Le ragazze adunate da Chiara Lubich all’inizio del movimento dei Focolari costituivano, in qualche modo, una comunità evangelica, “vale a dire - così  la spiegherebbe Karl Barth – “una comunità convocata dall’Evangelo e che intorno all’Evangelo si raccoglie”. “Credere nell’Evangelo – scrive il teologo svizzero - significa aver trovato nell’Evangelo il proprio maestro”. 

“Un movimento nato col Vangelo in mano” lo definirà Doriana Zamboni, ricordando che “noi, prime focolarine, potevamo portare nei rifugi solo un piccolo Vangelo” e che “era solo quella, allora, la nostra guida, la nostra regola di vita”. “Il Vangelo – conferma Chiara Lubich – era l’unico libro che potevamo portare nei rifugi”. La sua lettura diventava un episodio importante nella vita del cuore - per dirla con Lamartine - delle prime pòpe. C’è da giurare che nessuna di esse si distraeva da quelle piccole pagine nello sfogliare assieme lo stesso Testamento; perché – come ognuna avrebbe potuto testimoniare – “noi siamo state più che sorelle”(C. Lamb, Rosamund Gray). Roberta Arcaini, dal canto suo, conferma che “Chiara e le sue prime amiche proponevano la lettura di brani del Vangelo nel clima drammatico dei rifugi”. Anche il babbo di Primo Levi peraltro, l’ingegner Cesare, portava i libri in tasca e, all’uopo, si faceva scucire e ricucire dalla moglie le tasche. 

Papa Francesco avrebbe più tardi ripetutamente promosso l’uso dei Vangeli tascabili, da tenersi “nella borsa, nella tasca” per “poterli leggere in qualsiasi momento della giornata”. Anche nell’Angelus del 5 settembre 2021: “Sempre col Vangelo in tasca, che ti aiuta tanto”. E in quello del 31 ottobre 2021: “È importante familiarizzare col Vangelo, averlo sempre a portata di mano, anche un piccolo Vangelo in tasca, nella borsa. Appassionarsene”. Evidentemente non concorda con monsignor Lefebvre, secondo cui “i protestanti vogliono metterci in mano il Vangelo, sostenendo che è il solo libro che conta”. 

Poi il 23 gennaio 2022, in occasione della Giornata della Parola di Dio, da lui istituita con il Motu proprio Aperuit illis: “Portate in tasca il Vangelo, nella borsa, per leggerlo nel viaggio, in qualsiasi momento, e leggerlo con calma”. E il 5 giugno 2022: “Apriamo il Vangelo e leggiamo un piccolo passo, lentamente”. Una variante nel Regina coeli dell’8 maggio 2022: “Siamo chiamati a vivere con la Parola di Dio a portata di mano”. O nell’Angelus del 17 luglio 2022: “Il periodo estivo può essere prezioso anche per aprire il Vangelo e leggerlo lentamente, senza fretta, un passo ogni giorno, un piccolo passo del Vangelo”. Un’altra variante nel programma “Papa Francesco e il racconto dei Vangeli”, evento di Pasqua per Rai1: “Continuo a consigliare il contatto giornaliero con il Vangelo perché se tu non hai contatto giornaliero con la persona amata, difficilmente potrai amare”. 

“Concetti – osserva Riccardo Cascioli - che ormai ripete da anni”. Si tratta – ammette lo stesso Bergoglio all’Angelus del 16 ottobre 2022 – di “quel consiglio che ho dato tante volte”, ossia di portare “un piccolo Vangelo tascabile nella tasca, nella borsa”, perché il Vangelo è “da tenere sempre sottomano, da aprire ogni giorno”. Ancora il 22 gennaio 2023: “Abbiate un piccolo Vangelo, un Vangelo tascabile per portarlo nella borsa, sempre con noi, e quando c’è ancora un momento durante la giornata leggere qualcosa del Vangelo. È Gesù che ci accompagna. Un piccolo Vangelo tascabile, ma sempre con noi”. 

 

Ruggero Morghen