IL POPOLO

Editoriali

L’ipotesi centrista, se fino a stamane sembrava lasciata in mano al solo Renzi, già impegnato a tessere alleanze con alcuni movimenti, la decisione inaspettata di Calenda rimette tutto in discussione e rende plausibile una possibile alleanza con Renzi per rilanciare l’idea del terzo polo che può davvero ambire ad insidiare facili vittorie. Se Renzi non aveva perso tempo con le prime abbozzate alleanze con particolare attenzione alla lista dei sindaci di Pizzarotti. Appare in questo quadro assai significativa l’intesa raggiunta con la DC per un’alleanza di lista. Una scelta che si pone come punto di diretto coinvolgimento del mondo cattolico e di tutti quei movimenti che si sono tenuti ben lontani finora da un diretto coinvolgimento nelle vicende elettorali.
Una legislatura caratterizzata dal più alto numero di voltagabbana (304 cambi di casacca per 214 parlamentari) è stata dominata dal trasformismo politico, conseguenza anche di una legge elettorale indecente, senza preferenze e alla mercé di partiti personali impegnati a selezionare dei “nominati” disponibili a ogni avventura. Nella formazione delle liste tuttora in corso, il trasformismo politico sta raggiungendo il suo ultimo stadio, grazie proprio al permanere di una legge elettorale, il rosatellum, che favorisce la conservazione di un falso sistema bipolare, con l’aggiunta di una regola per la presentazione delle liste che concede un potere di compravendita efficace ai detentori di un simbolo già presente tra i parlamentari uscenti; unica strada per evitare la difficile raccolta delle firme in tempi così brevi.
L’affannosa corsa contro il tempo in questa scadenza elettorale, assai ravvicinata, del 25 settembre per il rinnovo, nella nuova composizione, delle Camere, sta portando i partiti ad un tour de force per la definizione delle aggregazioni, nelle diverse forme, dalle semplici alleanze programmatiche, alle coalizioni, più o meno organiche. Posizionamenti necessitati da una legge elettorale, “il Rosatellum”: un misto tra maggioritario e proporzionale, con sbarramento al 3 per cento.
Questa democrazia malata è in grave perdita di consensi: perde Letta un alleato (i 5 Stelle) che fu a suo tempo prezioso (altro che “campo largo”!), perde il centrosinistra che vede profilarsi una vittoria del centrodestra, perde, infine, anche quest’ultimo che, tutt’ora diviso, sarà costretto a confrontarsi con un Paese dissestato e stufo di equilibrismi che la gente non capisce. Ma è soprattutto il nostro Paese a perdere la faccia, costringendo l’unico leader di statura internazionale di cui dispone a uscire di scena. È proprio vero, nemo propheta in patria …
La sentenza del Tribunale civile di Roma, Giudice Goggi, del 4 luglio scorso, con cui ha statuito la piena validità dell’Assemblea dell’Ergife del 26 febbraio 2017, in seno alla quale si è avviato il regolare iter procedurale, conforme a statuto, per la riorganizzazione e la ripresa dell’azione politica della Democrazia Cristiana, fra i tanti importanti riverberi, riporta doverosamente in auge, tutta la vecchia questione del simbolo. Ora per risolvere la questione c’è solo una strada: un’azione giudiziaria di rivendicazione del simbolo, con una concomitante procedura di urgenza per interdire l’uso del simbolo al partito che fino ad oggi se ne è fregiato senza averne mai avuto la legittima titolarità.
La Direzione nazionale della D.C., riunita a Roma il 21 luglio 2022, ha preso in esame la situazione politica determinatasi a seguito delle dimissioni del Presidente del Consiglio Prof. Mario Draghi. La D.C, in coerenza con la sua migliore storia, si riconosce pienamente, nella scelta euro atlantica e nell'impegno ad affrontare rigorosamente ed efficacemente l'attuazione dei programmi finalizzati allo sviluppo economico del Paese, nonché a dar corpo, d'intesa con le forze sociali, ai necessari provvedimenti di tutela e incremento dei redditi dei cittadini e di lotta alle disuguaglianze.
Grande giorno per l'ottenimento della vittoria nella nota causa in oggetto definita con sentenza pubblicata il 4 luglio 2022 (cfr. sentenza allegata). Sperando che l’infinito contenzioso che ha caratterizzato la lunga stagione della diaspora, almeno per questi contendenti, sia finalmente concluso. Se è interesse far decorrere il termine breve per l'appello (30 gg) occorrerà procedere alla notifica della sentenza ai legali costituiti delle controparti, altrimenti la sentenza passerà in giudicato entro 6 mesi oltre sospensione feriale (30 giorni).
Il dramma lungamente atteso, dopo ore di noia degli spettatori, è arrivato alla fine. Poche lacrime, molti improperi, le accuse reciproche di tradimento si sprecano Un copione inevitabile. La scissione di 5Stelle era inevitabile da tempo. Neppure l’Elevato, il Santone, il supremo garante, è riuscito ad evitarla. Il Movimento è morto proprio per la mancanza di un’ideologia. La filosofia del vaffa, dell’uno vale uno, del secondo mandato, della piattaforma Rousseau (andata in soffitta), e delle altre infinite stupidaggini che ci sono state ammannite e hanno caratterizzato questo movimento e illuso gli elettori, si sono dimostrate effimere. Al tocco fatale del potere, quello vero, delle nomine, degli affari, delle decisioni necessarie e serie, tutto è svanito. Altro che storia e tradizioni dell’origine!
Lo scorso 24 giugno 2022 ha avuto luogo l'Ufficio Politico della DC. Il segretario Nazionale, dott. Renato Grassi ha proposto una relazione introduttiva, che pubblichiamo. I risultati delle elezioni amministrative registrano una maggioranza azzoppata mentre il Paese entra in una fase complessa. Cala il consenso della Lega e dei 5 stelle, cresce l'elettorato di Fratelli D'Italia e in parte del P.D. L'economia soffre per l'aumento dei prezzi dell'energia e della inflazione con le inevitabili conseguenze sul sistema produttivo e sulle fasce più deboli.
Leggo con interesse le note che insistentemente si susseguono con l’intento di auspicare un centro. Non ho alcuna difficoltà ad ammettere che la quaestio sia urgente e abbia un forte fascino. Ma le obiezioni sono molte. Una per tutte: E’ inutile proporre una casa nuova da inventare a chi una casa ce l’ha: parva sed apta mihi. E vorrei chiedere sommessamente a tutti coloro che nella casa della DC vi hanno abitato, hanno fatto carriera, e forse fortuna, di far ritorno a casa lasciando fuori dall’uscio primogeniture, pretese di comando, aspirazioni di prestigio.