IL POPOLO

Editoriali

Con la vittoria della destra alle politiche d’autunno emerge il deserto delle culture politiche che sono state le colonne portanti della prima repubblica: quella della DC e dell’area cattolico democratica e cristiano sociale e quella del riformismo social comunista, che il PD non ha saputo rappresentare nella lunga stagione del passaggio traumatico del 1993, nel quale il PCI seppe trarre vantaggio dal ruolo svolto dalla magistratura a senso unico. Se da quelle che furono le colonne portanti della prima Repubblica e, soprattutto, dai mondi culturali e sociali che a esse hanno fatto e fanno ancora riferimento, verranno alcune proposte di programma all’altezza dei bisogni della società italiana, anche dall’opposizione democratica al governo della destra, potrà venire un contributo positivo per l’Italia.
Non si ha stima dell'intelligenza delle persone se ci si limita a rilanciare l'affermazione di un giornale, per cui con Giorgia Meloni l'Italia avrà il governo più a destra dopo Mussolini. Per forza! Dopo Mussolini non c'è mai stato un Governo di destra. La Democrazia Cristiana è chiamata a ispirarsi alla dottrina sociale cristiana nella sua integralità vigilando sui valori non negoziabili e sulle posizioni relative alla questione antropologica condivisi da partiti europei di cultura eticamente relativista specie in materia di diritto alla vita e tutela della famiglia fondata sul matrimonio di uomo e donna.
L’Italia vira a destra e ha deciso di mettersi nelle mani di Giorgia Meloni. Gli elettori italiani, con una partecipazione al voto, seppure quella peggiore alle elezioni politiche (64%), è risultata superiore a quella prevista, bocciano Draghi e scelgono la destra, affidando il governo alla leader più estremista della storia nazionale dopo Benito Mussolini. Vince, infatti, il partito di estrema destra e quello della protesta a corrente alternata di Conte; escono sconfitti pesantemente PD e Lega, col terzo polo che non sfonda...E’ tempo di concordare un progetto politico fondato sui valori e i principi della dottrina sociale cristiana, come nella migliore storia dei Popolari sturziani prima e del democratici cristiani per oltre quarant’anni di egemonia nella politica italiana.
Qualunque sia l’esito del voto e tutto fa presupporre che, ahinoi, prevarrà la destra con la Meloni e Fratelli d’Italia primo partito, la nostra prospettiva rimane al centro della politica italiana. Grave e per molti versi stupido, secondo il terzo principio della stupidità di Cipolla, il NO di Calenda al nostro simbolo e alla partecipazione di nostri candidati nella lista del terzo polo, e neghittosa l’accettazione di Renzi di quel diktat. Privati del simbolo e di candidati, saremo liberi di votare secondo scienza e coscienza, decidendo in base ai candidati presenti nelle diverse liste più vicini ai nostri principi, interessi e valori.
La distinzione euristica tra cattolici della morale e cattolici del sociale è questione che si è venuta caratterizzando soprattutto nel momento in cui, gli eredi confusi e indistinti della vecchia sinistra marxista, si sono incontrati con alcune componenti della sinistra politica della DC, dovendo subire, alla fine, una deriva di tipo radicale e laicista, come aveva ben profetizzato il prof. Augusto Del Noce. Di qui l’emergere di una sinistra sempre più dimentica di quei valori non negoziabili dei cattolici, dimenticanza mai sufficientemente contrastata all’interno di quel partito dagli ex DC, i cosiddetti “cattolici adulti”.
La Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana ha ritenuto opportuno emettere un Comunicato Stampa con cui porre fine a illazioni e distorte notizie pubblicate su alcuni organi di stampa siciliani. La Direzione D.C., confermando la collocazione centrale del Partito nello scenario politico e la sua rigorosa adesione alla scelta euro atlantica, ritiene, a seguito della situazione determinatasi a livello nazionale, di affidare alle valutazioni e alle decisioni delle Dirigenze Regionali le scelte politiche ed elettorali relative ai territori di competenza. In questo senso è ritenuta legittima la scelta effettuata dal Commissario Regionale Totò Cuffaro di confermare la linea centrista alternativa alla sinistra radicaleggiante e in coerenza e continuità con le scelte effettuate nelle recenti elezioni amministrative.
Molti nella DC, che tanto avevano puntato sul successo del terzo polo, sono rimasti orfani, senza simbolo né candidati di riferimento nei diversi collegi. Ci troviamo, quindi, liberi di votare secondo scienza e coscienza, impegnati, soprattutto, a evitare un risultato della destra tale da mettere in pericolo la stessa integrità della nostra carta costituzionale, il patto cioè che ha garantito l’unità del Paese dal 1947 in poi. La crisi dell’area cattolica parte da lontano e si riscontra anche all’interno della Chiesa, dove, è sempre più sentita l’esigenza di una riflessione sul ruolo dei cattolici nella politica italiana.
Il voto del prossimo 25 settembre dovrà fare i conti con le cinque piaghe dell’autunno italiano: la guerra, la pandemia, l’inflazione, la crisi energetica, la siccità. Cinque piaghe alle quali si aggiunge il dato drammatico della povertà, che colpisce oltre sei milioni di persone, con 1,5 milioni in condizioni di povertà assoluta. Tutto questo, in un Paese in preda a una crisi di sistema caratterizzato da un’astensione dal voto di oltre il 50%, destinata ad ampliarsi. Una situazione, insomma, caratterizzata dall’esistenza di una fortissima diseguaglianza sociale che potrebbe sfociare in una ben più pericolosa rivolta sociale.
Dopo il voto si dovrà esaminare con molto coraggio lo stato dell’arte e sarà necessario tornare ai fondamentali della nostra storia politica, derivando dal popolarismo sturziano e dall’esperienza degasperiana e della DC storica, le linee guida per la nostra ripresa politica. Ampio spazio si dovrà prevedere all’utilizzo della formazione di reti locali, regionali e interregionali, con regole concordate e controllate/bili per la partecipazione e l’adempimento dell’elettorato attivo e passivo ai nostri soci anche da remoto. Una scuola di formazione politica on line si dovrà attivare, al fine di favorire la selezione di una nuova classe dirigente che, dotata di passione civile.
La Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana, riunitasi l'8 agosto u.s., a conclusione dei lavori ha confermato l'impegno del Partito a recuperare e a valorizzare, per quanto possibile, l'area politico culturale espressione del cattolicesimo democratico e cristiano sociale, ancora largamente presente nella società italiana e a favorirne l'aggregazione con le forze liberal democratiche presenti al centro dello schieramento politico e parlamentare italiano. Il "Terzo Polo" promosso da Renzi e Calenda sembra il contenitore idoneo a rappresentate la pluralità delle componenti partitiche ed associative che vi aderiscono favorendone la sintesi in un unico progetto politico e programmatico.