IL POPOLO

Editoriali

Il dramma che si sta consumando tra i 5Stelle è il punto d’arrivo di una crisi iniziata molto tempo fa, in pratica da quando il Movimento si è trovato di fronte al problema della sua immaturità nel guidare il Paese. I proclami, gli slogan, i luoghi comuni, le esternazioni più o meno farneticanti dei suoi esponenti hanno preoccupato i benpensanti e fatto ridere il mondo. La parabola politica del Movimento si riassume in una frase sola: vogliamo governare. Con la Destra o con la Sinistra, non importa, vogliamo stare al governo.
Il Segretario Nazionale e i dirigenti della Democrazia Cristiana manifestano la loro condivisione della Nota Verbale con cui la Santa Sede ha chiesto "informalmente" al governo italiano di modificare il disegno di legge contro l'omofobia. Le libertà tutelate dal Concordato Stato-Chiesa sono una preziosa e specifica applicazione di libertà positivamente laiche che sono fondamentali per tutti nell’espressione di visioni e opinioni, nell’insegnamento, nell’organizzazione associativa.
Qualche disorientamento, tra i tanti inossidabili democristiani, l’avrà messo in conto Marco Follini quando ha sentenziato quel giudizio negativo sulla possibile riedizione della DC, nel suo riproporre, nelle tante interviste, i tratti più significativi del suo libro, ”Democrazia Cristiana. Il racconto di un partito", pubblicato nell’ottobre del 2019. Ma una più attenta rimeditazione del recente passato e di qualche giudizio severo sul futuro della DC, si impone. E tra i tanti non si può tralasciare e non mettere sotto un nuovo focus, anche, l’asserzione, appunto, di Marco Follini: “..la DC non può più rifarsi”.
La Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana, riunitasi a Roma il 20 maggio 2021, ha deliberato che il tesseramento con validità biennale in atto, causa le limitazioni imposte dal covid, si concluderà il 31 dicembre 2021. Gli iscritti nel biennio 2018/2019 potranno rinnovare l’adesione al partito, trasmettendo contestualmente, entro il 15 luglio 2021, la conferma dell’iscrizione e la quota prevista (Euro 10,00)
Se guardiamo al nostro panorama politico tra populismi, incapacità, improntitudine, pressappochismo, giustizialismo, dottrine antisistema, avventurismo e grave sbilanciamento del rapporto tra i poteri dello Stato, non possiamo non provare forte preoccupazione per il degrado politico, economico e sociale nel quale una classe politica inadatta e velleitaria ci ha condotti e al contempo per il futuro dell’Italia. Così affiora prepotentemente la domanda: nel futuro della nostra Italia, molto provata da politiche improvvisate e pandemia, c'è spazio per un nuovo e armonico modello di sviluppo, come la DC seppe costruire nel secondo dopoguerra e per una rigenerata etica pubblica? E qui che la scommessa investe direttamente la rinata DC.
Siamo di fronte a più tentativi di riattivazione da parte di persone diverse, ma vi è stato un solo processo di riattivazione, quello suggellato dal XIX Congresso DC di Roma, che ha eletto Segretario Politico (Grassi), Consiglio Nazionale e organi di garanzia, dando delega al Consiglio Nazionale per modifiche funzionali di Statuto. Risulterebbe strano che la tutela della DC tramite pronunce di organi di garanzia e rispondendo ad azioni giudiziarie ostili venisse poi contraddetta da accordi, avallando la tesi che esistano molte DC.
A tutti gli uomini liberi e forti del nostro tempo che, disincantati dalla politica, scoraggiati dal funzionamento e dalla scarsa capacità formativa e selettiva delle classi dirigenti, nonché delusi dagli attuali partiti populisti e sovranisti, sentano di impegnarsi direttamente e attivamente per sollevare le sorti morali, politiche ed economiche del Paese. Oggi si può ricominciare a scrivere la storia di una 𝐃𝐞𝐦𝐨𝐜𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚 𝐂𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐍𝐮𝐨𝐯𝐚. Può ripartire qui, da noi, dalla Sicilia, una nuova, avvincente e affascinante avventura dei Cristiani Democratici. Se un’idea è buona bisogna seguirla! Insieme possiamo raggiungere grandi risultati e provare a realizzare questo sogno di democrazia e di libertà!
Il progetto di matrice democratica cristiana sta prendendo forma in Italia anche in vista delle prossime elezioni amministrative d’autunno. Esso nasce dalla passione, dalle idee e dagli antichi valori che furono di Alcide De Gasperi e Luigi Sturzo e che, incarnarti nell’ora-e-qui sono una prospettiva che rende libero l’Uomo nel contesto politico odierno sempre più debole e che rende gli Italiani sempre più confusi.
Provo un sentimento di gioia quando immagino il Paese che la Democrazia Cristiana, come Partito, vuol creare sulla base di grandi valori umani quali rispetto, solidarietà, meritocrazia. A parer mio essere democratici cristiani significa portare speranza nel Paese. Cercando di intraprendere un percorso garante di un futuro migliore e che dia solidità economica a tutte le sfere sociali; attraverso l’attuazione di programmi interclassisti che guardino maggiormente alle classi più deboli, ma non solo. L’interclassismo per noi deve essere una cultura, un dogma, oltre che una dottrina politica.
La destra, più o meno vicina ai vecchi retaggi del Novecento, incardina ancora la sua visione del mondo e in parte la sua fortuna elettorale nel motto “legge e ordine”. Viviamo in un momento storico eccezionale, ma questa circostanza emergenziale non fa che aumentare il paradosso di un sempre più vasto elettorato di destra, giovane e vecchio, largamente insofferente alle regole.