A fronte di ciò che sta accadendo nel mondo, la vicenda dei 5Stelle è miserevole cosa. Lo è sempre stata e si sta concludendo nel modo meno prevedibile, con gli avvocati e le denunce. Criticare lo Stato fa bene al fegato ma poi fa male al bilancio e con lo Stato si deve fare i conti.
I conti non tornano, nel Movimento.
Uscito dal nulla e dai lazzi di un comico, si è imposto per la novità che rappresentava nell’agone politico italiano, mesto e mediocre.
Sembravano portatori di un vento fresco d’innovazione, uomini nuove, idee che dapprima sembravano bislacche e poi, pensandoci sopra, avevano una certa razionalità. Il popolo, entità sfuggente sempre invocata e negletta, era l’anima del Movimento.
Via il Parlamento, via una classe imbelle e mediocre, via i governi raffazzonati alla bell’è meglio, pur di contare. Una rivoluzione, neppure tanto silenziosa. Avevano ragione. Hanno convinto milioni d’Italiani che era ora di farla finita con il centrismo, la destra e la sinistra. Tutti farabutti. Bisognava cambiare.
E si cambiò.
I risultati sono stati di uno squallore esaltante. Uomini nuovi sì, venuti dal nulla, ma come politici zero. Esperienza di governo, nessuna. Capacità di cambiare ridotta in velleità costose e senza senso. Il famoso popolo invocato a ogni piè sospinto è stato ingannato. Non solo erano e sono come gli altri che volevano scalzare dal piedistallo, ma forse anche peggio. Improvvisati Ministri, discutibili showmen, incerti opinionisti, sono finiti nel tritacarne della realtà.
Ricordate l’Uomo Qualunque? Si era in un clima post bellico, i rancori affioravano spesso, le ferite di una guerra sciagurata e di una guerra civile dolorosa erano ancora aperte.
Basta! Diceva Giannini e la gente gli dava retta. Lo strepitoso successo qualunquista assunse l'evidente significato di una protesta di massa della piccola e media borghesia moderata, ostile alla continuazione della collaborazione con comunisti e socialisti allora perseguita dal governo De Gasperi. Il centro sinistra sarebbe venuto molti anni dopo.
È tutto marcio, diceva Giannini. Ed era vero! Solo che lui era fuori dalla realtà. Disturbò parecchio, ebbe tanti voti e tante classificazioni arbitrarie: populista, rigurgito di destra, partito della borghesia, movimento eversivo. E poi finì in un tonfo. Giannini scomparve nell’anonimato da cui era sortito.
Un altro esempio venne dalla Francia, un po’ più simile al nostro caso, perché attivato anch’esso da un comico, Coluche.
Coluche non se lo ricordano più neppure i Francesi, figuriamoci in Italia. Era figlio di un imbianchino italiano emigrato in Francia. Ebbe un successo clamoroso come comico e quando annunciò la sua candidatura alla presidenza della Repubblica sembrò una solo una provocazione.
Le Journal du Dimanche pubblicò un sondaggio che dava al comico l'appoggio del 16% dei potenziali elettori. La cosa allarmò tutti. Ma chi era questo disturbatore? La politica tradizionale lo considerò una potenziale minaccia, in particolare il futuro Presidente Mitterand, che correva contro il Presidente uscente Giscard d’Estaing, e George Marchais, segretario del partito comunista francese, che si vedeva superato nei sondaggi. Nessuno riuscì a fermare Coluche, solo la radio e la televisione cui fu democraticamente proibito di farlo parlare.
Nel marzo del 1981 annunciò il ritiro della sua candidatura.
Ora, la storia del Movimento ricorda in parte Giannini e in parte Coluche. Conte dovrebbe farsi una piccola cultura in proposito. Per un avvocato non dovrebbe essere difficile, basta leggere.
Grillo, il mentore, il guardiano della fede grillina, l’elevato (ma da chi?), aveva avuto un’intuizione, tra il serio e il beffardo. Il serio non c’è stato, anche se malinconicamente lo rincorre l’avvocato Conte, le battute sono rimaste. Grillo che pontifica da un carro funebre è il degno epilogo d’una sciocchezza.
Il Movimento non è più un movimento (tanto meno di pensiero), ma solo un partitello, un cespuglio indeciso se sopravvivere nel deserto delle idee o farsi ingoiare da chi è più forte di lui.
Messe in soffitta le sciocchezze (il 110%, il limite di due ricandidature, il reddito di cittadinanza, le votazioni via web, onestà - onestà! ed altre amabili idiozie), Conte dovrà affrontare lo spettro della sopravvivenza. O si differenzia o finisce ingoiato.
A sinistra c’è già una gran folla. Hanno tutti le stesse idee (in apparenza) ma ognuno va per conto suo. È il male incurabile della sinistra italiana di Turati e di Bissolati fin dai tempi del primo dopoguerra. Parlavano sempre di rivoluzione socialista, ma non la fece nessuno. Poi venne il fascismo e i cespugli furono spazzati via.
Tornati al potere dopo la 2^ guerra mondiale, hanno ripreso a fare i loro giochetti con tante sigle come i biglietti della metro. Scaduti appena usati.
Conte aspira. Farà un nuovo partito dalle ceneri del Movimento. Il programma? Vecchie idee, ma tanto non ci fa caso nessuno. La strada dell’Inferno è lastricata dai programmi politici. Lui è tanto protervo quanto vuoto, il massimo richiesto in politica. Farà fortuna.
Stelio W. Venceslai