Prendo spunto da annotazioni che utilizzavo, quando, presso l’Università di Palermo, facevo lezioni agli studenti di Storia Moderna, facoltà di Scienze Politiche ed ero costretto riunirli nel cortile, perché venivano ad ascoltarmi anche numerosi studenti di altre facoltà: bontà loro                                                     

Nei secoli della storia della vicenda umana, quali sono le cause che scatenano le guerre? Tre: il potere, l'orgoglio, i principi anche quelli religiosi.                    

Cioè diventare seguaci della mistica di Stato, che produce un proprio ateismo e nel quale viene incenerita la verità.           

Quando un dittatore reclama che il suo potere viene da Dio, coltiva nel suo popolo un dispotismo crudele, basato sulla fede: "siate obbedienti, perché Dio lo vuole tramite la mia persona".             

Putin è la rappresentazione assoluta e perfetta di tale malato misticismo e psicologicamente opera criminalmente per tre motivi: l'ossessione del potere, interna corporis, l' ossessione dello accerchiamento all'esterno, la nostalgia dell' homo sovieticus e tutto ciò significa la delapidazione della verità, non quella q addomesticata sua e per di più  teologicamente effettuata, vissuta e trasmessa profeticamente.          

Tali motivazioni oggi, trovano l'appoggio del patriarca di Mosca,  Kirtill, che così garantisce, per propri fini l'attuale potere putiniano.                              

Putin non sogna con fanatismo la grande Russia della zar Nicola, che con il suo trentennale dominio, cancellò qualsiasi tentativo di ribellione, ma quella più attuale di Pietro il Grande e cioè il despota moderno che non guarda verso i cieli, ma le terre da dominare e battezzare religiosamente al credo della ortodossia e del nazionalismo autenticamente russi: una specie di eroe salvatore della umanità.                                        

E tale progetto è talmente e geneticamente insito nelle idee di Putin, che ha operato perché fosse approvata la legge, che gli consente di governare fino al 2036 . 

Ma ha bisogno di eliminare e assassinare presunti suoi nemici: la nota giornalista Politkoustaia, Litvinenko, Nemtsov, Navaly, 9 anni di duro carcere e dopo avere tentato di assassinarlo con il veleno: la più autentica e palmare instaurazione di un potere assoluto.    

Ogni intermediazione in Russia è stata sepolta,  ogni voce libera decapitata, ogni controllo è nelle sue mani o in quelle di pochissimi suoi sodali, ai quali però chiede una fedeltà assoluta e una subordinazione la più umile da semplici gregari.                                   

Putin ha di fatto trasferito tutto il potere economico della Russia alle sue dipendenze, al contempo con una oculata scelta della sua nomenklatura.                                                                                                             

Oggi con una scelta azzardata, è convinto che alla Russia deve essere restituito ciò che con la forza un tempo lontano le fu tolto e in un turbinio di vertigini mentali irrefrenabili e incontenibili.                                                           

Fu il vecchio Eltisin, ad averlo proposto come suo sostituto alla Presidenza della Russia, e con il consenso del Comitato Centrale.      

Oggi i massacri terrificanti e disumani del popolo ucraino, lo lasciano freddo e  insensibile e non lo turbano le legittimità e legalità, la crudeltà dei massacri, le torture e l'esilio degli ucraini catturati, perché per lui, il dato più importante è l'auto conservazione, il risveglio della vecchia mitologia russa. 

Se l'Occidente non comprenderà in tempo che il proprio destino potrebbe essere archiviato da una possibile futura alleanza tra Russia, Cina ed India e a discapito di tutti i popoli liberi e democratici, e del mancato esercizio dei propri diritti ed allora i leaders del nostro tempo, se ne assumeranno tutte le responsabilità personali e storiche.

Alberto Alessi