IL POPOLO

Politica

Ho letto con interesse l’intervista su La Repubblica a Rosi Bindi del 5 gennaio scorso, nella quale l’esponente PD ricorda gli avvenimenti che concorsero alle drammatiche vicende di Moro, Bachelet e di Piersanti Mattarella, quest’ultimo considerato come l’erede predestinato di Moro, continuatore della politica dell’attenzione sino al compimento dell’alternanza alla guida del governo. Rosi Bindi non manca di collegare quegli avvenimenti alla svolta del XIV congresso nazionale della DC, quello del “ preambolo Donat Cattin” su cui abbiamo avuto modo di discutere molte volte all’interno del partito democratico cristiano.
La questione del centro nuovo della politica italiana sta caratterizzando il dibattito tra diverse testate giornalistiche, tra le quali, in maniera particolare, quella de Il Domani d’Italia, diretta dall’On Lucio D’Ubaldo. Con la scomparsa politica della DC e l’avvento della legge elettorale maggioritaria si è andato consolidando un sistema bipartitico forzato, che costringe a scegliere le alleanze a destra o a sinistra, con Fratelli d’Italia e il PD, dominus nel dare e controllare le carte, indisponibili a cedere a quel sistema elettorale proporzionale che i padri costituenti avevano posto alla base del sistema su cui si fonda la nostra repubblica parlamentare.
È lapalissiano constatare che, permanendo l’attuale legge elettorale del rosatellum, il bipolarismo imperfetto continuerà a imperversare, rendendo assai ardua la possibilità di costruzione del centro nuovo della politica italiana. Un progetto che, per potersi realizzare, necessiterebbe, come nella migliore storia della repubblica, il ritorno alla legge proporzionale; quella voluta dai padri costituenti nel loro disegno ordinato di repubblica parlamentare. Ottimo terreno saranno le prossime elezioni comunali, provinciali e regionali, dove sono vigenti leggi elettorali di tipo proporzionale, che potrebbero favorire il processo di aggregazione. Si potrebbe così non solo permettere l’elezione di candidati nei consigli comunali, provinciali e regionali, ma, pure, una selezione democratica di una nuova classe dirigente...
Luciano Faraguti nacque a Riva del Golfo - La Spezia il 26 agosto 1937. Morì a Genova l'11 marzo 2018. Fu eletto Deputato della Repubblica Italiana nelle Legislature VIII, IX, X e XI. E' stato sottosegretario al Turismo e Spettacolo nei Governi Craxi I e II e nel Governo Fanfani VI. Fu un tenace e convinto formatore presso la Scuola di Formazione Politica della DC, dove preparò molti e qualificati giovani provenienti dal mondo cattolico. Fu tra i più convinti DC non pentiti ad auspicare il rilancio della Democrazia Cristiana dopo la sentenza della Corte di Cassazione del 23 dicembre 2010, che dichiarò la DC mai estinta.
Enrico Medi nacque a Porto Recanati il 26 aprile 1011. È stato Deputato all’Assemblea Costituente dal 1946 al 1948. Deputato della Repubblica Italiana nella prima Legislatura.Diventa Presidente dell’istituto Nazionale di Geofisica e Vice Presidente dell’EURATOM, fu richiamato alla politica da papa Montini, nel 1971 fu primo degli eletti al Consiglio Comunale di Roma con 75.000 preferenze. Ritornò alla Camera dei Deputati nella VI Legislatura dal 1972 al 1974 quando sopraggiunse il decesso dopo una lunga malattia. Oltre a essere stato un genio della scienza, ebbe spiccate doti di scrittore e di oratore che, con slanci mistici, sentimenti di poeta e con l’entusiasmo dell’apostolo, attirò folle di ascoltatori e seguaci. Il 23 maggio 2024, il Santo Padre Francesco ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Enrico Medi.
