IL POPOLO
![Il Popolo - Politica](/images/headers/testata-politica.jpg)
Politica
![Il Popolo - Politica](/images/headers/testata-politica.jpg)
Se il Senatore Costante Degan brillò nel firmamento comunitario non c'è alcun dubbio che Egli trasse proprio dall'insegnamento cristiano la prima bussola orientatrice. Una traccia che non Lo fece tremare neppure quando la terribile e devastante malattia lo prese per mano e - senza neppure farlo riposare - lo traspose oltre la nostra dimensione umana.
Nella lunga storia politica dei cattolici italiani, dai popolari alla DC, accanto alle tre grandi tradizioni culturali in cui si identifica l’esperienza popolare (democratici, liberali e cristiano sociale) sin dall’Opera dei Congressi era presente la distinzione tra moderati conservatori e progressisti. Tale divaricazione assunse una profonda divisione all’interno del Partito Popolare di don Luigi Sturzo, tra quanto il sacerdote di Caltagirone indicava come strategia del partito nettamente alternativa a ogni collaborazione col fascismo, mentre Stefano Cavazzoni rispose positivamente all’invito di Mussolini di entrare nel suo governo da costituire dopo la fine del governo Facta dopo la marcia su Roma.
Valentina Magrin, la nipote di Tina Anselmi che cura sui social una pagina in sua memoria, ha trovato un vecchio appunto, privo di data, scritto a mano dalla zia. “Poche parole - osserva-, semplici ma molto attuali, che con piacere condivido con voi”: “Non dobbiamo essere intaccati – così scriveva Tina - da questa mistura del potere senza cultura valoriale ed etica”. Carlo Bianchini legge in queste parole tutta la saggezza di chi vede "oltre la siepe". Il post di Valentina ha poi risvegliato vecchi ricordi, come quello di Bice Pascasio: “Ho conosciuto tanti anni fa l’on Anselmi ad un corso del comitato civico alla Camilluccia a Roma e ne ho un ricordo straordinario”... Fondamentali per la sua formazione furono le teorie di monsignor Luigi Piovesana, uno dei teorici e diffusori della dottrina sociale della Chiesa tra gli operai che, già attivo durante il fascismo, organizzava giornate di studio e di preghiera per le impiegate e le operaie.
L’impegno politico di Alcide De Gasperi per la nascita dell’Unione Europea è stato essenziale anche se i risultati concreti del grande lavoro diplomatico che era riuscito a generare, si sono concretizzati dopo la sua morte. Il periodo in cui si concentra l’impegno dello statista trentino sul tema del federalismo europeo, vanno dagli anni 1948 al 1954, solo 6 anni in cui De Gasperi raggiunse degli obiettivi che già allora risultarono straordinari pur nella negativa esperienza della ratifica del Trattato sulla CED. La capacità diplomatica di discutere e giungere a delle decisioni condivise è un modo estremamente efficace per dare risposte concrete ad ogni questione emergente, ma soprattutto per cercare di trasformare delle sane utopie in nuove realtà.
Il percorso europeo che sembrava aver imboccato la strada giusta, vide una brusca e improvvisa frenata in particolare a causa delle vicissitudini nazionali che si susseguirono. Sul piano internazionale il 5 marzo 1953 moriva Stalin e la nuova guida sovietica nelle mani di Kruscev, delineò uno scenario più distensivo sia nei rapporti con gli americani sia con l’Europa, rendendo la necessità dell’esercito comune meno impellente. Sul fronte americano l’elezione del Presidente Eisenhower e la nomina di John Foster Dulles al Dipartimento di Stato, spingevano gli Stati Uniti a stimolare il dibattito europeo e la firma della ratifica da parte dei 6. Infatti la Comunità europea di difesa era stata definita come un organismo complementare delle comunità Atlantica nel quadro della quale era definita la politica generale di difesa dell’alleanza occidentale.
Il periodo politico che seguì alla firma del Trattato per la Comunità Europea di Difesa mise in evidenza quanto la visione unitaria europea fosse nelle menti e nei cuori dei leader nazionali, ma meno nelle compagini parlamentari. Per motivi diversi ogni parlamento affrontò la questione della ratifica del trattato con le proprie difficoltà ed incertezze. Da parte francese i primi dibattiti interni riguardavano quanto fosse stato modificato dalla prima bozza del piano Pleven. La versione finale del Trattato CED aveva fortemente indebolito la proposta iniziale a favore di obiettivi delle singole nazioni ma soprattutto non era emersa quella linea che puntava ad escludere anche la ricostituzione di un esercito tedesco e garantire un controllo efficace del riarmo della Germania, nodo essenziale per la Francia.
Nello stesso periodo in cui si lavorava alla costituzione della CECA, divenne pressante il dibattito sulla questione della difesa comune a causa di una serie di circostanze che avvenivano sul piano internazionale. Il principale fu lo scoppio nel 1950 della guerra di Corea causata dall’invasione della Corea del Sud, alleata con gli Americani, da parte della Corea del Nord radicalmente comunista.
Nella situazione attuale di trasformismo politico dominante sono frequenti i percorsi politici che assomigliano a quell’andar di bolina, puntando a manca per andare a dritta o viceversa, accanto ai tradizionali cambiamenti di rotta propri di chi da un partito decide di passare a un altro. Naviga di bolina Matteo Renzi, il quale, come avvenuto ieri con il voto a sostegno del governo della Meloni ne ha impedito la sua sconfitta parlamentare, dopo che Forza Italia aveva deciso di non votare il decreto del super bonus indicato dal ministro Giorgetti. Il capitano di lungo corso di Rignano sull’Arno continua nella sua azione di bolina: puntare a sinistra per andare a destra.
La contrapposizione internazionale tra il blocco occidentale e quello sovietico, alimentata dagli accordi sul piano Marshall, generò nel caso della Germania un momento di forte tensione. La Russia era convinta che gli aiuti americani ai tedeschi avrebbero contribuito ad una ripresa economica sbilanciata e quindi ad un riaccendersi degli animi nazionalisti legati alla dittatura da poco sconfitta. Nel giugno del 1948 Stalin dispose il blocco degli accessi via terra a Berlino ovest, azione possibile perché la città era divisa tra gli alleati e quell’area era nella parte di territorio sotto occupazione sovietica.
Due importanti avvenimenti politici nel 1948 videro l’Italia su una posizione attendista fino allo sblocco politico delle prime elezioni repubblicane. A Bruxelles fu firmato il 17 marzo del 1948 il Trattato a cinque tra Belgio, Francia, Gran Bretagna, Lussemburgo e Paesi Bassi che aveva come obiettivo quello di un reciproco aiuto militare e politico. Un trattato che nasceva dalla complessa e difficile lettura del futuro ruolo della Germania ma soprattutto di come la Russia avrebbe agito negli anni successivi nei confronti dell’Europa.