di Ruggero Morghen
Nel bicentenario della nascita si torna a parlare di Giovanni Battista Sicheri, il “Poeta Cangio” nato a Stenico il 27 marzo 1825 e celebrato quest’anno nelle Giudicarie esteriori con più eventi culturali, ricordando la sua figura di letterato e combattente risorgimentale. “Patriota critico e intransigente”: così lo definisce Ennio Lappi, autore piuttosto lontano dalle celebrazioni ufficiali e che però gli ha dedicato una monografia rigorosamente stampata “a spese dell’autore”, come si avverte in apertura del volume: non una rivendicazione un po’micragnosa ma una precisa citazione bibliografica dello stesso Giovanni Battista Sicheri (in “Trasformazioni”, Milano 1864).
Statura alta, capelli e barba castagni, faccia oblunga, occhi bigi, naso e bocca regolari, il poeta di Stenico fu, secondo Lappi, più mazziniano che garibaldino. Fu anche, da giovane e per breve tempo, un frate francescano. Ma “recatosi nel convento di Cles nel luglio 1851 per bevere le acque di Rabbi, dimise l’abito ai 2 agosto 1851, motivando mancanza di salute”. “Un inverno – ricorda ancora padre Girolamo Sala, che con lui fu novizio nel convento di Arco – fu chiuso sui monti da una straordinaria nevicata e nel pericolo di morir di fame. I paesani di Stenico accortisi in tempo somministrarono a lui e alla famiglia il cibo necessario”. Peraltro i Sicheri – dirà lapidario nel 1919 il Commissario generale civile per la Venezia Tridentina – “sono povera gente”. Il capocomune Bernardino Depretis, a sua volta, ricorda che “abitò per circa quattro anni in una casa di monte che era sua nella Valle di Algone (Stenico) da dove se ne partiva colla moglie e 5 figli nell’anno 1873 alla volta d’Italia”.
Al nome di Giovanni Battista è poi legata la cosiddetta Banda Sicheri, formata dai giudicariesi e da alcuni volontari garibaldini (siamo nel 1866): ne parla anche Ottone Brentari ma non faceva troppa paura all’Austria perché – assicura Lappi – era sprovveduta, disorganizzata e piuttosto sconclusionata.
“Il 1860 – informa dal canto suo Ivan Sergio Castellani - fu l’anno più fecondo per la produzione letteraria di Sicheri: infatti compose e pubblicò tre commedie, dando prova di notevoli qualità artistiche non solo come poeta ma anche nella scrittura in prosa per il teatro. Una prima commedia faceta, L’Usurajo, ricorda nel titolo i capolavori di Molière e di Goldoni; la seconda commedia Tribunali Giudicariesi mette in scena le drammatiche vicende connesse all’esproprio della sua casa natale di Stenico. La commedia più rappresentativa degli orientamenti ideali e patriottici di Sicheri è però La Garibaldina, divertente ed efficace rappresentazione del contributo di una donna alla spedizione dei Mille”.

























