IL POPOLO

Editoriali

Il giorno 15 dicembre 2021 alle ore 10,30 presso l’Auditorium di S. Lorenzo in Lucina in Roma - via S. Lorenzo in Lucina n.16/a in seconda convocazione, il Presidente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana, sen. Renzo Gubert ha aperto i lavori del Consiglio Nazionale DC che avvia - di fatto - la fase preparatoria del XX Congresso Nazionale. Dopo alcune parole di saluto, ha invitato il Segretario nazionale del Partito, dott. Renato Grassi a pronunciare la Relazione introduttiva. Questo il testo integrale.
Se davvero i prossimi mesi saranno cruciali per capire il trend economico, nel segno di una più salda stabilizzazione, non vediamo al momento misure efficienti capaci di arginare la tendenziale stasi occupazionale, oltre al fenomeno tutto italiano della scarsa attrazione del lavoro su tanti precettori del reddito di cittadinanza che non richiede alcuna prestazione in cambio. Per questo non possiamo abdicare al dovere di mettere in campo tutte le nostre energie, in difesa dello stato di diritto e della Costituzione, affinché non si esponga il paese a svolte insidiose per la sua tenuta democratica.
Apprendo, non senza un pizzico di malinconia, che si sono aperte le prove di formazione del nuovo centro della politica italiana. “Verde è popolare” di Gianfranco Rotondi; l’UDC di Cesa; “Noi di Centro” di Clemente Mastella … e chi sa quanti altri di cui - al momento, almeno – non si hanno informazioni. Sarò, come sempre, franco e diretto: non ne sono entusiasta, poiché tutto sarà piegato all’usum serenissimi Delphini. Sia sufficiente sfogliare le pagine del sito ufficiale della DC per ricordare quanti tentativi sono stati fatti fin qua per la ricomposizione della Democrazia Cristiana. E i protagonisti della convocazione delle composizioni sopra citate chi sono? Ex democristiani! Ed è qui che non mi ci ritrovo più.
Il Presidente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana, sen. Renzo Gubert, convoca il Consiglio Nazionale DC per il 15 dicembre 2021 con un nutrito Ordine del Giorno. Dopo le relazioni introduttive rispettivamente dello stesso Presidente DC e del Segretario Nazionale dr. Renato Grassi l'Assemblea sarà chiamata a pronunciarsi sulla data della convocazione del XX° Congresso Nazionle del Partito, sul Regolamento del medesimo Congresso e di tutti gli adempimenti a esso collegati previsti dallo Statuto.
Venerdì 19 novembre ha avuto luogo l'Ufficio Politico della Democrazia Cristiana. Il Segretario Nazionale, Renato Grassi nel suo intervento introduttivo ha sottolineato alcuni aspetti della situazione politica italiana che appare alquanto complessa, nonostante il Governo goda di una almeno apparente stabilità e possa disporre di una ampia maggioranza parlamentare. E' stato anunciato per il 15 dicembre un Consiglio Nazionale per convocare il Congresso Nazionale che si svolgerà a febbraio dopo l'elezione del Presidente della Repubblica. Il Segretario Politico Nazionale non ha nascosto il futuro percorso difficile, ma la D.C., a dispetto di alcuni necrofori e in particolare di quelli che si sono esibiti a S.Vincent, è viva e vitale, ed è tornata con la voglia di essere protagonista nello scenario politico ed elettorale italiano.
Come tutti ascolto e leggo. Una fatica immane. Non riesco a capire. Sarà perché non sono così intelligente come gli altri. La prima domanda che faccio a me stesso, fondamentale, è: ma c’è o no una pandemia? L’OMS dice di sì, il governo (i governi), dice di sì, molti scienziati dicono di sì. Allora, è sicuro, c’è la pandemia. L’OMS, addirittura, prevede per l’Europa almeno 500.000 morti per questo inverno. Altri, altrettanto autorevoli, dicono che no, che la pandemia è un’influenza, solo un po' più grave delle solite, e che l’OMS sbaglia o, comunque, non è affidabile. Hanno ragione?
C’è rabbia, in giro, da tempo. È rabbia sommersa. Ogni tanto sfoga in qualche dimostrazione dove il nemico è o deve essere tutti gli altri, quelli che una volta si chiamavano “borghesi” oppure, un po’ più tardi, la “maggioranza silenziosa”. Quelli, insomma, che non manifestano e non sfilano nei cortei. Perché questa rabbia sommersa? È da notare che prende a pretesto qualunque motivo, dai banchi rotti e le scuole fatiscenti all’immondizia non rimossa per le strade, dal green pass dei no-vac alle dimostrazioni pseudo sindacali fino alle manifestazioni pro e contro il fascismo. Non importa se è roba vecchia di cento anni o se è nuova, come il lockdown. Qualunque pretesto è buono per dimostrare, gridare slogan, sfasciare vetrine e se del caso, rubare oggetti di valore, picchiare e farsi picchiare dalle forze dell’ordine.
I tentativi per la ricomposizione politica dei cattolici democratici e cristiano sociali urgono di uno scatto d’orgoglio per superare il surplace inefficiente che mantiene in vita le vecchie casematte, ognuna delle quali sopravvivono con l’ambizione/presunzione di poter accasare le altre esperienze in campo. Se non si supera questa condizione di stallo, si arriverà alla scadenza delle elezioni politiche ancora divisi e irrilevanti.Se vogliamo reagire al clima dominante di relativismo morale e culturale, di anomia sociale e di nostra sostanziale irrilevanza politica, bisogna ripartire dalle realtà locali e dai concreti bisogni dei cittadini: elettrici ed elettori, che da troppo tempo alimentano la vasta platea dei renitenti al voto.
La questione climatica è terribilmente seria. Lo è non perché, ora, ne parlano tutti, anche troppo, o perché la giovane Greta Tunberg riesce a coinvolgere migliaia di persone nella sua crociata. Lo è perché matura da più di mezzo secolo e nessuno se n’è accorto o non se ne è voluto accorgere. Le mutazioni climatiche sono una cosa troppo seria per farne spazzatura pubblicitaria o esca per protagonismi politici di bassa lega. La spettacolarizzazione non giova alla verità e non aiuta alle soluzioni.
Sono grato a chi ha lanciato un sasso sull’affermazione delle liste Dc, andate persino oltre l’aspettativa, in Sicilia, ma più nel segno e nella ricerca di un personalismo, che si fa fatica a trovare se non si coglie lo spirito di servizio che ha animato questa scommessa. Meno invece in una chiave di lettura versata ad indagare sulla grande voglia popolare di riproposizione di quel patrimonio di ideali e di valori di cui è stata espressione la Democrazia Cristiana. Ragion d’essere, oggi, di questo risveglio che ha trovato il suo primo motore nelle tante mancate risposte che sta caratterizzando l’attuale quadro politico, emblematicamente rappresentato da un astensionismo alle stelle.