Internet consente di connettere milioni di persone in tutto il mondo, valicando i confini degli stati.

La fusione del cinema e della rete è stata un successo, ma sono ancora profondi i problemi legati ad essi. Per capire come funzionano le piattaforme distributive online è necessario spiegare come funziona la distribuzione tradizionale.

La distribuzione rappresenta la seconda delle tre fasi della filiera cinematografica (produzione, distribuzione, esercizio) e interviene al termine della post-produzione del film, ovvero nel momento in cui si ha a disposizione la copia negativa interamente mixata. Gli accordi possibili attraverso cui un produttore può finanziare un progetto sono:

  1. accordo produzione-finanziamento-distribuzione (PDF), quando a finanziare il progetto è il distributore, è il caso che maggiormente ci interessa e per questo lo vedremo nel dettaglio;
  2. accordo rent-a-distributor, caso in cui il distributore mette a disposizione soltanto il servizio di distribuzione mentre le spese sono a carico di terzi.
  3. accordo in-house, rappresenta quando uno stesso studio produce e distribuisce un film, tipico delle majors hollywoodiane,
  4. accordo negative pickup, si stipula prima della fine del film,
    stabilisce che soltanto alla consegna dell’opera il distributore deve rimborsare al produttore il costo di produzione che è stato coperto da un terzo finanziatore. Le spese di distribuzione sono, ovviamente, a carico del distributore;
  5. accordo di acquisizione puro, quando il distributore acquisisce un film completo e lo distribuisce a sue spese e la produzione viene finanziata da terzi.

Ora tratteremo il tipico contratto di finanziamento di un film che coinvolge direttamente il distributore, il contratto “PDF” (produzione- finanziamento-distribuzione). Questa tipologia si usa soprattutto per prodotti indipendenti e prevede che il film debba essere finanziato direttamente dalla distribuzione.
In pratica il produttore, prima di iniziare la realizzazione del film, si accorda con la distribuzione per trovare i fondi necessari per il sostenimento della pellicola. Spesso si tratta di una distribuzione cosiddetta major. Il distributore acquisisce tutti i diritti dell’opera cinematografica o audiovisiva, mentre il produttore può mantenere un semplice diritto partecipativo agli incassi del film in percentuale. Grazie al contratto PDF il distributore diventa proprietario a tutti gli effetti del film.

Terminata la produzione il passaggio successivo è la distribuzione del film, attività composta da due parti: la gestione fisica dei supporti e la gestione commerciale dei contenuti. Nel primo caso si tratta di riprodurre tutte le copie positive necessarie ad essere distribuite nei mercati di sbocco – le sale, ma anche la televisione e l’home video.

Nel secondo caso si tratta di decidere per ogni singola opera l’operazione commerciale di distribuzione (pubblicità, uscita, promozione). Sono operazioni incerte perché non si può sapere che accoglienza avrà la pellicola.
I consumatori sono imprevedibili ,e se un prodotto ha funzionato in passato non è detto che la stessa formula possa essere vincente in futuro. Si possono fare ricerche di mercato ed ipotizzare previsioni. Generalmente due sono le tipologie di distribuzione. La prima è legata alle majors che hanno una rete di vendita internazionale. La seconda, invece, riguarda i distributori indipendenti che vendono i loro prodotti audiovisivi in mercati regionali e attraverso distribuzioni minori o parallele.

Di seguito i quattro tipi di distribuzione:

  1. distribuzione generale, quando si satura il mercato nazionale diffondendo il film che esce nei principali schermi nazionali e si espande progressivamente negli altri meno importanti;
  2. distribuzione selezionata, il film esce solo su alcuni schermi di uno specifico mercato metropolitano e, laddove l’accoglienza sia favorevole, viene trasferito nei mercati regionali;
  3. distribuzione a ombrello, si fa uscire la pellicola in un mercato delimitato (ma comunque importante) fino a saturarlo. Una volta saturata quella porzione di mercato, si può distribuire altrove la pellicola con la stessa modalità.
  4. Test di distribuzione, quando si testa la pellicola in alcuni mercati locali e si effettuano differenti campagne di marketing.

La strategia distributiva degli ultimi decenni che accompagna i blockbuster prevede che il film debba essere distribuito nella maggior parte delle sale nei primi due fine settimana così da guadagnare gran parte dell’incasso nella fase iniziale.

