di Ettore Bonalberti

 

 

Sono trent’anni che la DC è scomparsa dal consiglio regionale del Veneto, dopo oltre un ventennio di egemonia-dominio (1990-2015) alla guida del “ Veneto bianco”.

Dopo i diversi falliti tentativi di ricomposizione del partito (2012-2025) finalmente è in atto un tentativo encomiabile col movimento-partito dei Popolari per il Veneto.

Il movimento, promosso dagli amici Iles Braghetto e Luciano Finesso, è presieduto dal prof Silvio Scanagatta dell’Università di Padova, sostiene la candidatura di Fabio Gui  a Presidente della giunta regionale del Veneto, sulla base di un programma (vedi allegato) ispirato dai valori del cattolicesimo democratico, liberale e cristiano sociale.

Si tratta di verificare l’esistenza in vita dei democratici cristiani e popolari nei sette collegi provinciali nei quali è presente la lista dei Popolari per il Veneto.

Nonostante nel voto regionale sia vigente una legge elettorale di tipo proporzionale sta prevalendo la logica bipartitica maggioritaria, tendente a ridurre il confronto-scontro tra destra e sinistra. Un confronto che, nel Veneto, si presenta particolarmente acceso all’interno della maggioranza di centro destra, tra Lega e Forza Italia, dopo che il presidente Zaia, raggiunto il limite dei due mandati, non si è potuto ripresentare quale candidato presidente, e Forza Italia, mancato il colpo di presentare alla guida del Veneto, Flavio Tosi, ex leghista epurato, é ridotta al ruolo di terzo incomodo tra i due contendenti maggiori.

Abbiamo consapevolezza delle difficoltà presenti in tale situazione, ma, insieme, la volontà di accertare lo stato della nostra attuale esistenza in vita, ossia di quanti “democratici cristiani non pentiti” ed elettrici ed elettori ispirati dai valori del popolarismo, sono ancora disponibili nel Veneto a iniziare una nuova avventura nel segno dell’antico ruolo svolto dalla DC veneta.

Un partito che, coniugando gli interessi e i valori dei ceti medi produttivi e delle classi popolari, ha saputo interpretare per oltre vent’anni il punto di equilibrio più stabile della nostra realtà sociale e politico culturale. Tale compito è quello che oggi si propongono i Popolari per il Veneto.

Obiettivo da perseguire: il tre per cento, che, attualmente, non si intravvede nelle previsioni di voto. Sappiamo, però, che tali sondaggi esprimono tendenze che si possono “auto adempiere o auto distruggersi”, per cui sappiamo di dover fare appello a tutte le amiche e agli amici dei sette collegi elettorali del Veneto, affinché votino e facciano votare le nostre liste, consapevoli di favorire l’elezione di candidati ispirati dai valori del cattolicesimo politico, essenziali in questa fase complessa e contraddittoria della vita politica sociale e culturale regionale, italiana e  internazionale.

Qualche collega giornalista mi fa presente le difficoltà dei sondaggi, ma ho potuto rispondergli che noi democratici cristiani non pentiti non siamo tra coloro sempre pronti a salire sul carro del vincitore e ben coscienti che, da qui, si tratta di ripartire, per superare il dilemma destra-sinistra, se vogliamo concorrere alla costruzione di un centro nuovo della politica nel Veneto e in Italia. Contro all’idea prevalente del “voto utile” a favore della destra o della sinistra, noi punteremo al voto di testimonianza e per la ripresa dell’iniziativa politica dei DC e popolari del Veneto. Avanti allora, tutti insieme, nel solco della migliore tradizione dei liberi e forti.