di Ettore Bonalberti
Ci stanno provando in tutti i modi: col premierato, decisivo attacco alla Repubblica parlamentare prescritta dalla nostra Costituzione, alla legge elettorale, autentica “legge truffa” col premio di maggioranza alla coalizione che raggiunga il 40% dei voti e l’eliminazione di molti dei collegi per loro insicuri del Sud, in netto contrasto con quanto indicato dagli articoli 48 e 51 della Costituzione. A questi due tentativi Iniziativa Popolare ha risposto attivando la raccolta firme per le due leggi di Iniziativa popolare per il ritorno alla legge elettorale di tipo proporzionale con preferenze e per il cancellierato sul modello tedesco, in grado di garantire con la repubblica parlamentare, la stabilità degli esecutivi con l’istituto della sfiducia costruttiva.
Intanto, però il governo Meloni intende pagare pegno alla componente berlusconiana con l’annuncio del referendum sulla separazione delle carriere che, altro non è, che un modo per sottomettere il potere autonomo e indipendente della magistratura, all’esecutivo.
È tempo, allora, che l’area politica di ispirazione cattolica: democratica, liberale e cristiano sociale, esca dal torpore che la blocca in un surplace ininterrotto nella lunga stagione della diaspora democristiana. Ecco perché ho aderito al fronte del NO alla riforma costituzionale guidato da Giovanni Bachelet. Trattasi di uno schieramento ampio e trasversale quello che ha lanciato a Roma il Comitato della società civile per il No al referendum sulla riforma Meloni-Nordio cosiddetta della separazione delle carriere, ma che è molto altro.
Una “controriforma” è stata definita nella sala dell’Istituto don Sturzo, in via delle Coppelle, a pochi passi dalla sede di Fratelli d’Italia, in via della Scrofa. Bisogna difendere il principio, ha detto Bachelet, “della legge uguale per tutti”. L’obiettivo è “salvare la Costituzione”. Il professore ha ricordato che il compito di un ministro della Giustizia sarebbe quello di curare l’organizzazione della macchina giudiziaria e che “già mio padre segnalava i problemi di organico, che ci sono anche oggi”. Invece, la legge Meloni-Nordio “non migliora in nulla la qualità del servizio della giustizia: non aumenta gli organici, non riduce i tempi del processo, non stabilizza le migliaia di precari del settore, non aumenta, anzi riduce, le garanzie per le persone.
L’unico obiettivo che persegue è quello di indebolire il controllo di legalità sulle scelte di chi esercita il potere”. Bachelet ha poi letto un messaggio inviato da Parisi: “Divide et impera: con questo motto i romani hanno conquistato l’impero. Con questa riforma – ha scritto il Nobel per la Fisica – il governo vuole dividere il Csm per renderlo più debole e più facile da controllare politicamente. Una magistratura indipendente dal governo è un bene preziosissimo, perderlo sarebbe un danno per tutti tranne per i politici che realizzerebbero il loro sogno più ambito cioè arrivare all’impunità e trasformarsi in una casta di intoccabili”.
Con il comitato dei Popolari per il NO avevamo contrastato il tentativo di “deforma costituzionale” renziano del 2016 e nel Veneto, con l’aiuto degli amici leghisti, avevamo ottenuto risultati molto positivi in tutte e sette le province della regione. Ora, ritengo che sarebbe doveroso anche da parte di altri amici e della stessa Iniziativa Popolare concorrere a questo fronte del NO, per dare pratica attuazione a quanto positivamente aveva indicato l’amico On Mario Tassone, nell’ultima riunione del direttivo dell’associazione, ossia della creazione di un movimento per la difesa della democrazia e della libertà nel nostro Paese. Qui si sta tentando di scardinare progressivamente il nostro sistema costituzionale e, ora come allora, il ruolo politico dei cattolici sarà indispensabile per la nostra democrazia repubblicana.



























