Papa Francesco sarà in Congo e nel Sud Sudan dal 31 gennaio al 5 febbraio.

È un'attesa gioiosa, piena di speranza, molto consona al carattere di quella gente.

In un contesto di conflitto e di violenza come quello che la Repubblica Democratica del Congo sta vivendo, sarà importante ascoltare parole che incoraggino ad assumersi la responsabilità per l'ambiente e per i fratelli e sorelle, soprattutto i più indifesi.

Il Paese si aspetta dal Santo Padre una parola di consolazione e di incoraggiamento a guardarsi veramente come fratelli e a sentire più pienamente la responsabilità di ciascuno verso gli altri, verso il tutto.

In un contesto di conflitto e violenza come quello che la RDC sta vivendo, è importante ascoltare parole che incoraggino ad assumersi la responsabilità per l'ambiente e per i nostri fratelli e sorelle, specialmente i più vulnerabili.

Certo la sfida è grande e, in un certo senso, è un evento senza precedenti. Proprio per questo, l'impegno e l'entusiasmo che si percepiscono nell'ambiente dicono qualcosa anche sulle speranze riposte in questo viaggio apostolico. 

Sfortunatamente, la violenza non è diminuita e sembra addirittura aumentare nel Congo orientale. Il Papa avrebbe voluto arrivare fino a Beni o almeno a Goma. 

Sebbene l'area interessata dal conflitto e dalla violenza sia distante circa duemila chilometri, la sicurezza intorno al viaggio non è per questo trascurata.

Ci sono molti indizi per pensare che papa Francesco abbia il Congo ben radicato nel suo cuore come pastore della Chiesa cattolica. 

Il Congo è considerato il più grande paese cattolico in Africa. Ha una Conferenza Episcopale ricca di impegno e dinamismo, la popolazione è per lo più giovane e tanti giovani rispondono alla chiamata a servire Dio nella Chiesa.

Come ogni altra, questa visita apostolica ha una dimensione profetica e invita la comunità internazionale a non distogliere lo sguardo e a non mostrare indifferenza davanti alle sofferenze che il popolo congolese ha sopportato per tanti anni. Certo, se volesse, la comunità potrebbe fare molto di più: pace e sviluppo non sono impossibili.

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