IL POPOLO
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Politica
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2. LA PRIMA GUERRA MONDIALE E LA SOCIETÀ DELLE NAZIONI. Gli anni tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 videro la formazione di alleanze tra Stati sovrani con conseguenze molto importanti negli equilibri e nei rapporti di forza tra le nazioni. In Europa un ruolo fondamentale lo ebbe il cancelliere tedesco Otto von Bismarck con una politica incentrata sul rafforzamento dell’isolamento francese e nella protezione degli equilibri interni delle grandi monarchie autoritarie europee.
Alcide De Gasperi nasce a Pieve Tesino in Provincia di Trento il 3 aprile 1881. All’epoca il Trentino era una realtà territoriale dell’Impero Austro-Ungarico amministrato da Innsbruck infatti fin dal Medioevo la storia del Trentino è stata legata a quella del Tirolo e le vallate facevano parte del Principato Vescovile di Trento, che per otto secoli godette di un'autonomia speciale all'interno del Sacro Romano Impero Tedesco. Nella prima metà del XIX secolo, terminato il periodo napoleonico, il Trentino divenne parte della contea austriaca del Tirolo. La formazione di De Gasperi sarà fin da subito legata al mondo ecclesiastico e religioso, partendo dal suo primo insegnante, il sacerdote Merler che lo seguirà durante la permanenza a Civezzano.
Per noi DC e Popolari la scelta più coerente dovrebbe essere quella di ritrovarci uniti a sostegno del PPE, partito di cui la DC è stata cofondatrice erede dei grandi padri DC dell’Europa: De Gasperi, Adenauer, Monnet e Schuman. Avremmo dovuto avere più coraggio e impegnarci alla raccolta delle firme per una lista unitaria di ispirazione DC e popolare, alternativa alla destra nazionalista e sovranista e distinta e distante da una sinistra sempre più lontana dalla sua cultura originaria. Non l’abbiamo fatto e, quindi, alle europee, privi di una lista di riferimento, ci limiteremo ad appoggiare quel candidato o candidata a noi più vicina/o presente in alcune delle tre liste del centro in costruzione.
Il tema di un rinnovato soggetto politico che intenda assumere, nella totale autonomia e responsabilità laicale, l’ispirazione dall’umanesimo cristiano e dai principi della dottrina sociale cristiana è, infatti, cruciale se si vuole concorrere alla nascita di un centro nuovo della politica italiana, alternativo alla destra nazionalista e sovranista e alla sinistra alla ricerca affannosa della propria identità, attualmente condizionata da orientamenti di stampo radicale lontani dalla sua storica tradizione. Un centro ampio e plurale in cui possano ritrovarsi le migliori tradizioni repubblicane, unite dalla volontà di difendere e attuare integralmente la Costituzione.
L’agognato federatore del centro nuovo della politica italiana, Mario Draghi, è renitente all’appello e dall’intervista della sua signora a “ il Foglio”, sembra dire NO anche alla chiamata in Europa, preferendosi ritirare nel privato. Sperare nella capacità di manovra di Matteo Renzi, in rotta col dioscuro liberal-radicale Calenda, si rischia di subire le ondivaghe giravolte del pur abile toscano, già leader del PD, ora sostenitore del candidato della destra in Basilicata e da molti considerato assai inaffidabile.
Alle prossime elezioni europee risulta evidente che, allo stato dell’arte, la possibilità di costruire una lista unitaria dell’area politica cattolica (democratica, liberale e cristiano sociale) sia impossibile. Ribadendo l’opzione a sostegno di candidati europei impegnati con i programmi e i valori del PPE, ci daremo appuntamento dopo il voto, con tutti i democratici cristiani e i popolari interessati a convergere su un programma e su alleanze compatibili con i nostri valori e, dunque, con una lista unitaria alle elezioni politiche nazionali.
Avevo sperato che la situazione di surplace, nella quale sembravano bloccate le diverse formazioni politiche di ispirazione popolare, venisse superata, per puntare a un progetto di unificazione efficiente ed efficace a partire dalle prossime elezioni europee, in ciò facilitato dalla legge elettorale proporzionale. Ciò che sta avvenendo, in realtà, conferma la permanenza di forti ostacoli, sia per i silenzi incomprensibili da parte di qualcuno, sia per le strane virate laiciste radicali di quelli amici che dichiarano la propria convinta adesione al partito della destra-centro macroniano nell’Unione europea.
Seguo le vicende politiche italiane da “vecchio DC non pentito”, nel mio buen retiro mestrino, come un “osservatore assai poco partecipante” che raccoglie le sue informazioni da amici più giovani e ben presenti nelle vicende romane. Con l’ultima mia nota mi attendevo qualche risposta, in particolare dall’amico Mario Mauro, con il quale, insieme al compianto on Potito Salatto, ho concorso alla nascita del movimento-partito dei Popolari per l’Italia. Sin qui da Mauro un silenzio incomprensibile che, conoscendo l’amico Mario, non vorrei fosse legato a condizionamenti dovuti a oggettive difficoltà presenti anche per lui quanto all’obbligo della raccolta delle firme, o, peggio, ad eventuali condizionamenti esterni, che lo trattengono dal compiere scelte più rischiose rispetto a quella di un’eventuale candidatura personale in una lista di centro destra.
In attesa di conoscere le decisioni del possibile “federatore” del centro nuovo della politica italiana, alternativo alla destra nazionalista e sovranista e distinto e distante dalla sinistra, considerate le difficoltà oggettive della raccolta delle firme in tempi ormai stretti, dobbiamo attendere le decisioni dell’amico Mario Mauro dei Popolari per l’Italia. Se, malauguratamente Mario Mauro non rispondesse positivamente all’invito, anche la disponibilità espressa da Matteo Renzi con Italia Viva potrebbe essere considerata, a condizione che sia chiara la nostra partecipazione di DC e Popolari nella lista per le europee e la nostra successiva collocazione a fianco del PPE.
La sua lista alle regionali sarde ha ottenuto lo 0,3 %, poco più di duemila voti e l’UDC di Cesa il 2,8%, 19.056 voti. Passi per Cesa, organico da tempo della destra leghista col suo alter ego padovano De Poli, ma ciò che lascia interdetti è la lettera post voto dell’on. Rotondi alla Meloni: “Cara Giorgia, convoca subito un vertice con Maurizio Lupi, Lorenzo Cesa, me e Cuffaro. Facciamo sì che questa nostra area di confine sia ricondotta a una sintesi unitaria, in coordinazione con FdI”. Spiace che una persona intelligente come Rotondi, si sia ridotta al galleggiamento permanente; prima, con il Cavaliere e, adesso, con Fratelli d’Italia.