Il prossimo election day del 12 giugno, scade in un momento particolarmente difficile della situazione internazionale per la guerra russo-ucraina e le sue drammatiche e dolorose conseguenze, non solo interne all’Ucraina, ma per la stessa Unione europea e per l’Italia.

In tale quadro caratterizzato dal venir meno della compattezza dei partiti della maggioranza, interessati a ritagliarsi un ruolo autonomo e attivo in previsione delle politiche del 2023, considerate le difficoltà sin qui incontrate dal processo di ricomposizione politica dell’area cattolico democratica e cristiano sociale, credo sia opportuno ripartire dal basso, dai territori in cui si svolgeranno le prossime elezioni amministrative.

Ho scritto, al riguardo: per l’election day del 12 giugno proviamo a far partire dai territori interessati, la formazione di liste unitarie di cattolici democratici e cristiano sociali, ispirati dai valori del popolarismo, alternativi alla destra nazionalista e populista e alla sinistra senza identità? Liste di cattolici democratici che sappiano affermare i valori patriottici e solidaristici che nazionalisti e reduci di sinistra non sanno più portare avanti in modo credibile.

Il M5S che, dopo il voto del 2018, è ancora il partito di maggioranza relativa in parlamento, con le ultime prese di posizione del riconfermato leader, Giuseppe Conte, ha introdotto elementi di forte instabilità, proprio sul tema della politica estera che è sempre stato uno dei capisaldi della strategia politica italiana.

La scelta del Patto Atlantico compiuta dalla DC di De Gasperi, non senza difficoltà interne al partito, con quella dell’Unione europea, costituirà uno dei fondamentali della politica italiana, entrambi sempre difesi negli oltre quarant’anni di egemonia-dominio della DC alla guida dei governi, insieme alle altre componenti di area liberal democratica e socialista con cui abbiamo condiviso la responsabilità di governo (1948- 1993).

La guerra russo ucraina ha fatto riemergere uno scontro tra movimenti e partiti schierati più nettamente a sostegno, anche militare, dell’Ucraina, con altri, minoritari, legati più o meno esplicitamente alla Russia putiniana. Una guerra destinata a sconvolgere i vecchi equilibri internazionali fissati a Yalta e all’illusione di un’egemonia esclusiva americana, dopo il crollo del muro di Berlino, sta rivelando la realtà di un multipolarismo che, superando il vecchio conflitto della guerra fredda URSS-NATO, deve fare i conti non solo con l’aspirazione imperialistica putiniana, ma con il nuovo “secolo asiatico” interpretato da India e Cina con gli altri stati dell’estremo oriente del pianeta.

E’ in questo nuovo scenario che la politica italiana deve fare i conti, con un partito di maggioranza relativa da qualche tempo in fase di seria frammentazione sul piano parlamentare e, sempre più ondivago su quello delle scelte strategiche, come quella in materia di fedeltà ai patti internazionali sottoscritti. Atteggiamenti e comportamenti come quelli di Giuseppe Conte e del presidente cinque stelle della commissione esteri del Senato, Petrocelli, minano fortemente la credibilità dell’Italia con i propri alleati occidentali.

Quest’altalenante comportamento grillino dimostra che il movimento del “vaffa” può sicuramente raccogliere, come nel 2018, il voto del disagio e del qualunquismo sempre latente tra gli elettori italiani, ma, difficilmente, consente di guidare il governo del Paese.

Di qui la necessità di ricomporre un’area politica di ispirazione popolare in grado di raccogliere il consenso di una parte importante dell’elettorato italiano e capace di allearsi con le componenti di area liberal democratica e riformista, alle prossime elezioni politiche del 2023, per dar vita a una forte intesa euro atlantica a sostegno della leadership di Mario Draghi.

Le elezioni amministrative del 12 giugno sono, quindi, l’occasione utile e opportuna per avviare proprio dai territori interessati, il processo-progetto della nostra ricomposizione politica. Non c’è più tempo e spazio per i rinvii o, peggio, per i piccoli cabotaggi delle ambizioni personali dei soliti noti.

 

Ettore Bonalberti