È stato presentato a Riva del Garda, nella rinnovata cornice di Palazzo Martini, l’ultimo numero (il 112, nientemeno!) della rivista trentina Judicaria, numero interamente dedicato all’Alto Garda e alla Valle di Ledro ed incentrato in particolare proprio su Palazzo Martini, presentato da Graziano Riccadonna quale “perla neoclassica di Riva” in un quadro storico d’integrazione tra nobili e borghesi.

Un altro messaggio di integrazione, ma tra culture, viene dallo studio di Marco Zulberti, un racconto di viaggio nell’itinerario - percorso dai suoi avi - da Prezzo a Bustehrad. Si parla – anzi si scrive – poi di una mostra arcense su Segantini non segnalata dai cataloghi, una storia dimenticata ed oggi recuperata. “Comprano i quadri ma non onorano i morti”, denuncia a questo proposito l’amico Franco Albino, al solito senza peli sulla lingua, e viene alla mente Veneziani che contro la famigerata Memoria Democratica praticata in Spagna rivendica il primato del “senso cristiano della pietas almeno post mortem”, anche quando “non c’è più nessuno a difendere la memoria del passato”.

Quella dei gemellaggi di Arco è una storia che parte dal lontano 1960. Con Roccella Jonica – ricorda Lino Rosà, che ne ha scritto per la rivista - l’impulso venne da monsignor Bregantini, che in qualche modo sfidò il comitato gemellaggi arcense a rischiare l’apparentamento con una località del Sud Italia, non accontentandosi dunque di comode fratellanze tra “ricchi”.  

In questo numero di Judicaria non manca un ricordo di Attilio Mazza, che fu giornalista, scrittore, dannunzista e critico d'arte. Vittorio Messori, che più di tutti lo capì, accenna al suo amore geloso e dolente per il lago, aggredito fin quasi a determinare un “sacco del Garda”. La sua ultima, sfortunata ma non inutile battaglia, fu contro lo stravolgimento del Vittoriale. “Aveva capito - spiega Pietro Gibellini, dannunzista vero - che quella costruzione era un libro”, mentre Marcello Berlucchi attesta la sua bruciante passione civica, esercitata nella tutela dell'ambiente gardesano visto pure come luogo degli scrittori (tra cui Paul Heyse, di cui pure scrisse). Tra i personaggi evocati in questo numero, anche Osvaldo Dongilli colle sue utopie, Ivo Bertamini con la passione per l’oliva e Lucio Pinkus, dipinto come l’ultimo arameo errante.

 

di Ruggero Morghen