IL POPOLO

Politica

Si avverte un clima politico strano. Una situazione sulfurea che sbiadisce i contorni. Tutto è incerto, un dominio di capi imprevedibili che agiscono su impulsi spinti da interessi antichi, che hanno segnato gran parte della storia dell’800 e del 900. Una corsa a garantirsi sfere d’influenza con obiettivi economici. Svaniti i sogni della globalizzazione si fanno strada i nazionalismi,le autocrazie, le vocazioni pseudo imperiali.
Ettore Bonalberti sta scrivendo il suo ultimo libro: DEMOCRAZIA CRISTIANA - Note politiche sul triennio 2023-2025- LA DIASPORA, un saggio che riprende i testi scritti durante il triennio, aventi come filo conduttore il progetto della ricomposizione politica dell’area cattolica nelle sue tre espressioni essenziali: democratica, liberale e cristiano sociale. Mi auguro che anche questo libro favorisca il progetto al quale, componenti come Iniziativa Popolare, Tempi Nuovi, Piattaforma Popolare, Amici di Marini, Laburisti di Bonanni, Democrazia Cristiana guidata da Cuffaro, potrebbero positivamente aderire.
Il 16 luglio del 1966 Mario Tassone veniva eletto delegato provinciale del Movimento Giovanile della DC dí Catanzaro. In quel giorno si consolidava la sua esperienza nella DC che ha riempito la sua vita, ma non solo: un crogiolo di energie insieme per costruire. Il Movimento Giovanile democristiano fu palestra di vita. Discutere, confrontarsi, costruire, coinvolgere erano tratti distintivi dei giovani DC. La loro forza era lo stare insieme, interloquire, pensare, perlustrare sentieri nuovi.
Da molto tempo si parla di nuova legge elettorale e di ricostituzione di un centro politico che possa raccogliere le istanze che da larga parte della società vengono avanzate e che non sono, oggi, adeguatamente rappresentate. Tuttavia, parlare di “centro” significa dargli, innanzitutto, un costrutto ideologico chiaro, identitario, in guisa da consentire una sua demarcazione di valori che si differenzi da “centro destra” e “centro sinistra”, o, meglio, dai loro ormai sfuocati contorni che l’attuale legge elettorale impone per creare due raggruppamenti, spesso poco omogenei in ambiti molto importanti (pensiamo alla politica estera, alla bioetica, allo stato sociale).
Dopo l’articolo sul progetto di Iniziative Popolari per il ritorno della legge elettorale proporzionale sono giunte all'A. dell'articolo alcune reazioni positive e molto interessanti sulle quali varrebbe la pena aprire un serio dibattito politico culturale. Intanto, però, attendiamo l’esito del deposito della richiesta di Legge di Iniziativa Popolare per il ritorno alla legge proporzionale (LIP) che, unitamente a quella del cancellierato, il movimento di Iniziative Popolare effettuerà in Cassazione il prossimo 24 Giugno; dopo l’OK della Suprema Corte, servirà raccogliere 50.000 firme, con possibilità di firmare per via telematica, un obiettivo possibile, se si riuscirà a mobilitare la vasta rete delle realtà sociali, culturali e politiche di area democratica interessate/bili a questo obiettivo.
Il progetto di un ritorno alla legge elettorale di tipo proporzionale come descritto nella nota dell’ aprile scorso (https://www.ilpopolo.cloud/editoriali/1755-perche-una-legge-elettorale-proporzionale.html ) si sta concretizzando. Gli amici di Iniziativa Popolare il prossimo 24 Giugno depositeranno la proposta di Legge di Iniziativa Popolare (LIP) per il superamento dell’attuale sistema maggioritario e il ritorno alla proporzionale. Sarà anche depositata la proposta di Legge di Iniziativa Popolare per il cancellierato. Si allega, nel merito, il comunicato stampa di Iniziativa Popolare.
Ho letto con interesse la nota degli amici di Tempi Nuovi, D’Ubaldo e Fioroni, di presa di distanza dalla leadership attuale del PD, riconfermata versione della sinistra, a suo tempo definita dal prof Del Noce, “partito radicale di massa”, come l’espressione di una volontà di concorrere a quel progetto di ricomposizione di un centro nuovo della politica italiana. Il centro, di cui da tempo scrivo, come “ampio e plurale, alternativo alla destra nazionalista e sovranista e distinto e distante dalla sinistra alla ricerca di una sua identità”.
Con un editoriale dell’8 Gennaio scorso su Il Popolo avevo scritto alcune note di bilancio dell’azione di governo Meloni. A distanza di poco più di quattro mesi constatiamo il permanere di due politiche estere alternative, tra quella espressa dalla presidente Meloni e quella del suo vice presidente del consiglio Salvini, che rende ambigua la posizione dell’Italia sul fronte europeo, nel quale si afferma il ruolo egemonico franco-tedesco e un significativo riavvicinamento all’UE della Gran Bretagna.
Vorrei dire all’amico Scarpino, il PD attuale non è il PCI di Berlinguer, così come la frastagliata realtà dell’area ex DC e popolare risultante dalla diaspora suicida (1993-2025) non è quella del partito unito attorno alla leadership di Aldo Moro. Ecco perché continuo a ritenere che la soluzione più opportuna sia quella di tentare la ricomposizione al centro, restando alternativi alla destra nazionalista e sovranista, ma distinti e distanti dalla sinistra senza identità.
La nota cantante Donatella Rettore, che è di Castelfranco Veneto, ha detto dalla Berlinguer a “È sempre CartaBianca” che Tina Anselmi, sua compaesana, sarebbe stata un ottimo presidente della Repubblica o anche del Consiglio. Invece l’hanno relegata in ruoli impossibili (come la commissione parlamentare sulla P2), tanto che il suo può ben essere considerato – ha detto - “il primo effluvio di femminicidio”. Meno incline al paradosso è Valentina Magrin, la nipote di Tina Anselmi che cura sui social una pagina in sua memoria. Valeria ha trovato un vecchio appunto, privo di data, scritto a mano dalla zia. “Poche parole - osserva-, semplici ma molto attuali”. “Non dobbiamo essere intaccati – così scriveva Tina - da questa mistura del potere senza cultura valoriale ed etica”.