IL POPOLO

Editoriali

La Segreteria nazionale della Democrazia Cristiana esprime la propria solidarietà all'on. Salvatore Cuffaro, oggetto di uno strumentale interessamento mediatico riguardante fatti definiti in maniera inequivocabile processualmente,per i quali ha pagato il debito con la giustizia e che vengono ingenerosamente riproposti per delineare una immagine distorta della sua persona. La Democrazia Cristiana conferma la propria piena fiducia nell'attuale impegno dell'on. Cuffaro.
Il Segretario Politico Nazionale, dott. Renato Grassi ha auspicato la ricomposizione dell’area politico-culturale cattolico democratica e cristiano sociale. Ricollegandosi ai tentativi già esperiti in tal senso da autorevoli amici, propone un incontro presso l'istituto Sturzo o in altra sede idonea, per una comune riflessione politica e una auspicabile indicazione operativa.
La maggior parte dei nostri commentatori politici preconizza un anno da lavori in corso, prima delle elezioni politiche. I partiti, dopo lo spettacolo squallido offerto con le elezioni presidenziali, starebbero rinnovandosi in vista della nuova competizione elettorale. Il governo è stabile e meno solido, oppure è solido ma meno stabile. In realtà, di questi lavori in corso non si vede neppure l’ombra. In sostanza, al momento ci sono solo i cartelli “Lavori in corso”, ma il cantiere è chiuso. Ancor più di sempre il Paese in crisi. La pandemia continua. Finirà, prima o poi, non c’è dubbio. Dovremo conviverci, con o senza la quarta dose di vaccino. I lavori in corso che non sono ancora partiti vanno affrettati. Ma c’è davvero voglia di cambiare? Il nuovo Parlamento dovrà essere più agile e compatto, non inutile. Dovrebbe essere di stimolo al governo e propositivo, non il notaio di decisioni prese fra quattro leader.
Un lungo applauso della Camera ha salutato il rieletto capo dello Stato Sergio Mattarella. Dopo il giuramento, nuovo applauso e tutti in piedi mentre dal Gianicolo sono partiti i 21 colpi di cannone di rito. Ma l'attesa è stata per le parole del Presidente della Repubblica. Quasi 12 cartelle piene, lette da Mattarella in 38 minuti con voce a volte emozionata, interrotte da 55 applausi dei Grandi Elettori. Il Presidente, con mitezza, ha indicato sfide e incoraggiamenti per tornare a far sperare l'Italia del dopo-pandemia. Di seguito il testo integrale del discorso del Presidente della Repubblica
Puntuale cronaca dell'Ufficio politico della Democrazia cristiana. Ottima la relazione introduttiva del segretario politico, Renato Grassi. Confermata la collocazione del partito al centro. Salutato con affettuosa amicizia la rielezione del presidente Mattarella. Sottolineato il permanere delle difficoltà nei confronti dell’UDC, dopo le tristi esperienze vissute dalle ultime elezioni europee sino alle recenti elezioni regionali calabresi. Sui problemi organizzativi interni del partito, permanendo la pandemia, è probabile che la data del nostro prossimo XX congresso nazionale possa/debba slittare.
Con la rielezione del Presidente Sergio Mattarella, finalmente, dopo estenuanti votazioni al buio, si è data soluzione al groviglio di improvvisazioni e di prove di forza che ha fatto scivolare l’assemblea parlamentare in un penoso impasse, di cui ne porta massima responsabilità il procedere ambiguo ed avventato di Salvini che spesso ha trovato sponda in Conte, finti nemici di giorno ed amici di notte. Nell’esprimere tutto il nostro compiacimento per questa riconferma, peraltro da noi auspicata da tempo, resta aperta, in tutta la sua gravità, l’evidenza di un sistema politico ormai del tutto incapace, nelle sue funzioni di corpo elettorale.
Sergio Mattarella è stato eletto per un secondo mandato Presidente della Repubblica Italiana con un suffragio pari a 759 voti. Un plebiscito di voti, secondo solo a Sandro Pertini che nel 1978 era stato eletto con 832 preferenze. Una decisione di grande generosità, la sua, nei confronti del Paese. L’Aula della Camera gli ha dedicato un lunghissimo applauso (forse anche psicologicamente liberatorio!) di quasi 5 minuti, tra i più lunghi che la storia della Repubblica italiana possa ricordare in occasione dell’elezione del Capo dello Stato.
Come avevamo auspicato nella riunione del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana, ribadiamo la nostra convinta adesione alla proposta di rinnovo del mandato al Presidente Mattarella. La convulsa gestione della trattativa per l'elezione presidenziale ha evidenziato la crisi di un sistema basato sulla contrapposizione tra schieramenti di destra e sinistra generati dal sistema elettorale maggioritario e incapaci di costruire una sintesi politica. Le forze politiche con un sussulto di realismo dovranno affrontare con urgenza il tema della modifica del sistema elettorale e a nostro giudizio approvare un meccanismo proporzionale che restituisca nel contempo agli elettori di poter scegliere i propri rappresentanti
Lo spettacolo miserando di queste votazioni presidenziali è sotto gli occhi di tutti e palesa l’incapacità totale dei nostri politici. Lo sapevamo, ma non fino a questo punto. Il Centrodestra vagheggia nomi impossibili, Il Centrosinistra tace e non si esprime. Ognuno gioca la sua partita che, purtroppo, non è quella del Paese che vorrebbe un Presidente adeguato e un governo stabile. Follie. Le varie votazioni si succedono come in una commedia di cattivo gusto: schede bianche, astensioni, nomi improponibili buttati là, sulla scheda, che esprimono solo ignoranza e disprezzo. La morte della politica non fa piacere a nessuno. Lo spettacolo è pietoso, se non indecente, a partire da un Parlamento che, in realtà, non serve a nulla, così come è composto. Nel vuoto, precipitiamo tutti.
In questo 27 gennaio, Giornata della Momoria, aiutati anche dalla programmazione di Radio e TV, tornano alla mente i volti dei bambini ebrei che furono deportati ad Auschwitz e che mai tornarono a casa, i roghi dei libri del '33 e i rastrellamenti nei Ghetti europei. Tutto aiuta a non dimenticare uno dei periodi più bui della Storia e i milioni di vittime e la follia umana. La cosa più importante che dobbiamo imparare oggi è non dimenticare per tramandare a coloro che verranno dopo di noi ciò che è accaduto durante la Seconda Guerra mondiale. Per essere certi che la pagina più buia dell’umanità non abbia a ripetersi.