IL POPOLO

Politica



Le ultime tornate elettorali di due regioni, Calabria e Toscana, hanno confermato la crisi della politica. C’è una ripulsa di gran parte di elettori che diserta le urne. La fiducia verso le istituzioni di democrazia rappresentativa va attenuandosi inesorabilmente. Un processo di rifiuto di molti che considerano inutile votare nel momento in cui non ci sono più le garanzie per il coinvolgimento dei cittadini previste dalla Costituzione. Mi riferisco non solo ai Partiti ma alle multiforme associazioni espressioni di interessi. La partecipazione, i confronti e le elaborazioni delle idee non ci sono più.
Convinto della necessità di concorrere a costruire il centro nuovo della politica italiana, alternativo alla destra nazionalista e sovranista e alla sinistra senza identità, seguo con interesse il tentativo dell’On Giorgio Merlo, con il suo movimento-partito “ Scelta cristiano popolare”, di un’alleanza con Forza Italia. Interesse da me evidenziato con l’articolo di alcuni giorni fa: Con Forza Italia nel PPE (https://www.ilpopolo.cloud/politica/1892-con-forza-italia-nel-ppe.html), sottolineando la comune appartenenza alla storia e ai valori del Partito Popolare Europeo. Sino ad oggi, per la verità, non giungono segnali di interesse dal partito guidato dal ministro Taiani, che sembra ben fermo nella sua chiusa autoreferenzialità e nel ruolo ancillare della destra leghista-meloniana.
Pronunciare il nome del partito che, ininterrottamente per 50 anni, ha costituito la colonna portante della politica italiana suscita oggi emozioni variopinte: dalla diffidenza all'ammirazione, dall’astio alla nostalgia. Eppure il sondaggio svolto dal gruppo DemoS - Democrazia solidale nel 2024 fa emergere il dato incontrovertibile che quasi il 40% degli elettori italiani - fetta non trascurabile - accoglierebbe con favore una formazione politica cattolica dall'identità ben definita e determinata.
La realtà effettuale impone una seria riflessione sulle prospettive politiche possibili per un’area politica di ispirazione democratico cristiana e popolare, che intenda tornare all’impegno politico organizzativo con possibilità di espressione sul piano istituzionale ai diversi livelli, da quelli locali a quello nazionale. Fatto salva l’esigenza di una nostra ricomposizione politica e la condivisione di un programma politico ispirato ai valori della dottrina sociale cristiana e alla fedeltà ai principi costituzionali, a partire da quelli indicati dagli articoli 1,3 e 53, accanto a quelli degli articoli 49 e 54, un centro nuovo della politica italiana può nascere dalla confluenza delle diverse realtà che, a vario titolo, si riconoscono nel Partito Popolare Europeo
Con le elezioni regionali nellle Marche si è aperta la lunghissima stagione elettorale che si concluderà con le politiche del 2026. Vince il Centro destra, ma arretra sempre di più la politica. Assistiamo a un bipolarismo povero fra apparati senza emozioni in gara in un alternanza solo di potere, dove i leader hanno forza attrattiva con un volgo sempre più anonimo, privato degli strumenti per interloquire e partecipare. Quel centro moderato pensoso equilibrato in cui la ragione resiste agli estremismi incolti e pericolosi non c’è.
Mattia Orioli, Presidente del Comitato Iniziative Popolari, interviene sul tema della legge elettorale e delle riforme messe in campo per il paese e scrive: "Sono da poco reduce dalla campagna elettorale nelle Marche perché oltre a Presiedere il Comitato Iniziative Popolare, il quale al suo interno ha diverse espressioni politiche, da quelle Popolari Democratiche Cristiane, a quelle Liberali, Socialiste, Repubblicane e Riformiste ma anche di altre aree provenienti da destra, centro e sinistra le quali vogliono un sistema più democratico e rappresentativo, il mio impegno e ruolo al di fuori del suddetto comitato è anche quello di Coordinatore del Movimento Nazionale Iniziative Popolari e a livello locale Coordinatore della Provincia di Macerata di Base Popolare.
La prima verifica elettorale del voto regionale delle Marche ha dimostrato che un “campo largo”, che tenti di costruire un’alternativa alla destra con le sole componenti di sinistra, è destinato a fallire. Senza il contributo di un centro nuovo della politica italiana, ampio e plurale di ispirazione democratica, popolare, liberale, repubblicana e riformista, non nascerà una nuova maggioranza e senza di esso non si favorirà il ritorno al voto dei renitenti. La condizione preliminare, però, è il ritorno alla legge elettorale proporzionale senza la quale difficilmente la ricomposizione al centro potrà avvenire,
Iniziativa Popolare ha avviato la raccolta delle firme on line per due Leggi di Iniziativa Popolare (LIP) per il ritorno alla legge elettorale proporzionale con preferenza, alternativa all’attuale “rosatellum” di tipo maggioritario, che permette la sopravvivenza di un bipolarismo forzato dimostratosi funzionale ai due partiti maggioritari, FdI e PD; capace di garantire la fuga dal voto di metà dell’elettorato e, come una sorta di nuova legge Acerbo, di permettere, come è avvenuto nel settembre del 2022, a una maggioranza della minoranza degli elettori, di assumere il pieno controllo del parlamento. Analogamente il cancellierato sul modello tedesco, alternativo all’ircocervo del premierato meloniano.
Confondere il messaggio alto e nobile di don Luigi Sturzo ai Popolari italiani, che si resero immediatamente ostili al fascismo già strisciante del 1919, e poi irrimediabilmente ad esso alternativi, dopo la famigerata legge Acerbo con qui Mussolini assunse il pieno controllo del parlamento italiano, con quanto oggi Salvini sostiene nel e con il governo Meloni, è inaccettabile non solo per noi DC e Popolari, ma per ogni democratico che abbia a cuore e intenda restare fedele alla Costituzione repubblicana.
Nei giorni scorsi, come ha già infomato questo giornale, il Movimento di Iniziativa Popolare, presieduto da Mattia Orioli e i rappresentanti del Comitato Palumbo, Bonalberti, Bonanni, Trenta e lo scrivente, nella Sala stampa della Camera dei Deputati hanno presentato la proposta della legge di iniziativa popolare per l’ elezione del presidente del consiglio dalle due camere in seduta congiunta e un sistema elettorale proporzionale con le preferenze.