IL POPOLO

Editoriali

Antonio Bisaglia, che di politica se ne intendeva, insegnò a noi giovani iscritti della DC polesana che la politica, in uno stato democratico, è lo strumento attraverso cui, in un determinato contesto storico e con il consenso, si realizza il punto di equilibrio tra interessi e valori. Tra gli interessi non esistono solo quelli generali, ma non vanno dimenticati o pregiudizialmente nascosti quelli “particulari” dei diversi attori politici, tanto degli interpreti principali quanto delle semplici comparse della scena politica nazionale e locale. Sono proprio questi interessi personali che sembra ostacolino l’avvio della ricomposizione al centro di un partito o di una federazione di partiti ...
Anche questa sagra elettorale si è conclusa nell’indifferenza e nell’astensione, soprattutto in merito i cinque requisiti referendari. Il nulla sovrasta la nostra politica. Ma è politica? Aristotele si solleverebbe dalla tomba e De Tocqueville e Gobineau si morderebbero le mani. Ma chi è Aristotele? Qualche vago ricordo scolastico. E De Tocqueville e Gobineau? Solo in un qualche quiz “culturale” qualcuno balbetterebbe una risposta sbagliata. Questo è il fatto che sovrasta il tutto: l’ignoranza, l’incultura, l’abisso che separa il popolo (dizione generica, insufficiente, onnicomprensiva ma abbastanza indicativa) e il potere.
Il Vice Segretario Nazionale della DC, Ettore Bonalberti ha atteso l’esito elettorale delle elezioni amministrative prima di replicare alla nota dell’Avv. Rapisarda edita su Il Popolo: "I corifei del nuovo centro: tra aporie, visioni erranti, strategie impervie". Avevo molto sperato - scrive Bonalberti - nel fatto nuovo della DC di Cuffaro-Grassi in Sicilia e su pochi amici, già DC, impegnati in alcune liste civiche nel Veneto. Da questi risultati dobbiamo oggettivamente costatare che, a Palermo, abbiamo appena superato la soglia minima (5 %) e a Messina abbiamo raccolto il 2%. A Padova la lista civica che vedeva impegnati alcuni amici importanti della nostra area politica, non si é arrivati all’1%, per non parlare degli amici del “Popolo della Famiglia” che hanno ottenuto un misero 0,34 %. Caro Rapisarda, si convinca: da soli non si va da nessuna parte; magari si va più veloci, ma solo insieme si va più lontano.
Per fare la guerra bisogna essere in due. Se uno fa la guerra da solo, è un invasore. L’invaso ha il diritto di opporsi oppure cedere all’invasore? La risposta unanime è che deve opporsi. L’invasore combatte in un territorio non suo di cui cerca di appropriarsi. L’invaso può reagire bombardando il territorio dell’invasore? Se può farlo, sarebbe logico. In Ucraina no. Non può farlo, perché sennò la Russia si dispiace e potrebbe reagire malissimo. Come? Intensificando le distruzioni che sta facendo in Ucraina da più di tre mesi.
C’è da mesi un continuo refrain che sta impegnando due esimi esponenti di quella che fu la corrente di Donat Cattin: Giorgio Merlo e Ettore Bonalberti. Il loro teorema volto ad accentuare il mai sopito progetto di ricomposizione della diaspora democristiana, si pone nell’ottica di un unico obiettivo, ossia. formare una nuova entità politica di centro capace di bilanciare l’attuale polarizzazione del sistema politico attuale imperniato attorno alle due coalizioni di destra e di sinistra egemonizzate sempre più da metodi e contenuti che oscillano tra populismo e demagogie.
Dopo lo stallo delle ultime settimane, con scambi di accuse reciproche, il quadro geopolitico sta cambiando. In Ucraina la pressione russa sta mettendo a dura prova la resistenza del Paese. Non bastano le armi finora inviate in Ucraina a contrastare la preponderanza russa. Se le cose continueranno come ora, diventa inevitabile che le truppe russe si attestino attorno a Odessa e al confine con la Moldavia. Il punto è: se Putin si collega con la Trasnistria e sfiora la Moldavia, che succede? Ancora chiacchiere inutili in Europa? Visto come vanno le cose a Bruxelles, è probabile.
Nell’apprendere la notizia della morte dell’on. Ciriaco De Mita la Democrazia Cristiana tutta esprime il profondo cordoglio per il lutto che ha colpito la famiglia e quanti lo hanno conosciuto e stimato. Nel ricordare l’ex Segretario Politico e Parlamentare che per molti anni ha servito il Paese e la DC, tutto il Partito eleva la preghiera al Signore della vita e lo affida all’ amore compassionevole di Cristo il Buon Pastore perché lo accolga nella Gerusalemme celeste nella speranza certa della Risurrezione.
La Democrazia Cristiana esprime con immensa gioia a nome di tutti gli iscritti le più cordiali felicitazioni e l’augurio di buon lavoro al cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, nominato Santo Padre Francesco Presidente della Conferenza Episcopale Italiana per il prossimo quinquennio. L’impegno della DC sarà quello di pieno sostegno nella preghiera chiedendo a Dio onnipotente per la intercessione materna della Madonna di San Luca, di concedergli la sapienza del cuore per un cammino sinodale in spirito di autentica comunione.
Nell’attuale conflitto la Cina si muove con molta cautela, intenta soprattutto a non turbare i suoi delicati equilibri interni e internazionali. Tradizionale alleato, per molti versi della Federazione russa, il gigante asiatico in questo conflitto europeo, che poi europeo non è, è il convitato di pietra al quale, alla fine, ci si dovrà rivolgere per definire i nuovi assetti mondiali.
Tutto il mondo si è collegato con la Piazza Rossa per il 67° anniversario della fine della 2° Guerra mondiale che non interessava nessuno. Roba vecchia, ma era importante sapere cosa avrebbe detto Putin sulla situazione ucraina. Ebbene, non ha detto nulla. Gli analisti si sforzeranno d’interpretarne in mille modi il pensiero ma sarà difficile cavare qualcosa dall’enigma russo. C’è una realtà sanguinosa e terribile, la guerra in Ucraina, c’è una realtà minacciosa che grava sul mondo, l’opzione nucleare, c’è il palese fallimento dell’operazione speciale con la quale Putin contrabbanda l’invasione in uno Stato sovrano in nome di un presunto nazifascismo ucraino. Di tutto questo: nulla.