di Ettore Bonalberti
Seguo sempre con interesse gli articoli dell’On Giorgio Merlo e, in particolare, il suo ultimo del 17 agosto su Il domani d’Italia: “La DC non rinasce più ma un nuovo PPI forse sì”. Essendo stato uno dei primi a interessarsi delle vicende post democristiane, con la raccolta delle firme per l’autoconvocazione del consiglio nazionale del partito nel 2012, insieme agli amici Silvio Lega, Clelio Darida, Ugo Grippo e Luciano Faraguti, a seguito della sentenza della Corte di Cassazione n.25999 del 23.12.2010 secondo cui: “La DC non è mai stata giuridicamente sciolta”, non posso che condividere quanto scritto da Merlo: ”l’esperienza storica della DC appartiene ormai agli archivi”, ma, egli continua:” resta aperta la possibilità di dar vita a un nuovo progetto popolare, laico e riformista, fedele alle radici cattolico sociali”.
Alla vigilia delle ultime elezioni europee, proprio su Il Domani d’Italia, avevo scritto: “ritengo che l’unità della lista per le europee della nostra area culturale si possa raggiungere, dopo un’attenta lettura dei programmi che per l’Europa propongono i due schieramenti del centro: quello del Partito Democratico, Renew per l’Europe, e quello della CDU, partito principale del PPE.
Quest’ultimo è ispirato dai principi del solidarismo cristiano e della sussidiarietà, coerenti con quelli della dottrina sociale cristiana, cattolica e protestante, che confermano il permanere dei legami profondi con i principi dei padri DC fondatori dell’Unione europea: Adenauer, De Gasperi, Monnet e Schuman. Un’alleanza, dunque, con i partiti che fanno riferimento al PPE, considerato che la CDU ha chiuso nettamente alla destra estremista e intende continuare la politica avviata dalla Merkel e da Ursula Von der Leyen a BXL.
Un amico autorevole, continuavo, mi invita a chiarire come superare l’ostacolo di Forza Italia, il partito italiano più importante, almeno sin qui, inserito nel PPE. Fu grazie al convincimento svolto su Berlusconi dai compianti Sandro Fontana e don Gianni Baget Bozzo, che il partito del Cavaliere scelse l’adesione al PPE e, oggi, può utilizzare il suo diritto di veto, e, concludevo: una lista che in Italia raccogliesse l’unità di tutte o della maggior parte delle componenti di area DC e Popolare, ritengo, tuttavia, che non avrebbe difficoltà a farsi riconoscere quale componente attiva del PPE, del partito, cioè, di cui la DC storicamente è stata cofondatrice”.
Quel tentativo noi l’abbiamo compiuto, ma, dopo un incontro a Roma con l’On Paolo Barelli, presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia alla Camera, la risposta fu negativa. Sappiamo che Giorgio Merlo col suo movimento/partito allo statu nascenti, Scelta Cristiano Popolare, tenta di stabilire un rapporto col partito di Forza Italia, ma crediamo che, allo stato degli atti, sia ben difficile che a lui riesca ciò che Baget Bozzo e Sandro Fontana seppero compiere col Cavaliere.
Il ministro degli esteri Taiani, vicepresidente del consiglio, è ben stretto alla coalizione di governo, dominata dalle estreme di Fratelli d’Italia e Lega, nonostante i ricorrenti distinguo che, specie in politica estera, caratterizzano il governo Meloni a trazione estera tripolare. Come ho avuto modo di scrivere nella nota “Destra, mille giorni di governo: luci e ombre” (16 agosto), perseguire l’obiettivo indicato da Merlo di un nuovo soggetto politico di centro, presuppone l’adozione di una legge elettorale di tipo proporzionale per uscire dal nodo gordiano maggioritario dell’obbligo attuale della scelta a destra o a sinistra.
Avremo tra poche settimane l’opportunità di accertare se, almeno su questo obiettivo, sarà possibile un’intesa tra tutte le diverse realtà culturali, sociali e politico organizzative dell’area cattolica. Riusciremo tutti insieme e con l’aiuto delle altre forze di ispirazione democratica a raccoglier le 50000 (cinquantamila) firme che il movimento di Iniziativa popolare attiverà a sostegno di due Leggi di Iniziativa Popolare (LIP): la prima per il ritorno alla proporzionale con preferenza e la seconda per il cancellierato, alternativo all’ircocervo meloniano del presidenzialismo? Sarà questa la premessa indispensabile per avviare un percorso per la nostra ricomposizione politica.



