Franca Falcucci nacque a Roma il 22 marzo 1926, dove morì il 4 settembre 2014. Senatrice della Repubblica nelle Legislature V,VI,VII, VIII, IX e X. Nel 1982, diventò la prima donna a ricoprire la carica di Ministro della Pubblica Istruzione e fu titolare del dicastero di Viale Trastevere per i Governi Fanfani V, Craxi I e II e Fanfani VI dal 1° dicembre 1982 al 28 luglio 1987. Prima di essere nominata ministro, è stata presidente della commissione che ha redatto, nel 1975, un documento fondamentale per la storia recente dell’istruzione italiana: quello per l’inclusione scolastica dei ragazzi con disabilità. A Franca Falcucci, come ministro della Pubblica Istruzione, si deve tra l’altro la riforma (dopo 30 anni) dei programmi della scuola elementare varata nel 1985
Guido Carli nacque a Brescia il 28 marzo 1914 e morì a Spoleto il 23 aprile 1993. Economista e politico, fu una figura centrale della vita istituzionale ed economica dell'Italia del secondo Novecento. La sua carriera si è estesa per decenni, durante i quali ha avuto un'influenza significativa sull'economia e la finanza italiana, contribuendo alla modernizzazione del sistema economico del Paese. Guido Carli è ricordato come uno degli economisti e banchieri più influenti nella storia dell'Italia contemporanea. La sua visione economica e il suo rigore amministrativo hanno lasciato un'impronta duratura sulle istituzioni italiane. Guido Carli è stato una figura centrale nel panorama economico e politico italiano, con un'influenza che si estende ben oltre la sua epoca
Mino Martinazzoli nacque a Orzinuovi il 30 novembre 1931 e morì a Brescia il 4 settembre 2011. Fu Senatore della Repubblica Italiana nelle Legislature VI, VII, VIII e XI. Deputato della Repubblica Italiana nelle Legislature IX e X. È stato Ministro di Grazie e Giustizia dal 1983 al 1986 nel Governo Craxi; Ministro della Difesa nel Governo Andreotti VI: Ministro per le Riforme Istituzionali e per gli Affari Regionali nel Governo Andreotti VII. Segretario Politico Nazionale della Democrazia Cristiana dal 1992 al 1994 e Segretario del Partito Popolare. A Martinazzoli si deve riconoscere il merito di una tenace e originale “reinvenzione” dell’esperienza democratico cristiana. Il suo realismo non escludeva la speranza. Realismo e speranza, dunque, ma anche rivendicazione orgogliosa dell’essere dalla parte giusta, da democratici e da cristiani, senza la corazza dell’integralismo o peggio ancora dell’arroganza. Questo stile, legato strettamente alla sostanza, rende attuale e stimolante la testimonianza politica di Martinazzoli.
Riccardo Misasi fu uomo sapiente, dai tratti gentili e sinceri sempre ispirati dalla volontà di concorrere all’equilibrio e alla ricomposizione dei contrasti. Un politico che nei suoi interventi rivelava una capacità di eloquenza che lo rendeva unico tra i molti esponenti politici della DC. Nacque a Cosenza il 14 luglio 1932. È deceduto a Roma il 21 settembre 2000 all’età di 68 anni colto da un arresto cardiaco improvviso. Fu Deputato della Repubblica Italiana nelle Legislature III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X e XI. È stato Ministro del Commercio con l’estero dal 1969 al 1970 e Ministro della Pubblica Istruzione dal 1970 al 1972 e dal 1991 al 1992. Tra il 1988 e il 1989, durante il Governo De Mita, fu Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ministro degli interventi straordinari per il Mezzogiorno nel Governo Andreotti VI, si dimise il 26 luglio 1990. Fu Riccardo Misasi, il politico democristiano cui Moro dal carcere delle BR inviò la lettera nella quale chiedeva di intervenire nella DC, con tutte le argomentazioni giuridiche e politico istituzionali insieme a quelle etico morali più opportune per favorire la sua liberazione. L’on. Misasi questo seppe indicare a tutta la comunità democratico cristiana calabrese, ossia la capacità e la volontà di “guardare al futuro con cuore antico”.
Giovanni Goria nacque ad Asti il 30 luglio 1943, dove morì il 21 maggio 1994. Nel 1976 fu eletto per la prima volta alla Camera dei deputati, e nel 1981 fu sottosegretario al Bilancio per un anno. Fu Ministro del Tesoro (1982-1983 con il Governo Fanfani V, 1983-1986, con il Governo Craxi I, 1986-1987 con il Governo Craxi II), Ministro del Tesoro e Ministro del bilancio e della programmazione economica (ad interim) nel 1987. Fu il più giovane Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, dal luglio 1987 ad aprile 1988. In quel periodo ricoprì anche la carica di ministro senza portafoglio per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno. Nel 1989 venne eletto al Parlamento europeo, ma si dimise due anni dopo per diventare Ministro dell’agricoltura e delle foreste nel Governo Andreotti VII. Nel governo successivo, di Giuliano Amato, ricoprì il ruolo di Ministro delle Finanze, e quando il governo Amato.