di Ettore Bonalberti

 

Ho partecipato a un incontro degli amici DC padovani dell’associazione culturale “ Centro studi storici della DC padovana” per la presentazione del libro di Luigi Marcadella e  Lauro Paoletto-edizioni EVE: Qualcuno era democristiano-la fine dell’unità politica dei cattolici tra Prima e Seconda Repubblica, con le interviste di Gerardo Bianco, Rosy Bindi, Pier Ferdinando Casini, Pierluigi Castagnetti, Luigi D’Agrò, Marco Follini, Arnaldo Forlani, Franco Frigo, Paolo Giaretta, Settimo Gottardo, Clemente Mastella, Achille Variati. Trattasi di un’interessante raccolta di testimonianze e opinioni di diversi attori, a diverso titolo protagonisti della vicenda DC a livello nazionale e regionale del Veneto.

Della discussione ho seguito l’intervento di Franco Frigo, ex presidente della giunta regionale veneta, in uno degli ultimi periodi della lunga stagione di egemonia politica democristiana del “ Veneto bianco”. Frigo sostiene l’impossibilità di una ripresa politica di un partito di ispirazione cattolica, come fu la DC, non esistendo più le condizioni antropologico-culturali e politico sociali come quelle che portarono alla nascita e consolidamento della guida del “partito-nazione” in Italia dal 1948 al 1993. Tesi realistica rispetto alla quale, però, andrebbe approfondito il caso di un sistema politico elettorale nel quale, da molte scadenze, si assiste al fenomeno della diserzione dal voto di oltre il 50% delle elettrici ed elettori italiani.

Se oltre il 50% dei votanti non partecipa al voto, vuol dire che questa fascia maggioritaria del Paese non si ritrova né con i partiti della destra né con quelli della sinistra, nonostante tale scelta bipolare sia favorita da un sistema elettorale, che indurrebbe a una decisione tra l’uno o l’altro polo. Solo il sistema elettorale proporzionale permetteva, da un lato, la scelta preferenziale per il partito più vicino per interessi e valori a quelli dell’elettore, ma anche, dall’altro, con le preferenze, quella del candidato cui si intendeva garantire il proprio voto. Niente a che spartire rispetto alla realtà attuale di candidati nominati  e , de facto, eletti direttamente dalle segreterie e gruppi dominanti dei partiti.

Di questo 51% di renitenti al voto, larga parte appartiene a quella vasta realtà di ceto medio produttivo e di classi popolari i cui interessi e valori non sono rappresentati né dalla destra nazionalista e sovranista, né dalla sinistra senza più identità, le difficoltà dei quali sono state ben evidenziate dai dati dell’ultimo rapporto ISTAT 2025.

Ricostruire politicamente la DC, come, insieme a molti altri amici, abbiamo tentato di fare dal 2012, dobbiamo realisticamente prendere atto che non è stato possibile, tanto che, ancor oggi, ci ritroviamo con molte sigle di partiti e partitini che si rifanno alla tradizione politica DC, senza nemmeno che qualcuno possa più disporre dell’esclusiva del simbolo o del nome, dopo la recente sentenza del tribunale di Roma. Ciò non toglie che a quel 51% di elettorato che non si riconosce a destra o a sinistra si dovranno pur offrire le condizioni di una rappresentanza politica, partendo proprio dall’interpretazione corretta e storicamente puntuale dei propri valori e interessi.

Nel Veneto, con l’iniziativa assunta dai Popolari per il Veneto e sostenuta dagli amici di Iniziativa Popolare, riteniamo sia opportuno ripartire dai valori del popolarismo, fondati sui principi della dottrina sociale cristiana e sulla difesa della Costituzione repubblicana, partendo dai quali intendiamo concorrere alla costruzione del centro nuovo della politica veneta, alternativo alla destra nazionalista e sovranista e distinto e distante dalla sinistra senza più identità.

Lo stiamo facendo attivando le diverse realtà di area DC e popolare, presenti nelle sette province venete, per sollecitare movimenti e associazioni, gruppi e persone dell’area cattolica, democristiana e popolare, e di quella laica, liberale, repubblicana e socialista, disponibili a costruire un programma all’altezza dei bisogni del Veneto 2025-2030, dopo la lunga stagione del dominio del centro destra: dalla presidenza Galan sino a quella attuale leghista, che punterebbe alla sua continuazione o al rischio di un passaggio del timone del governo veneto alla destra estrema di Fratelli d’Italia. Si tratterà di condividere un programma su cui i Popolari per il Veneto stanno seriamente lavorando e di far emergere dalla base una nuova classe dirigente dotata di passione civile, pronta a raccogliere il testimone della migliore tradizione politica dei democratici cristiani.

Quella che ho potuto evidenziare anche nel mio libro: SCUOLA di DEMOCRAZIA CRISTIANA, scritto in collaborazione con Mons Stenico, direttore de Il Popolo, nel quale sono evidenziati i caratteri essenziali delle biografie politiche dei tanti esponenti, donne e uomini DC, che hanno servito le istituzioni repubblicane con “ disciplina e onore”.

 

 

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