Leggo con meraviglia, e una qualche inquietudine, l’articolo “Cuffaro ha ammesso e ha pagato per i suoi errori, Orlando Cascio no” a firma di Giuseppe Alessi, sul giornale “Palermotoday” di ieri. 

Egli risponde ad un attacco ingiustificato di Leoluca Orlando, non fondato su argomenti ma solo su pregiudizi. 

Tuttavia per il modo con cui la risposta è congegnata non mi pare il miglior approccio a una pacata riflessione sulla inconsistenza di percezioni (nello specifico, appunto,di Leoluca Orlando Cascio) basate solo su preconcetti. 

La nostra società ha bisogno di qualcuno che guardi avanti, in un quadro di valori solidi e saldamente ancorati e che non si lasci irretire da vecchi cliché del passato che servono solo a tentare di offuscare i nuovi orizzonti. 

Solo così si può creare la giusta sinergia con la società di oggi, definita liquida e senza memoria, da Z. Bauman. 

Se è vero che c’è sempre in ciascuno di noi un certo stile che ne caratterizza l’approccio come via maestra per prospettare e partecipare, nella migliore disponibilità dell’interlocutore,il progetto di paese che ci sta a cuore o, come in questo caso di un particolare territorio, è un peccato vedere sprecate queste occasioni in cui, invece, questa preziosa risorsa dovrebbe emergere in tutta la sua pregnanza. 

Se, al contrario, si sceglie di inerpicarsi in toni da Pamphlet, anche se in risposta (e sicuramente quel territorio è difficile), alle ingiustificate provocazioni su Totò Cuffaro, che per la limpidezza con cui ha affrontato la sua vicenda processuale e carceraria, e successivamente il suo infaticabile impegno civile,non merita certi giudizi da parte di esponenti politici (in questo caso lo stesso sindaco uscente di Palermo) che sempre più usano come strumento di lotta politica la delegittimazione dell’avversario, allora parte del buon cogitare si sacrifica e al suo posto si incunea la risposta impulsiva o l’invettiva personale. 

Ma non è questo che vogliono gli elettori, e tra essi i tanti che da tempo, anche nella Palermo del sindaco Orlando, non vanno a votare, delusi da una deriva personalista che ha trasformato il confronto politico in cinico duello rusticano, con sempre più al centro gli interessi di partito o di lobby mediatiche a detrimento degli interessi delle comunità e dei cittadini. 

Volendo essere breve, con tutto il rispetto per le ragioni che, in politica, esigono sempre trasparenza e coerenza dei percorsi, questa performance mi pare certamente non il miglior modo per cominciare nello stile che ci è proprio, dentro il quale non c’è spazio per dietrologie, riapertura di vecchie vicende (lasciamole se del caso alla magistratura) e rivalse personali. 

Sono sicuro che Totò Cuffaro, cui va tutta la mia solidarietà, saprà rispondere con la pacatezza e la forza degli argomenti e con iniziative politiche che servono a quella realtà territoriale. 

 

 

Luigi Rapisarda