Se un film ha una buona accoglienza genera incassi appena dopo il lancio nel primo weekend di programmazione, tendenzialmente già nel weekend successivo l’incasso inizia a diminuire. Ci sono casi di film che raggiungono l’apice dell’incasso solo dopo diverse settimane dal lancio programmato, tramite il passaparola positivo degli spettatori o attraverso recensioni positive di siti web del settore. In passato, invece, la distribuzione cinematografica trasmetteva i film prima nelle città maggiori poi nelle periferie ed infine nei paesi minori. Oggi questo non esiste più.
La distribuzione in sala risente dei cambiamenti in atto a causa dell’avvento del digitale e di come abbia radicalmente trasformato i media. Da tempo si preferisce girare film in digitale abbattendo i costi ingenti legati alla pellicola. Il problema però resta nella distribuzione nelle sale perché convertire una pellicola dall'analogico al digitale richiede costi elevati che spesso non si è in grado di sostenere. Quindi anche se un film viene realizzato in digitale, successivamente viene riconvertito in pellicola per essere distribuito agli esercenti. Attualmente circa il 90% delle sale mondiali sono state digitalizzate, la distribuzione digitale abbatte i costi elevati derivanti dall’acquisto, dalla stampa e dal trasporto della pellicola, le copie da distribuire vengono duplicate digitalmente abbattendo totalmente i costi.

Dopo che i produttori ed i distributori si accordano, le copie vengono inviate alle sale in modalità virtuale, scaricate sul server e decodificate.
La Copia digitale é così pronta per essere proiettata in sala.
Si abbattono enormemente i costi di distribuzione e si avranno incassi maggiori.
Il “sistema delle Windows” è una stategia distributiva sviluppatasi attualmente, non essendo più la sala cinematografica unico canale di fruizione.
Il principio è quello di diffondere il prodotto in più canali in base a una scansione temporale delle uscite in modo tale da ottenere il massimo possibile dei profitti della programmazione ripetuta del film. Ciò consente di generare ricavi sia nel mercato primario della sala ma anche nei mercati secondari (tv e homevideo).

Il “Windowing” prevede che un film sia distribuito prima nelle sale cinematografiche nazionali ed internazionali, successivamente, quando smette di incassare, viene diffuso negli altri canali ognuno legato da un pubblico differente da quello del mercato iniziale.
La sequenza in genere è la seguente: home video, pay-per-view, pay TV, TV generalista.

La distribuzione nei mercati secondari dipende molto dall’accoglienza che il film ha avuto in sala: osservando l’andamento di un film al botteghino si ha una percezione ideale (sempre incerta) di come andrà nei mercati secondari.
I distributori devono rispettare gli intervalli di tempo per evitare la sovrapposizione fino a che il ciclo distributivo non si è concluso.

Così si sfrutta il massimo potenziale della pellicola.

Il distributore negozia con gli esercenti i contratti per noleggiare le pellicole in un determinato territorio.

L’esercente invece programma i film per il pubblico cercando di sfruttare al massimo le sale che ha a disposizione.

Grazie ai cinema multisala si può strutturare una programmazione analizzando tutte le fascie d’età, i gusti degli spettatori, riuscendo ad appagare anche gli spettatori più raffinati.

La pellicola viene sfruttata economicamente in maniera maggiore, riproducendo il film molte volte anche nell’arco di una stessa giornata. Per quanto riguarda l’accordo tra distributore ed esercente, Il contratto di programmazione contiene l’esclusiva territoriale ove il distributore non può cedere la pellicola ad altri esercenti.

Laddove un’opera cinematografica ottenga una scarsa accoglienza viene ritirata in accordo con il distributore. Gli accordi di programmazione devono essere flessibili per adattarsi in base alla risposta del pubblico rispetto ai contenuti proposti. Oggi in Italia sono due i grandi distributori tradizionali: Medusa (Mediaset) e 01 Distribution (Rai).

Poi sono presenti i grandi distributori, appartenenti alle Major (Lionsgate, Sony, Weinstein company, Paramount Pictures, Universal Pictures, MGM, Warner Bros, Walt Disney Studio); completano il quadro altri distributori come Filmauro e Eagle Pictures, oltre ai distributori Lucky Red, BiM, Mikado, legati più che altro al cinema d’autore.

È simile la strategia di Windowing che sfrutta il massimo del potenziale dei diversi canali distributivi, Il pubblico fruisce di prodotti destinati allo sfruttamento domestico.

 

Andrea Marras