di M.BAR.
Il tema è impegnativo: ridare un’anima alla politica. Ci proveranno il 20 settembre all’Hotel Betulla di Bardonecchia, esponenti della politica piemontese che si riconoscono in un centro che non c’è più, ma che è possibile ricostruire.
Un convegno che ricorda quelli organizzati durante la Prima Repubblica (un po’ da tutti i partiti), sempre prima dell’autunno, per tracciare la via da seguire nei mesi successivi, sia da una parte che dall’altra della barricata.
Poi, questi convegni sono stati cancellati e sostituiti da feste e festini più o meno gioiosi, ma sempre ed esclusivamente auto referenziali. A Bardonecchia non sarà così perché sono previsti confronti tra anime diverse se non, addirittura, antitetiche.
Così il leader della Cgil Giorgio Airaudo dialogherà con il Presidente di Unione Industriali di Torino Marco Gay e interverranno anche economisti e sociologi quali Mauro Zangola e Luca Davico.
Il tema, «economia e società a Torino e in Piemonte: calata la crescita sono cresciute le diseguaglianze», sarà trattato nel corso dei lavori previsti in mattinata a partire dalle10,30.
Nel pomeriggio, invece, è programmata, alle 14,30, una tavola rotonda da titolo: «I cattolici e la politica: un progetto per ritornare protagonisti». Si confronteranno: Giampiero Leo, Marco Calgaro, Vito Bonsignore, Fabrizio Comba, Mino Giachino, Giorgio Merlo e Mauro Carmagnola.
Esperienze diverse, ma tutte con un denominatore comune, quello dell’impegno politico cattolico democratico, cattolico liberale e cristiano sociale.
I lavori saranno conclusi dal leader di “Noi Moderati” Maurizio Lupi. Un dibattito necessario per verificare se oggi abbia senso o meno la costituzione di un nuovo soggetto politico che riproponga, in termini aggiornati, le esperienze della Democrazia Cristiana e del Partito Popolare.
«Il convegno - hanno spiegato Giachino, Merlo e Carmagnola nel corso della conferenza stampa di presentazione – ha anche l’obiettivo di rilanciare una politica di sviluppo a livello locale che guardi con attenzione anche alla metà della città di Torino che sta male, secondo la nota definizione dell’Arcivescovo Cesare Nosiglia, scomparso in questi giorni.
Quarant’anni fa l’economia italiana era solida e premiava l’intera popolazione, mentre negli ultimi tren’anni di bassa crescita, sono aumentate le diseguaglianze.
Bisogna rilanciare l’economia: l’Italia e Torino non possono vivere solo di turismo». Inevitabile pensare, dunque, a un impegno politico diretto che potrebbe portare, già alle prossime comunali, a una o più liste centriste e, verosimilmente, a un proprio candidato sindaco.