di capacità di governo per il raggiungimento di bene comune. Le istituzioni europee sono da decenni deboli, limitate da regole decisionali che prevedono per ogni stato membro dell’Unione potere di veto. Il passo avanti con le “cooperazioni rafforzate” è ancora insufficiente e presenta pericoli di disgregazione della solidarietà fra i paesi europei.

Buoni passi avanti si sono fatti con la creazione della moneta unica; manca quasi del tutto un’altra dimensione rilevante per il governo di un sistema: quella della politica estera e di difesa. Poco si è fatto dopo il fallimento del tentativo di creare la Comunità  Europea di Difesa, per la cui creazione si era speso molto Alcide Degasperi. Se ne sta riparlando ora, di fronte all’aggressione russa all’Ucraina e all’incertezza di quale sarà la politica estera e di difesa degli USA dopo le elezioni del prossimo novembre.

Vi sono molti altri obiettivi di politica economica, sociale e culturale pertinenti al livello del sistema europeo, ma sul principio di fondo del rafforzamento della costruzione di un efficace governo per il bene comune europeo un democratico cristiano non può nutrire dubbi. 

 

Renzo Gubert