Se la situazione interna al PD, alla vigilia del loro congresso nazionale, è alquanto complessa, assai più ardua è quella della vasta e articolata area cattolico democratica e cristiano sociale. La diaspora democratico cristiana, che in un mio saggio dell’anno scorso ho connotato come la nostra “Demodissea”, nonostante i numerosi tentativi di superamento, non è ancora risolta.

A sinistra, dopo l’assemblea dei Popolari convocata da Pierluigi Castagnetti, è emersa con nettezza la difficoltà degli ex DC all’interno di un partito in cui, come ha ben descritto Giorgio Merlo nel suo ultimo articolo su Il Domani d’Italia, le due candidature principali alla segreteria, quelle di Bonaccini e della Schlein, sono entrambe collegate alla tradizione del PCI-PDS-DS e il ruolo dei cattolici democratici emarginato e subalterno. Si attendono sviluppi, nella speranza che non prevalgano gli aggiustamenti degli interessi “ particulari” dei soliti noti.

Nell’area democratico cristiana, accanto all’interessante e aperta relazione dell’on. Mario Tassone all’assemblea del NCDU, con cui si è riproposta la visione di un partito aperto al superamento della sua stessa realtà organizzativa per concorrere alla formazione di un centro politico nuovo alternativo alla destra sovranista e nazionalista, distinto e distante dalla sinistra alla ricerca della propria identità, disponibile a collaborare con quanti intendono difendere e attuare la Costituzione repubblicana, si sono confermate alcune pesanti criticità.

Dopo quell’assemblea, infatti, l’amico Tassone mi ha inviato copia della lettera ricevuta dell’on. Gianfranco Rotondi con cui, quello che consideravo “il miglior fico del bigoncio”, dopo il tentativo a andato a vuoto dei Verdi Popolari, propone la riunificazione dei DC a sostegno della maggioranza di destra dell’on. Giorgia Meloni e del suo partito Fratelli d’Italia.

Ho scritto a Tassone che, se il buon giorno si vede dal mattino, la proposta di Rotondi, per quanto mi riguarda, è assolutamente inaccettabile, poiché lontana mille miglia dalla nostra migliore tradizione culturale e politica da Sturzo a De Gasperi, da Fanfani a Moro sino a Zaccagnini, De Mita e Forlani.

Da parte mia propongo ciò che da molto tempo vado scrivendo, ossia che, prima, dovremmo ricomporre politicamente la nostra area dei cattolici democratici e cristiano sociali sulla base dei comuni valori ispirati dalla dottrina sociale cristiana e dalla fedeltà alla Costituzione, condividendo un programma credibile per il Paese e dopo, solo dopo, porci il tema delle alleanze, che non potrà che svolgersi con chi intende difendere e attuare integralmente la Costituzione. Non certo con chi, come ha anche ben denunciato Tassone nella sua relazione, si propone di introdurre ipotesi di Repubblica Presidenziale o semi presidenziale, che snaturerebbero l'equilibrio delicatissimo della carta fondamentale dei padri fondatori.

Molto interessante, invece, a mio parere, è quanto si sta svolgendo nel dibattito interno al movimento-partito di Insieme, guidato da Giancarlo Infante, dove si ritrovano molti degli elementi  in grado di favorire il processo di ricomposizione politica della nostra area. Abbiamo due scadenze a breve che si potrebbero utilizzare per una prima prova di unità dell’area popolare, partendo proprio dalle indicazioni provenienti dalle realtà territoriali interessate.

Perché alle prossime elezioni regionali del Lazio e della Lombardia e in quelle amministrative locali del prossimo anno, non tentiamo di organizzare liste unitarie dell’area popolare? In queste elezioni, come in quella per il rinnovo del parlamento europeo del 2024, sarà vigente la legge elettorale proporzionale con le preferenze, quindi, nessun alibi per scelte di convenienza in coalizioni di destra o di sinistra con candidature garantite.

Saranno gli amici delle diverse realtà di area cattolico democratica e cristiano sociali presenti nei territori interessati a indicare i nostri candidati, unica modalità per garantire l’emergere di quella nuova classe dirigente di cui tutti parliamo e senza la quale la nostra “demodissea” non avrà mai fine.

Comitati promotori locali e regionali della Federazione di area popolare saranno gli strumenti indispensabili per questa costruzione dalla base del soggetto politico nuovo di centro, di cui la politica italiana ha bisogno, se si intende superare un bipolarismo forzato tra destra e sinistra sin qui favorito anche da un sistema elettorale che dal mattarellum in poi, ha concorso alla distruzione del centro.

 

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Ettore Bonalberti, che ospitiamo sempre volentieri, dal suo punto di vista non demorde. E continua imperterrito a proporre "un'altra cosa" edulcorata dagli aggettivi "cattolici democratici e cristiano sociali". ha si è dichirato pronto a fare un passo indietro per favorire la concreta e immadiata ricomposizione della Democrazia Cristiana. Io stesso, presente a quell'assise, ho chiesto agli astanti: "Forse che vi vergognate di ridare corpo e anima alla DC voi che venite dalla DC?" In verità ho guadagnato un applauso che mi è sembrato convinto. Quanto all'operato del signor Infante ritengo doveroso in coscienza riferire di un incontro in cui hanno partecipato, presso la sede dell'Unione Apostolica del Clero, in Via Anastasio II alcune sigle credo di ex DC. Partecipammo Gianni Fontana, Renato Grassi, il fu Alberto Alessi e lo scrivente. Dopo l'intervento di Gianni Fontana il signor Infante, rosso in viso e alzando la voce disse: "Non solo MAI con la DC, ma mai nemmeno con gli UOMINI DELLA DC!". Ci guardammo negli occhi noi quattro ammutoliti e in silenzio". Se questi sono i fatti (e sono reali!) mi domando: dove ci vuole condurre il buon Ettore Bonalberti? Le prossime elezioni da affrontare come DC, si diranno ... di che morte moriremo.      

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