di Mario Tassone
Quando parliamo di crisi della politica pecchiamo di fare analisi incomplete. Semplificazioni che bloccano le menti come se un timer programmato interrompesse il circuito dei ragionamenti.
“La politica che non c’è”non si riferisce unicamente alla crisi della rappresentanza ,ai processi che non assicurano linearità nelle scelte, ma all’afasia della cultura che crea scomposizione e ritorni a tempi trascorsi.
La politica è un richiamo solo formale mentre la sostanza non c’è perché la cultura che è alimento dei rapporti sociali,si è accartocciata perdendo forza creativa e riformatrice. Commentatori, grandi firme descrivono il presente con lo sguardo rivolto all’inidietro. Illuministi e illuminati della modernità sembrano soccombere al ritorno di dogmi e superstizioni.
Una staticità determinata da una ignoranza di ritorno,camuffata da falso fervore,da efficientismo senza visione,da atteggiamenti tracotanti che inaridiscono pensieri e chiudono reali percorsi innovativi.
La cultura umanistica arretra difronte a controspinte pauperistiche.
Mentre la cultura umanistica arretra, le conquiste tecnologiche avanzano.
La mente umana raggiunge traguardi inaspettati,mentre l’umanità è afflitta da cumoli di tragedie.
Alle vette altissime della ricerca si contrappongono le angustie di opzioni per sistemi di governo dove democrazia,libertà sono compressse.
Quello che colpisce profondamente e’ il tentativo di interpretare la storia con una disinvoltura preoccupante e offensiva.
Il noto editorialista di Corsera,Ernesto Galli della Loggia che ha un ricco arredo di riconoscimenti,si è cimentato in suo articolo a un confronto tra De Gasperi e l’attuale presidente del consiglio Meloni. De Gasperi, per il noto editorialista, pur avendo vinto le elezioni del 1948, non penso’ a governare con un monocolore democristiano ma aprì ai socialdemocratici,liberali e repubblicani.
Per questo non riuscì a imporsi e a essere uno statista, mentre la Meloni sta operando in questa direzione e raggiungerebbe i risultati preclusi a De Gasperi.
Tralascio ogni commento.
Al noto personaggio mancano elementi cognitivi tra democrazia difesa da De Gasperi e anti democrazia.
A pensarci lo slancio di Galli della Loggia conferma che l’Italia cammina con una “guida sicura”verso l’autocrazia. Ancora nel PD la scelta di stampare le tessere con la immagine di Tina Anselmi è la conferma di arrendevolezza e di incultura.
Gli ex democristiani che hanno assunto questa iniziativa cercano di recuperare un credo politico che il PD non ha mai avuto, sostituito da una capacità di gestione del potere.
E’una assurdità vedere l’immagine di Tina Anselmi in un partito solo di nome, ma ibrido senza chiari riferimenti storici.
Amici che aderirono a una una formazione post comunista per trovare gloria sulle macerie della DC, oggi sono stretti dalla nuova gestione del PD?
Sono problemi loro.
E’ stato un insulto per pura convenienza utilizzare il nome di Tina Anselmi.
Eravamo pochi morotei, una minoranza.
Tina non accettava certe debolezze di amici del nostro Partito verso il potere…
Sono gli stessi o qualche loro erede che oggi cercano spazi di potere e di…riabilitazione attraverso una impostura.
Crisi della cultura e morale quando non si ha vergogna.
Ma il tempo per gli inganni non sarà eterno.
Si dovrà ritornare alla normalità. Con questa speranza auguro a tutti un Santo Natale di pace nei cuori!



























